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Recensione: W.D. Davies - L. Finkelstein (Eds.), The Cambridge History of Judaism. Voi, 1: Introduction. The Persian Period

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: W.D. Davies - L. Finkelstein (Eds.), The Cambridge History of Judaism. Voi, 1: Introduction. The Persian Period , in Antonianum, 60/4 (1985) p. 692-693 .

Quello che viene presentato è il primo dei quattro volumi sulla storia del giudaismo che la Cambridge University Press ha pianificato. Il periodo cronologico che l'opera intera considera, va dall'esilio babilonese dei Giudei (587 a.C.) alla codificazione della Misna (250 d.C).

L'iniziativa merita un vivo plauso da parte del mondo scientifico per due motivi, uno inerente al contenuto, l'altro alla forma. Riguardo al contenuto, la pluralità degli autori, della loro estrazione specialistica e della confessionalità, permette al lettore di essere messo di fronte a un orizzonte storico-culturale iridato, i cui colori sono tutti necessari per una visione d'insieme e quanto più possibile esaustiva.

E' vero che tale metodologia presenta i suoi limiti, dovuti alla man­canza di unitarietà, a inevitabili ripetizioni, a pareri contrastanti, tutta­via, e qui arriviamo al secondo motivo di plauso, il tentativo di mettere insieme apporti così disparati, crea la comunità scientifica animata da conoscenza reciproca e dialogo. La scienza e l'umanità non possono rice­verne che bene.

E' quanto si può constatare in questo primo volume, che analizza nei suoi; vari aspetti il cosiddetto periodo persiano, quello cioè che assiste all'ascesa della dinastia achemenide nel VI sec. a.C. e che, dopo la para­bola di circa due secoli e mezzo, deve soggiacere anch'essa ad una nuova potenza, quella di Alessandro Magno.

Creatore dell'impero persiano era stato Ciro II, il quale aveva abbat­tuto (539 a.C.) la potenza ormai decadente di quella Babilonia che una cinquantina d'anni prima aveva atterrato il regno di Giuda. I successori di Ciro pensarono a consolidare e ad ampliare l'impero di cui, per vicen­de alterne, ebbe a fare parte anche l'Egitto.

Sullo sfondo di questo panorama storico internazionale si staglia decisa una fase originale e particolare della storia d'Israele. Una fase che continuava il passato al prezzo di una trasformazione storico-cultu­rale radicale che si denomina giudaismo, anche per la prevalenza della componente giudaica (l'ex regno del sud della Palestina). Il giudaismo era quella forma di vita, pensiero e cultura che si era venuta a creare in seguito al crollo definitivo della statualità monarchica, limitata ormai alla Giudea.

Tutto quello che seguì per sopravvivere, sia in Palestina che nella Diaspora (particolarmente quella della Mesopotamia, ma anche quella d'Egitto), fu un rivoluzionamento della fede e dei costumi, che si nutrì anche dell'apporto di nuove componenti culturali.

Di questo interessante periodo storico i vari apporti scientifici del libro in questione danno uno spaccato, in modo che gl'interventi, pur se a volte in contrasto, come si è detto (vedi, ad es., le differenti ipotesi di E. Bresciani a p. 368 e di B. Porten a p. 379 circa l'origine della colonia militare giudaica di Elefantina), concorrono tuttavia a dare una visione d'insieme. Così, dopo un'introduzione che tratta della geografia palesti­nese e limitrofa, della numismatica e di problemi di calendario' e di cro­nologia, si è condotti lungo le coordinate delle questioni più disparate, da quella archeologica a quella filologica, da quella storica a quella teologica.

Non tutti i saggi presentano lo stesso livello di originalità, ma ciò potrebbe essere anche un fatto relativo a chi legge. Del resto, comple­tezza d'orizzonte non implica sempre una profondità originale e nuovi apporti.

Da segnalare gl'indici bibliografici per capitoli e argomenti alla fine del volume.