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Recensione: G. Marchesi, 77 Vangelo della salvezza

 
 
 
Foto Adinolfi Marco , Recensione: G. Marchesi, 77 Vangelo della salvezza, in Antonianum, 62/4 (1987) p. 779-780 .

Iniziando a commentare nel 390 il vangelo di Matteo, san Giovanni Crisostomo faceva notare ai suoi fedeli di Antiochia che se fosse stata grande la purezza di vita dei cristiani, lo Spirito Santo non avrebbe ispirato le Sacre Scritture, ma si sarebbe comunicato ad essi direttamente, avrebbe scritto nei loro cuori le sue istruzioni. Erano state le deviazioni dottrinali e morali dei credenti a rendere necessaria la stesura con in­chiostro dei precetti divini. Per cui ora, solo attraverso l'amore diligente verso i libri sacri i cristiani possono cogliere le esigenze etiche del Signore e onorarle nella loro vita. Eppure, continuava il Crisostomo, c'è più d'uno che, per indifferenza o disinteresse, non trae profitto dai libri ispirati tutt'altro che facili da comprendere. Ma « se io vi vedrò avidi e desiderosi di apprendere, cercherò di rispondere a ogni quesito ».

Avidità e desiderio di apprendere la volontà di Dio per tradurla in obbedienza di fede animano senza dubbio i partecipanti all'eucaristia nella chiesa romana del Gesù quando il p. Marchesi della « Civiltà catto­lica » commenta le letture bibliche delle domeniche e delle feste. E' una conclusione che s'impone se al Vangelo della misericordia edito nel 1985 segue ora questo Vangelo della salvezza con le omelie su Matteo.

Come per il volume precedente, anche per questo, confessa l'A., le I omelie « sono diventate libro solo dopo lunga elaborazione e più ampia documentazione » (p. 5). Non è il caso di ripetere gli apprezzamenti posi­tivi che abbiamo già avuto occasione di esprimere a proposito del Van­gelo della misericordia (cf. Antonianum 6/1985/694). Non ci si può tuttavia ìottrarre all'impressione che, paragonato al primo, questo secondo vo-ume abbia guadagnato in profondità focalizzando in chiave rigorosa-ìente biblico-teologica i due principali filoni matteani di Cristo e della Chiesa. Lo prova, tra l'altro, il numero delle autorità citate accresciuto di molto: oltre venti tra Padri, dottori della Chiesa e autori spirituali; più di trenta tra esegeti e teologi moderni.

Per l'utilità di sacerdoti, religiosi e laici impegnati non ci resta che augurare a questo volume almeno la stessa diffusione del precedente che attende ormai la seconda edizione.