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Recensione: D'ANDEA GIOACCHINO FRANCESCO, Marmora Cineres et Nihil

 
 
 
Foto Vazquez Janeiro Isaac , Recensione: D'ANDEA GIOACCHINO FRANCESCO, Marmora Cineres et Nihil, in Antonianum, 59/1-2 (1984) p. 528-529 .

Questo libro, occasionato dal recente centenario francescano, non e una delle solite pubblicazioni celebrative ma ha un carattere e un taglio piuttosto insolito.

II prolifico e versatile P. Gioacchino D'Andrea, dopo aver regalato ai bi-bliofili nel  1974 Repertorio  bibliografico del Frati Minori Napoletani in cui recensiva con metodo ragionato gli scritti dei Frati Minori Napole-tani, con questo denso volume si cimenta ora nel campo dell'epigrafia, raccogliendo in un sol « corpus » organico e completo le scritte esistenti raccogliendo in un sol « corpus » orgánico e completo le scritte esistenti nei 44 conventi della Provincia Francescana Napoletana.

Sono oltre 2.000 le iscrizioni regístrate, alcune delle quali importanti per antichitá e vigore stilistico. II método é quello usato dall'Accademia Reale di Berlino, promotrice della celebre collezione Corpus Inscriptionum Latinarum (CIL).

E' un'opera quella del P. D'Andrea fatta per studiosi di palato fino. Malgrado il numero delle iscrizioni, ci troviamo di fronte ad un libro di facile consultazione. L'Autore si é sobbarcato a una mole di lavoro non indifferente per dipanarne e sminuzzarne il folto contenuto mediante quattro copiosi ed esaustivi indici, che si rivelano assai comodi per l'utiliz-zazione del volume.

La distribuzione della materia é la più logica.

Procedono il tutto delle note storiche sui Frati Minori Napoletani redatte a grandi linee « en passant », avendone giá l'Autore trattato in maniera piü ampia nell'altro suo noto volume I Frati Minori Napoletani nel loro sviluppo storico, Napoli 1967; seguono poi le scritte, distribuite per conventi posti in ordine alfabético di localitá (dei singoli conventi si danno delle brevi notizie in prospettiva storica); vengono infine i quattro indici:  cronológico, incipitario, onomástico, generale.

Resta ora da augurare buona fortuna al volume, il quale — osiamo osservare — sarebbe piü accessibile e popolare se si fossero sciolte le abbreviazioni e si fossero tradotte in lingua italiana le numerose iscrizioni redatte in altre lingue. Vuol dire che compete alie singóle case religiose recensite fare degli estratti dall'opera curando l'integrazione dei nessi e la traduzione delle scritte per la parte che compete ad ognuna.