Herman Z.I. ,
Recensione: Grech, Prosper, Ermeneutica e Teologia biblica,
in
Antonianum, 61/4 (1986) p. 768-769
.
L'autore, noto per il suo interesse e competenza in questioni di ermeneutica e teologia biblica, ha avuto la felice idea « dietro suggerimento degli alunni e di alcuni colleghi » (p. 4) di riunire in un volume ventitre dei suoi studi tra i più qualificati in materia e apparsi prima in periodici di difficile accesso al largo pubblico. Nella brevissima nota introduttoria si precisa che tutti gli articoli « hanno una certa unità di tema e di metodo » (p. 4). Anche per quanto riguarda il tempo di composizione sono quasi tutti freschi di stampa (dal 1976 in poi), tre addirittura pubblicati per la prima volta. I titoli parlano da sé:
« Reinterpretazione interprofetica ed escatologia veterotestamentaria » (pp. 5-39); « Saggio sul linguaggio della scrittura e la sua interpretazione» (pp. 40-58); « Il magistero nella scrittura e nella tradizione » (pp. 59-76); « L'Antico Testamento come fonte della cristologia nell'età apostolica» (pp. 77-96); «I "testimonia" e la moderna ermeneutica » (pp. 97-107) ; « Il problema ermeneutico del secondo secolo» (pp. 108-118); «I principi ermeneutici di Sant'Agostino: una valutazione» (pp. 119-134); «Il problema cristologico e l'ermeneutica» (pp. 135-172); «La nuova ermeneutica: Fuchs e Ebeling » (pp. 173-194); «Strutturalismo ed esegesi tradizionale: un bilancio » (pp. 195-207); « Wittgenstein e l'ermeneutica » (pp. 208-215); «Unità e diversità del Nuovo Testamento» (pp. 216-224);
« Criteri di ortodossia ed eresia nel Nuovo Testamento » (pp. 225-241); « I generi letterari del NT » (pp. 242-277); « 2 Cor 3,17 e la dottrina paolina della conversione allo Spirito Santo» (pp. 278-299); «Le linee portanti del NT in funzione dell'annuncio » (pp. 300-317); « Sviluppo della cristologia nel NT » (pp. 318-334); «Esperienza spirituale nel NT» (pp. 335-361); «Motivazioni cristologiche nell'etica paolina » (pp. 362-381); « Fede e sacramenti in Giov 19,34 e 1 Giov 5,6-12 » (pp. 382-396); «L'apologia di Paolo negli "Atti degli Apostoli"» (pp. 397-410); « Timoteo e Tito: modelli del vescovo nel periodo subapostolico » (pp. 411-419); «"Pace" nella Sacra Scrittura» (pp. 420-435).
Grech non è il primo ad affrontare la maggior parte dei temi elencati; tutti, o quasi, sono stati già trattati e discussi in diverse sedi e da diversi punti di vista. Il merito di Grech, a nostro parere, è principalmente quello di aver « rispolverato » con stile, acume e competenza che gli sono propri alcuni temi nevralgici riguardanti sia l'ermeneutica che la teologia biblica e troppo spesso accantonati nella discussione esegetico-teologica: la gran parte degli studi di Grech sono incentrati sulla vita e sul credo della chiesa delle origini. La vita e il credo che sono assurti a canone (cf. Gal 6,16) per le successive generazioni cristiane. Si può dissentire da questa o quella asserzione dell'A., ma non si può non rimanere affascinati e coinvolti dalla chiarezza di esposizione, lealtà scientifica e ansia pastorale che permeano ogni pagina del libro.
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