Nobile Marco ,
Recensione: J. ALBERTO SOGGIN, Storia d'Israele ,
in
Antonianum, 60/1 (1985) p. 188-190
.
Due le caratteristiche di questa ulteriore storia d'Israele: 1) una messa a punto attuale, che si esìgeva, dello sterminato materiale e delle vaste e molteplici ricerche nel campo storico-biblico; 2) la prospettiva metodologici richiesta dai risultati degli studi suddetti, per poter affrontare adeguatamente un'impresa spinosa come la ricostruzione della storia dell'Israele biblico.
Per quanto riguarda la prima caratteristica, il lettore potrà trovare nel libro una sostanziosa sintesi di quegli studi critici sull'AT iniziati alla fine del secolo scorso e proseguiti con poderosa solerzia e con i risultati più inattesi fino ad oggi. Di tale intensa ricerca è stato protagonista lo stesso Autore, noto esegeta, come dimostrano le frequenti autocitazioni; naturalmente, la letteratura citata è molto più ampia, aggiornata e felicemente sistemata all'interno del testo con criterio tematico (anche se si sarebbe desiderata pure l'inserzione di una bibliografia generale per chi volesse ritrovare un titolo sperduto nell'ampio materiale).
Riguardo alla seconda caratteristica, il S., coerente con l'esigenza dello stato attuale della questione, magistralmente sintetizzato e presentato nel i secondo capitolo della prima parte (pp. 41-74), pensa che di storiografia nel ì senso attuale del termine, come possibilità di ricostruire con una certa affidabilità un evento o una serie di eventi storici, si possa parlare solo a partire dall'inizio della monarchia. E' in tale periodo (verso il X sec. a.C.) che nascono e si sviluppano esigenze archivistiche e storiografiche, soddisfatte col più ampio assemblaggio di materiale documentario, includente anche antichissime tradizioni. Così, il Nostro comincia la sua storia con Davide e Salomone, indi, passa ad esaminare nella seconda parte le controverse tradizioni delle origini del popolo.
Su questo terreno, le difficoltà a volte insormontabili, stanno nella mescolanza di motivi tradizionali, di saghe, di racconti vari e di plasmature redazionali posteriori riflettenti condizioni socio-politiche e religiose tardive. Ricostruire, quindi, la storia d'Israele dei tempi precedenti la cosiddetta «conquista» della terra (ed anche questa), è un problema non solo difficile, ma anche, allo stato attuale delle ricerche, talvolta senza soluzione, specialmente in relazione ai periodi più antichi. Il S. si muove però con equilibrio. Su un terreno più sicuro, anche se non meno irto di difficoltà, si ammina, quando si studia la storia dei due regni divisi, Israele e Giuda parte).
Com'è comprensibile, data la specializzazione veterotestamentaria dei-Autore, la parte più ricca e soddisfacente del libro è quella che riporta la storia fin quasi al periodo persiano; dopo, il discorso diviene sempre ù rapido e qualche volta sommario (all'apocalittica sono dedicate appena uè pagine, 429-31). E pur tuttavia, in quest'ultima parte del libro, che arriva sino all'ultima rivolta giudaica (135 d.C), vi è qualche sprazzo di luce e di originalità. Ad es., nelle pp. 460-63, il gruppo dei farisei viene presentato in una luce più equanime che fa giustizia di un inveterato pregiudizio storico-teologico (cf. anche le pp. 486s). Inoltre, è da rallegrarsi del taglio ecumenico e quindi più equanime con cui l'A. accenna al problema dell'ebraismo e di alcune costanti del suo pensiero (vedi le pp. 464 69). Il libro, poi, è dedicato all'Università ebraica di Gerusalemme, dove il S. ha avuto modo e spazio di condurre in porto la sua impresa.
Da segnalare due appendici interessanti, una di D. Conrad d'introduzione all'archeologia siro-palestinese, e una di H. Tadmor sulla cronologia dell'epoca monarchica.
Una serie utile di indici, come tocco finale, fa di questa ulteriore fatica del S. un buon manuale moderno da raccomandare. A p. 339, correggere XVI dinastia con XXVI.
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