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Recensione: ARTUR WEISER, I Salmi 1-60 (Antico Testamento 14); IDEM, I Salmi 61-150 (Antico Testamento 15)

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: ARTUR WEISER, I Salmi 1-60 (Antico Testamento 14); IDEM, I Salmi 61-150 (Antico Testamento 15) , in Antonianum, 60/1 (1985) p. 187-188 .

L'Editrice Paideia offre al pubblico italiano, con questi due volumi, ancora un'opera classica nel suo genere. Si tratta della traduzione del commento ai Salmi del noto esegeta tedesco A. Weiser, per la serie Antico Testamento (corrispondente a quella tedesca Das Alte Testament Deutsch).

L'edizione è stata curata bene, anche se, oltre agli errori di stampa irrilevanti, a volte se ne trovano alcuni di maggior rilievo, che rendono difficile e confusa la comprensione, come a p. 28, ove le citazioni del­l'Esodo, in riferimento all'arca dell'alleanza, sono incomprensibili, o a p. 378, nel commento al Sai 45,3, ove è saltata qualche parola.

In merito al commentario, la sua peculiarità è che il criterio unico e unificante che il W. usa (con eccezioni e sfumature varie) per situare e comprendere la produzione salmica, è la celebrazione annuale della festa dell'alleanza. Su tale sfondo, l'Autore imbastisce il suo lungo discorso introduttivo delle pp. 17-106. La maggioranza dei salmi troverebbe la sua origine e il suo senso, sia formale che contenutistico, nella festa che l'anfizionia tribale d'Israele (secondo la discussa e ormai discutibile espressione di M. Noth) celebrava ogni anno d'autunno e che consisteva nel rinnovamento del patto tra le tribù israelitiche e Jahwè. La celebra­zione si sarebbe mantenuta anche all'avvento della monarchia, caricandosi però di nuovi elementi propri del culto di Gerusalemme, come il valore teologico del Sion e della dinastia davidica.

Merito del W. è quello di sottolineare l'importanza fondamentale della storia delle tradizioni e, in particolare, della storia della liturgia israelitica; perenne pomo della discordia, quest'ultimo, tra esegeti, causato anche dalla irsa documentazione che I'AT offre in proposito. E' tuttavia indubitabile che, come propone il W., l'esegesi dei Salmi non si debba servire solo della critica letteraria e di quella formale, ma debba invece approfondire anche l'humus cultuale nel quale ha trovato coltura la poesia salmica e, non solo, ma anche gran parte della letteratura veterotestamentaria.

Accettato, però, il criterio generale della critica tradizionale e storico-liturgica, rimangono, a nostro parere, due osservazioni da fare. La prima è che le motivazioni esplicataci delle scelte del criterio suddetto, si basano, nei dettagli, su teorie fino a qualche tempo fa indiscutibili per una certa tradizione esegetica (del resto l'edizione originale del commentario è del 1966), quali, ad es., il suaccennato concetto di anfizionia tribale oppure una certa convinzione, seria ma un po' troppo sicura, di poter descrivere ade­guatamente una storia delle origini delle tribù israelitiche. Allo stato attuale delle ricerche, le cose sembrano più complicate e meno appaganti di quanto si potesse pensare prima (cf. in proposito il recente libro di J.A. Soggin, Storia d'Israele Brescia, Paideia, 1984, 41-74).

La seconda osservazione è che, di conseguenza, a volte suona come un « dogma » martellante la ripetizione continua del concetto e dell'espres­sione di « celebrazione della festa dell'alleanza », anche se, come si è detto, il punto di partenza metodologico è condivisibile.

Riguardo al commento dei singoli salmi, lo stile della collana è rispet­tato con eleganza. Si rinunzia a dibattere questioni filologiche e si prefe­risce sviluppare invece la spiegazione teologica; il che rende l'opera utile non solo per gli specialisti, ma anche per coloro che vogliono ricevere una seria introduzione alla preghiera per eccellenza della comunità cri­stiana.