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Recensione: AA.VV., Peccato e riconciliazione nelle Religioni

 
 
 
Foto Pesce Pier Giuseppe , Recensione: AA.VV., Peccato e riconciliazione nelle Religioni, in Antonianum, 60/2-3 (1985) p. 530-531 .

Promosso dall'Istituto Studi Asiatici (P.I.M.E., Milano) e dall'Abbazia di Praglia (Padova), il 27-29 maggio 1983 si è svolto il VI Seminario Teologico-Missionario. Tema deirincontro di studio era appunto « Peccato e riconciliazione nelle Religioni », considerato sullo sfondo teologico-sal-vifico della domanda del Pater noster: « rimetti a noi i nostri debiti ». II volume che presentiamo ne contiene gli Atti.

Il titolo sembra indicare un orizzonte quanto mai ampio. In realtà, il problema è stato preso in esame unicamente nel contesto di queste grandi religioni: ebraico-cristiana, islamica, induista, buddista. E' vero che si tratta delle religioni più prestigiose sul piano dottrinale-storico e che assieme raggruppano tuttora gran parte dell'umanità; ma non sono le uniche... Naturalmente, gli organizzatori erano liberissimi di fare le scelte da loro ritenute più opportune; tuttavia, sembra legittimo un certo rammarico per l'esclusione di altre forme religiose che trovano anche oggi un largo seguito.

Comunque, pur con questi limiti (che poi non sono tanto ristretti!), il volume si raccomanda ampiamente come opera di alto valore scientifico e di grande interesse informativo. Le relazioni raccolte sono sette: una, relativa alla religione ebraico-cristiana (V. Mannucci); due relative, ri­spettivamente, a quella islamica (M. Lagarde; T. Michel), induista (M. Pian-teli; S. Piano) e buddista (A.N. Terrin; A. Pezzali). Si tratta di studi altamente specialistici. La competenza degli autori permette loro di padroneggiare magistralmente le fonti, da cui ricavano abbondanti infor­mazioni e autorevoli riflessioni.

Per molti la lettura di queste pagine riserberà forse qualche sorpresa, tanti sono i dati di prima mano che permettono di farci un'idea più precisa e articolata del problema in questione. Gli autori non si prefig­gono di stabilire direttamente paralleli o confronti tra le interpretazioni che del peccato e della riconciliazione offrono le varie religioni. Ma, dal quadro complessivo che ne risulta, ognuno è facilmente in grado di rica­vare le proprie valutazioni.

L'impressione globale è che, anche in merito a queste complesse pro­blematiche, tra le grandi religioni i punti in comune (o, almeno, le con­vergenze in profondità) non sono né poche né marginali. In questo senso, l'opera apporta un suo qualificato contributo all'approfondimento del « dialogo ecumenico » tra le stesse religioni. Ed è in questa prospettiva ecumenica che il libro va meditato e valutato: e a questo scopo, le dense pagine introduttive di L. Sartori possono offrine considerevoli spunti di orientamento sia per una corretta impostazione dell'ermeneutica ecume­nica in genere e sia per una sua prima applicazione al tema trattato.