Nobile Marco ,
Recensione: Albert de Pury (ed.), Le Pentateuque en question. Les origines et la composition des cinq premiers livres de la Bible à la lumière des recherches récents ,
in
Antonianum, 65/4 (1990) p. 661-662
.
Il volume raccoglie i contributi di un seminario di 3° ciclo, tenuto dalle facoltà teologiche della Svizzera romanza, sul tema cruciale dell'origine e degli sviluppi del Pentateuco. L'opera s'inserisce nel vivissimo dibattito attuale circa le seguenti questioni di fondo: 1) valore attuale, limiti e superamento della teoria documentaria wellhauseniana; 2) valore attuale, limiti e superamento delle posizioni classiche di G. von Rad e M. Noth; 3) natura della relazione tra i libri della Torah e i libri storici seguenti, fino a 2 Re, cioè, quale tipo di rapporti intercorre tra le classiche fonti pentateucali e la letteratura deuteronomistica, e, naturalmente, di che natura, origine ed estensione sono rispettivamente i due ambiti letterari. All'interno di questi tre grandi orientamenti vi è, poi, una miriade di problemi interconnessi, specialmente di fronte all'attuale sfida lanciata da studiosi come Rendtorff, Schmid, Van Seters, ecc., alla comprensione tradizionale degli sviluppi del Pentateuco. Un dato è comunque certo: a qualunque posizione ci si affianchi, oggi il disagio di fronte all'interpretazione tradizionale del Pentateuco è generale; senza dubbio, come afferma lo stesso curatore, De Pury, un mantenimento del passato o un ritorno ad esso sono ormai impossibili, anche per coloro che difendono a denti stretti le ipotesi classiche.
Di tale travagliata situazione la presente opera ha raccolto l'esame, il dibattito e i possibili orientamenti per il prossimo futuro. Si deve dire che, grazie alla qualità dei collaboratori e dei loro interventi, l'intento del De Pury, so-sostenuto anche da S. Amsler, M. Rose, Th. Ròmer, Y. Goldmann e R. Thétaz, è stato ampiamente raggiunto. L'opera s'inserisce nella vivacità del dibattito odierno come un'autorevole messa a punto da cui non si può prescindere.
Il libro si apre con l'ampio e utile contributo introduttivo del De Pury, che «tituisce anche la prima parte dell'opera. Una sintesi utile e stimolante. La seconda parte raccoglie gli interventi attinenti agli strati letterari del Penta-Bfuco (couches lìttéraires): L'histoire biblique des origines (Gen 1-11) dans le con-mxte de la rédaction sacerdotale du Pentateuque (R. Rendtorff); Quelques remar-mues sur Pg et la dentière rédaction du Pentateuque (J. - L. Ska); Empoìgner le mcntateuque par sa fin! L'investiture de Josué et la mort de Moìse (M. Rose); Les Wtemières étapes lìttéraires de la formation du Pentateuque (J. Vermeylen); Que Utte-t-il du Yahwiste et de l'Élohiste? (H. Seebass). La terza parte presenta con-Kbuti sulle tematiche e sulle tradizioni pentateucali:
Les documents de la lai et la formation du Pentateuque (S. Amsler); La tradition patriarcale en Genèse 12-35 (A. de Pury); Israel à la montagne de Dieu. Remarques sur Ex 19-24; 32-34 et sur le contexte littéraire et historique de sa composition (E. Blum); Le thème de la sor-tie d'Éqypte et la naissance du Pentateuque (E. Zenger). La quarta parte, infine, con gli interventi di F. Criisemann e H. H. Schmid, cerca di offrire delle linee di sintesi.
I saggi offrono una vasta gamma di posizioni, da quelle più avanzate, tra le quali primeggia quella di Rendtorff ("Je plaide en faveur d'une nouvelle ap-proche, où l'on ne répartisse pas d'entrée de jeu les textes en «sources» ou en «couches» déterminées, mais où l'exégèse prenne pour objet le texte dans sa configuration présente"), a quelle conservatrici, benché sofferte, come la posizione di Zenger ("Rebus sic stantibus, c'est toujours le «modèle de Wellhau-sen» qui se justifie, mais sous une forme modifiée et en renoncant à une application trop mécanique"). Tra le posizioni moderate, che sono la maggioranza, vi è poi una diversità di sfumature (de Pury, Vermeylen, Ska). Da sottolineare il suggerimento stimolante di Amsler di capovolgere l'atteggiamento critico tradizionale, secondo cui il Pentateuco è una storia che contiene delle leggi; esso sarebbe invece da considerare piuttosto come la Legge in veste e corniciatura narrative. Non meno interessante è quanto Schmid afferma circa le diverse conseguenze teologiche delle due distinte interpretazioni: rispettivamente, la concezione del Pentateuco come entità teologico-letteraria chiusa e quella invece che considera la globalità dell'Ennateuco (da Genesi a 2 Re). La prima interpretazione affetta la posizione ebraica, la seconda quella cristiana.
Gli spunti di discussione, come si può notare, sono molti. È impossibile presentarli tutti. E quel che accade spesso nel presentare opere collettive. Rimane, come si è detto all'inizio, che il presente volume, pur rimanendo un contributo nell'ambito della «tempesta» contemporanea, è a nostro parere un contributo da cui bisogna necessariamente partire per affrontare correttamente la problematica dei libri storici dell'AT.
|