Herman Z.I. ,
Recensione: E. Galbiati - A. Piazza, Pagine difficili della Bibbia (Antico Testamento). Nuova edizione rinnovata,
in
Antonianum, 61/4 (1986) p. 775-777
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Mons. Enrico Galbiati, Prefetto della Biblioteca Ambrosiana nonché benemerito biblista a cui non poche leve dell'esegesi italiana guardano con grato orgoglio, presenta la quinta edizione, ora completamente rinnovata, di uno dei suoi frutti più riusciti che maturò ancora nel lontano 1951, in collaborazione con Mons. Alessandro Piazza, Vescovo di Albenga -Imperia. Il libro ha percorso un lungo cammino fungendo da testo in quasi tutti seminari italiani e da musa ispiratrice su tanti pulpiti. Undicesima ristampa della quarta edizione vide la luce nel 1966, all'alba del postconcilio. Dopo vent'anni, ecco la nuova edizione aggiornata, ampiamente rifatta e aumentata.
La prima edizione fu spronata dallo « spirito saggiamente innovatore e caldamente esortativo » (p. 6) dei tre documenti del Magistero di allora: l'enciclica Divino afflante Spiritu, la Lettera del Segretario della Pontificia Commissione Biblica al Cardinale C. Suhard, Arcivescovo di Parigi, sulle fonti del Pentateuco e sulla storicità dei primi undici capitoli della Genesi, nonché l'enciclica Humani generis del 1950. I tre pronunciamenti del Magistero dovevano essere « costante richiamo, a noi e ai lettori, delle linee direttive per la nostra fatica» (p. 11). In quest'ottica si ribadiva l'« autenticità mosaica del Pentateuco » dalla quale « dipende in gran parte... il valore storico dei primi cinque libri della Bibbia » (p. 9) e si insisteva « che, nonostante il linguaggio semplice e metaforico, il racconto biblico sulle origini dell'umanità e del popolo eletto va considerato come storico » (p. 11).
La Costituzione dommatica « Dei verbum » del Concilio fu per gli autori ulteriore prova « che la strada scelta non era sbagliata » (p. 13). Tra tante pubblicazioni postconciliari di indole biblico-teologica, Le pagini difficili della Bibbia con la loro preoccupazione esclusivamente apologetica rispondevano tuttora, secondo gli autori, alla precisa domanda di non pochi: « Come conciliare la "verità della Bibbia" con i dati acquisiti dalle scienze naturali e dalla storia, con gli orientamenti della mentalità religiosa ed etica moderna, ecc. » (p. 14). Nulla di strano che « ripetutamente, anzi insistentemente e da varie parti » gli autori delle Pagine difficili ricevettero la richiesta di ridarle alle stampe « nel loro tenore originario o, quanto meno, con lo stesso spirito, atto a infondere fiducia e sicurezza» (p. 14). E' dunque un libro di apologetica biblica per cui va letto e valutato esclusivamente in quest'ottica.
La preoccupazione apologetica riguarda prevalentemente i primi undici capitoli della Genesi. Rispetto alle precedenti edizioni troviamo ora alcune sezioni completamente nuove oppure fortemente ritoccate, per es.: « L'origine storico-letteraria del "Pentateuco" » (pp. 82-86), « Creazione ed evoluzione » (pp. 123ss), « Motivo e modalità della prova e della caduta » (pp. 144ss), «Polemica sull'origine del male» (pp. 184ss), ecc. Gli autori rivelano una particolare sensibilità e interesse per il dialogo con le scienze naturali e con la storia « profana ». In questo senso sono emblematiche le pagine sul « Rapporto tra preistoria e Genesi » (pp. 217ss) e più in generale sul « Rapporto tra documenti storici e racconto biblico » (pp. 262ss).
L'aggiornamento bibliografico all'interno del testo risulta meno felice. La gran parte dell'apparato critico è rimasta la stessa per cui le indicazioni bibliografiche troppe volte si fermano agli anni sessanta. Sono da segnalare tuttavia sei pagine di « Bibliografia selezionata » alla fine del volume, compilata per i « non specialisti, per iniziarsi e progredire nello studio e nella valorizzazione spirituale dell'Antico Testamento, con particolare riguardo agli argomenti trattati o accennati nel presente libro » (p. 435).
Lo stile è severo e non di rado perentorio. A mo' di esempio si potrebbe citare l'imperativo riguardante l'esegesi delle « piaghe d'Egitto » e in genere i fenomeni miracolosi dell'A.T.: «L'autore ispirato le (= se. "piaghe d'Egitto") giudica tali (= se. miracolose) e tale dev'essere il giudizio dell'esegeta » (p. 286). Tuttavia il libro non scende in facile polemica. I temi trattati sono fin troppo connessi con il cuore del messaggio biblico (cf. soprattutto il capitolo conclusivo sul messianismo) e della tradizione ecclesiale per dare lo spazio alle « questioni disputate » o perdere tempo in punti marginali. Gli autori volevano ri-dare in mano al lettore medio una sicura guida alle « Pagini difficili della Bibbia ». Lo specialista per conto suo saprà individuare da una parte non pochi punti interrogativi e, dall'altra, congratularsi per altrettante sintesi felici. Benché « venuto da lontano » il libro troverà sicuramente meritata accoglienza e attenzione sul sovraffollato mercato biblico, grazie anche alla gradevole veste tipografica (cf. tuttavia errori di refuso all'ultima riga p. 18 e alla riga 11 p. 348). Rimane l'augurio che la parte dedicata al Nuovo Testamento non tardi troppo.
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