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Recensione: Juan Esquerda Bifet, Mariologia per una Chiesa missionaria

 
 
 
Foto Aracic Dinko , Recensione: Juan Esquerda Bifet, Mariologia per una Chiesa missionaria , in Antonianum, 65/1 (1990) p. 109-110 .

Questo saggio è un tentativo di sintesi della dottrina mariana in prospettiva missionaria e mette in luce il rapporto tra la mariologia e l'annuncio kerigmatico di salvezza, compito principale della Chiesa. Tale sintesi viene svolta in sette capìtoli che presentano la figura della Vergine nel cammino della Chiesa, il suo posto nella prima evangelizzazione, quando con la sua presenza e la sua preghiera accompagnava la Comunità del Cenacolo. Con l'annuncio del Vangelo di Cristo, la comunità primitiva lasciò alcune testimonianze sulla Madre del Signore, base per qualsiasi discorso mariano. La funzione di Maria nell'opera della salvezza, il culto e la devozione mariana sviluppatisi lungo la storia, i titoli e le prerogative mariane non sono, secondo l'A., un semplice ornamento, bensì elementi costitutivi del culto genuino della Chiesa missionaria. L'atteggiamento mariano di fronte al Mistero dovrebbe caratterizzare ogni missionario per quanto riguarda l'ascolto, la contemplazione e la trasparenza della Parola che si esprime come annuncio, testimonianza e donazione. Queste affer­mazioni degli ultimi capitoli danno allo studio una connotazione spirituale e pastorale.

L'A., già noto per le ricerche di questo genere, considera la mariologia un terreno privilegiato per far riscoprire alla Chiesa, sacramento universale di salvezza, la sua natura missionaria. La stessa presentazione del mistero mariano è in funzione del mistero di Cristo e della Chiesa. La missione di Maria e la missione della Chiesa sono correlate e si completano a vicenda, a partire dal concetto comune di maternità: la maternità universale di Maria continua mediante la maternità e la missione della Chiesa, la quale specchiandosi nel suo modello, si sente madre e scopre la sua natura missionaria.

Lo studio si snoda partendo dalla dottrina mariana del Vaticano II e tiene presente l'insegnamento pontificio recente, particolarmente quello di Paolo VI che chiama Maria « stella dell'evangelizzazione », così che la « mariologia per la Chiesa missionaria » non si dissocia dalla mariologia propriamente detta. E' una lettura specifica del mistero mariano alla luce ecclesiale che poteva forse tener maggiormente conto della dimensione antropologica e delle culture nelle quali il Vangelo si deve incarnare. Le affermazioni sui « testi mariani dell'Antico Testamento » (43-45), sul-l'« esplosione mariana » al Concilio di Efeso (82), sull'« affetto spontaneo della Chiesa verso Maria » (75) sull'« associata al Redentore », mediatrice e madre della Chiesa (cap. V) potrebbero incontrare delle difficoltà nella comunità ecumenica e missionaria, elementi questi che non diminuiscono il valore di questa « visione missionaria » del mistero mariano.