Battaglia Vincenzo ,
Recensione: Bruno Secondin, Alla luce del suo volto. 1. Lo splendore ,
in
Antonianum, 65/1 (1990) p. 107-108
.
Il volume si presenta nella veste di una panoramica storica, un « inventario » come dice l'autore (p. 5), riguardante l'odierno, rinnovato interesse di cui è oggetto la persona di Gesù Cristo nei più diversi ambienti: ecclesiali ed extra-ecclesiali, e campi disciplinari: teologia, pastorale, magistero, spiritualità.
Precisamente, la rassegna è condotta con l'intento di notificare le ripercussioni prodotte dal fenomeno indagato sul vissuto spirituale cristiano, qualificato appunto dalla sequela e imitazione di Cristo. Tale intento, mentre ne costituisce la ragione formale, viene ad assumere il ruolo di ragione giustificante un'opera che, una volta completata dal secondo volume di taglio sistematico, potrà esibire in pieno la sua finalità di offrire anche qualcosa in più rispetto ai già conosciuti apporti provenienti dalle tante pubblicazioni, specializzate o meno, dedicate alle sintesi e ai bilanci concernenti la feconda « concentrazione » cristologica del periodo postconciliare.
Il materiale raccolto è stato distribuito dall'autore in due parti.
Nella prima: « Chi dice la gente...? » (pp. 25-139) viene presentato l'attuale universo di approcci alla figura di Gesù Cristo attraverso una molteplicità assai variegata di esempi, con l'attenzione a mettere in luce le possibili falsificazioni e deformazioni, come la insufficiente, o mancata, considerazione della divinità di Gesù. Tutto ciò è rilevato soprattutto nel contesto dei primi due capitoli, dove sono presi in considerazione i nuovi gruppi religiosi, la letteratura, il cinema, i mass-media, le religioni non cristiane, i neo-marxisti.
Il contributo ecclesiale, poi, viene ordinato sotto tre titoli: la ricerca teologica di questo secolo; nuove riflessioni teologiche e pastorali; la religiosità popolare e il magistero. A proposito del secondo titolo, facciamo presente che per la « valutazione critica delle cristologie nuove », quali quelle di Schillebeeckx, Hulsbosch, Schoonenberg, Kiing, Duquoc, sarebbe stato opportuno fare almeno qualche citazione delle loro opere. Il terzo titolo, invece, raggruppa del materiale non del tutto omogeneo; e comunque l'esperienza del Cristo propria della religiosità popolare avrebbe richiesto un capitolo a parte con una trattazione più estesa ed approfondita. A tale proposito ci permettiamo di osservare che le caratteristiche della figura di Cristo menzionate per il (solo) caso dell'Italia meridionale (pp. 114-115) sono piuttosto patrimonio comune dell'intera area nazionale. Sempre nell'ambito di questo titolo, corrispondente al capitolo quinto, rileviamo infine che la conclusione (pp. 136-139) apposta alla sezione dedicata alla cristologia di Giovanni Paolo II avrebbe dovuto trovare un'altra collocazione, dato che fa il punto su tutto il capitolo e introduce la seconda parte.
Quest'ultima: « I cento volti di Gesù Cristo » (pp. 141-282) è dedicata ad una ricognizione sulla storia della spiritualità cristiana condotta dal punto prospettico delle esperienze vissute divenute esemplari.
L'autore, specialista nel campo, ricorda giustamente in apertura « che non vi può essere una spiritualità cristiana se non è allo stesso tempo anche cristocentrica, se il Cristo non occupa cioè il centro. Per quanto teocentrica essa sia, per essere autenticamente cristiana, dovrà essere un'esperienza di discepolato (= sequela) dietro a lui in maniera radicale. Qualunque teocentrismo dovrà essere ancorato al Dio di Gesù Cristo » (p. 143). E, sulla scorta di questo principio, offre un materiale di studio molto interessante iniziando dalla testimonianza biblica, passando poi ai periodi patristico, medioevale e moderno, e chiudendo con le correnti e i maestri del secolo scorso e di quello attuale.
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