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Recensione: H. Gese, Sulla teologia biblica

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: H. Gese, Sulla teologia biblica , in Antonianum, 66/2-3 (1991) p. 440 .

In questo libro sono raccolte otto conferenze tenute dall'autore negli anni settanta. Quel che le unisce è, come suggerisce il titolo, il tentativo, a nostro pa­rere riuscito, di sviluppare un efficace discorso di teologia biblica, a partire dai ri­sultati dell'esegesi e, per altro verso, dalle legittime esigenze non solo di una teo­logia moderna e informata, bensì anche di un credente adulto.

Il G., che è professore di Antico Testamento all'Università di Tùbingen, dà una prova di come lo specialista di un campo biblico, non possa rinchiudersi nel suo ambito ristretto, allorché deve rendere conto della concezione cristiana di teologia biblica. Non vi può essere Nuovo Testamento che non si rifaccia all'An­tico, essendo di questo la continuazione e la piena conclusione; ma non si dà nemmeno Antico Testamento che appunto non ne consideri l'estrema configura­zione assunta nel Nuovo Testamento.

Di quest'argomento l'A. parla soprattutto nel primo contributo: «La com­prensione biblica della Scrittura», che fa da introduzione al senso di tutto il libro.

Posta la base, il G. affronta tematiche monografiche che superano felice­mente lo steccato convenzionale tra l'Antico e il Nuovo Testamento. Così, egli non può parlare de «la morte nell'AT» (secondo saggio) e della «legge» (terzo), senza fare ampio riferimento anche agli eventi neotestamentari. Dello stesso te­nore sono i saggi che seguono: «L'espiazione», «L'origine della cena del Signore» e «Il messia». Un climax è raggiunto con il bel saggio «il prologo di Giovanni», nel quale l'A. dispiega tutte le sue doti di rigorosità scientifica e di sensibilità teo­logica. Un saggio quest'ultimo che specialmente i neotestamentaristi dovrebbero meditare bene, perché fa notare loro quanto grave sia la deficienza di coloro che si mettono a interpretare i testi del NT, senza avere cognizioni approfondite ed esatte dell'Antico. Il saggio finale, «il problema dell'immagine del mondo», è an­cora un saggio d'impostazione generale che chiude questo utile libro, da racco­mandare specialmente agli studenti di teologia.