Battaglia Vincenzo ,
Recensione: Nicolò Madonia, Ermeneutica e cristologia in W. Kasper ,
in
Antonianum, 67/2-3 (1992) p. 439-440
.
Il saggio che presentiamo si fa apprezzare innanzitutto per l'impostazione adottata, assolutamente rigorosa: la cristologia elaborata da Kasper viene situata e compresa all'interno del vasto panorama culturale in cui è nato e si è formato il suo pensiero teologico. Un pensiero che ha assunto con l'andar del tempo un'ampiezza di vaste proporzioni, in quanto abbraccia gli argomenti più rilevanti trattati sia dalla teologia fondamentale come da quella sistematica, e che il prof. Madonia ha rivisitato in modo attento ed accurato, prendendo in esame una produzione bibliografica piuttosto nutrita.
La ricerca, pertanto, è stata condotta a partire da lontano: segue infatti passo passo lo sviluppo storico-tematico della teologia di Kasper, e ne presenta i risultati nella prima parte del volume. L'esposizione prende le mosse dal rapporto con Schelling e, derivatamente, con l'idealismo tedesco (capitolo I), giudicato «di fondamentale importanza...per comprendere adeguatamente la sua teologia e le sue chiavi ermeneutiche di fondo, come, ad esempio, quella della storia e della fondazione metafisica di essa» (p.19). Tratta successivamente del riferimento, che diventa un aspetto costante, alla scuola di Tubinga, alla quale il Kasper è debitore di una teologia storica ed insieme profondamente ecclesiale (capitolo II) — l'autore, però, non tralascia di rammentare anche il contatto con la Scuola Romana. Si concentra, infine, nel presentare prima i principi ermeneutici generali che formano il tessuto della teologia dogmatica elaborata da Kasper (capitolo III), e, subito dopo, i fondamenti ermeneutici su cui viene costruita la cristologia (capitolo IV). Quest'ultimo capitolo riveste una importanza considerevole, poiché mette a disposizione la chiave di lettura dell'intera trattazione.
In sostanza, a giudizio dell'autore, si ha a che fare con «una cristologia "dal basso" integrata e sorretta dalla cristologia "dall'alto"» (p. 155), informata da una sintesi equilibrata tra storia e fede, sìntesi che si riflette con chiarezza nella impostazione data al rapporto tra la cristologia funzionale e la cristologia ontologica. Inoltre, il Kasper ha costruito la struttura tematica della propria cristologia istituendo uno stretto collegamento con altre discipline teologiche quali l'antropologia, la dottrina trinitaria e la pneumatologia, l'escatologia, la soteriologia.
La seconda parte del volume mette a disposizione una esauriente esposizione sistematica del trattato cristologico, suddivisa in due momenti. Il primo, dedicato a «La storia e il destino di Gesù» (capitolo V) permette di apprezzare come davvero il riferimento al Gesù terreno ed alla sua storia sia il vero punto di partenza e di orientamento scelto da Kasper (cfr. p. 159). Il secondo, incentrato su «Il mistero di Gesù Cristo» (capitolo VI)j. illustra il quadro dottrinale risultante dallo sviluppo dei collegamenti tra la cristologia e le altre discipline menzionate più sopra.
Nel capitolo conclusivo, l'autore fa prima un bilancio critico dell'itinerario percorso sotto forma di una valutazione condotta con acume ed equilibrio, e conclude in sintesi che «la cristologia del Kasper, pur non potendo essere classificata come una cristologia ermeneutica vera e propria, offre parecchi elementi validi per una formulazione di una tale cristologia» (p. 282). In secondo luogo, sulla base dei dati messi a disposizione dal Kasper, traccia le linee portanti di una cristologia ermeneutica servendosi di tre elementi: il «dato», rappresentato dall'evento Gesù Cristo; il «contesto» di approccio, che è primariamente quello ecclesiale; l'«interprete»: svolgono questo ruolo sia gli individui, sia le comunità che si impegnano a comprendere il «dato» mediante un'attualizzazione fedele ed insieme creativa.
Quest'ultimo apporto, che merita di essere preso in considerazione, sta a confermare come uno studio quale è quello condotto dal prof. Madonia è valido in sostanza per due ragioni. Sia perché contribuisce a far conoscere ancora meglio — e da un punto prospettico originale quale è quello della contestualizzazione ermeneutica — la cristologia elaborata da un grande teologo contemporaneo, i cui contenuti peculiari «sono rappresentati da un'accentuazione della dimensione storica, soteriologica ed escatologica di Cristo, letti ed interpretati in una prospettiva ecclesiale ed esistenziale» e dallo sbocco verso una cristologia pneumatolo-gica da ritenersi «la sua proposta definitiva di sintesi» (p. 292). Sia perché induce a valorizzare ulteriormente il compito ermeneutico spettante alla scienza teologica e, nel caso specifico, alla cristologia.
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