Matanic Anastasio G. ,
Recensione: G. Racca, La Regola dei Frati Minori ,
in
Antonianum, 64/4 (1989) p. 618-619
.
Il volume del P. Racca risulta redatto con finalità formative e con la volontà di offrire agli interessati un manuale (testo, sussidio). Tenendo presenti queste intenzioni, otteniamo la chiave migliore per la comprensione e per la valutazione del libro. Esso, oltre alle pagine introduttive ed all'elenco dei testi utilizzati (pp. 237-245), contiene dodici capitoli rispondenti al numero dei capitoli della vetusta Regola. La trattazione è generalmente ben documentata e talora critica. Date le finalità e la natura del volume, non ci si possono aspettare delle « novità », sebbene l'autore si mostri discretamente informato circa i problemi e le relative discussioni, e cerca di assumervi atteggiamenti sani ed equilibrati. Le sue fonti principali sono numerose: da quelle provenienti dai tempi del francescanesimo a quelle più recenti della tradizione francescana e del diritto canonico attuale, sia generale che particolare. L'autore scrive principalmente per i Frati Minori « simpliciter dicti », anche se si serve talora delle fonti provenienti dall'O.F.M. Conv. e dall'O.F.M. Cap. La letteratura usata è buona e abbondante, sebbene, a nostro parere, per singoli argomenti poteva essere più particolareggiata. Vi si vedono studi e opere recenti riguardanti alcune scienze umane (psicologia, pedagogia), il che torna a gran vantaggio dell'opera. Vi si osserva, talora, una minore misura di criticità, come ad es., riguardo alla più volte citata Expositio Regulae, già attribuita a san Bonaventura, oppure riguardo alle parole di san Francesco citate secondo i suoi biografi.
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