Nobile Marco ,
Recensione: L. Monloubou-F.M. Du Buit, Dizionario Biblico Storico/Critico,
in
Antonianum, 63/2-3 (1988) p. 432
.
Nella panoramica, oggi felicemente ampia, delle pubblicazioni di carattere biblico in lingua italiana, va dato un posto di rilievo a questo nuovo dizionario della Editrice Boria.
Esso è la traduzione del Dictionnaire Biblique Universel, del 1985. La presente edizione è curata egregiamente dal noto biblista R. Fabris, il quale ha saputo dare qualche ritocco in più rispetto all'originale.
Difatti, agli oltre tremila lemmi già esistenti, egli ha aggiunto circa duecento voci, per lo più onomastiche e storico-archeologiche, ma anche di natura teologica, quali coscienza, missione, popolo di Dio, promessa. A ciò si devono aggiungere un vasto indice dei termini biblici, all'inizio, e un piccolo atlante alla fine dell'opera. L'indice è particolarmente utile, perché sono stati adoperati degli accorgimenti tipografici che permettono lavori di ricerca ai destinatari del dizionario: operatori pastorali, sacerdoti e laici, e tutti coloro che nella variopinta mappa dell'associazionismo cattolico odierno affrontano con serietà lo studio della Parola di Dio.
Le voci si caratterizzano per l'essenzialità e la chiarezza. Certo, chi accede al dizionario per un lavoro di ricerca, deve poi approfondire altrove gli argomenti; ma si può affermare che chi sa usarlo bene, ha già in mano il minimo indispensabile per farne una base solida e aggiornata su cui sviluppare i passi ulteriori.
L'efficacia di questo dizionario è una conferma della sensibilità non solo scientifica, ma anche didattica dei due autori francesi, già noti in ambito esegetico-biblico.
Una piccola osservazione. La precisazione alla titolatura italiana dell'opera, « storico-critico », assente nell'originale, è superflua. Comprendiamo dalla giustificazione che ne fa il curatore a p. 7 che vi è, con ogni probabilità, un intento velatamente polemico nei riguardi di contemporanee metodologie emergenti, ma, dato che l'efficacia e l'orientamento del dizionario si raccomandano da soli, credo non sia opportuno conferire ad un'opera scritta da altri un tono che essa non ha.
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