Herman Z.I. ,
Recensione: SAGRADA BIBLIA traducida y anotada por la Facultad de teologia de la Universidad de Navarra. - Santos Evangelios ,
in
Antonianum, 58/4 (1983) p. 661-662
.
Questa edizione dei quattro vangeli fa parte del grande progetto della Facoltà teologica dell'Università di Navarra, che si prefigge — sull'auspicio del fondatore e primo gran canceliere Mons. Josemaria Escrivà de Bala-guer — « de preparar la publicación de una Biblia asequible al mayor sector posible de pub lieo », una « Biblia popular » (p. 9).
Il volume comprende la seconda edizione del vangelo di Matteo (marzo 1981), la prima ed. di Giovanni (ottobre 1980), nonché le edizioni completamente rifatte dei vangeli di Marco (1. ed, 1976) e di Luca (1. ed. 1977). Alla fine viene aggiunto un Indice de materias (pp. 1473-1520) « en el que se registra un buen nùmero de temas biblicos, doctrinales y ascéticos, con las referencias al texto sagrado de los Evangelios y a las notas e intro-ducciones en las que principalmente son tratados tales temas » (p. 10).
Nel commentario dei singoli testi vengono omesse, per principio, questioni erudite: « se han omitido pero se han tenido en cuenta » (p. 10). La traduzione castigliana è fatta sui testi originali, però sempre con l'occhio rivolto alla Neovulgata, approvata nel 1979 da Giovanni Paolo IL Infatti, accanto alla traduzione, viene stampato parallelamente il testo latino. Come criterio di traduzione viene presa « fidelidad al texto que se traduce y respeto del propio genio de la lengua a la que se vierte, sin em-plear modismos inadecuados al gènero de que se trata y conservando el vocabulario tradicional religioso de la lengua espanola, acunado a lo largo de siglos. Si alguna vez ha sido necesario emplear un neologismo o un termino tècnico menos conocido, lo explicamos en la nota correspondiente» (pp. 10-11).
Un aspetto particolare di questa edizione è il commentario che vuol tener in debito conto « una exposición general de la doctrina cristiana: no en forma sistemàtica, sino al hilo de los textos sagrados » (p. 11). Vi si fa riferimento continuo al Magistero, all'esegesi patristica e a quella dei grandi dottori medievali e degli scrittori spirituali », generalmente Santos de todas las épocas ..., a los mas autorizados intérpretes de todos los tiem-pos y a los escritos del Fundador de nuestra Universidad » (p. 11). Si vuole così, pare, sfuggire al soggettivismo ermeneutico insito in ogni interpretazione personale. Come dicono gli editori, il principio fondamentale dell'esegesi biblica dovrebbe essere quello di interpretare la Scrittura « en el seno de la Sagrada Tradición y bajo la guia del Magisterio » (p. 11). Principio in sé sicuramente valido e indiscutibile. Tuttavia non bisogna dimenticare che, con il semplice ricorso ai testi patristici, medievali spirituali e del Magistero, il commentatore e l'esegeta non vengono automaticamente sottratti ad ogni soggettivismo interpretativo, perché la stessa scelta dei testi citati, il contesto in cui vengono inseriti e il modo come vengono citati (per intero o in parte), sono tutti dei procedimenti soggettivi e discutibili. Questa edizione della Sagrada Bibita potrebbe infatti suscitare l'impressione (soprattutto presso il vasto pubblico a cui è diretta) che, scegliendo un tipo di commento che ricorre unicamente ai testi dei Padri e del Magistero, voglia essere anch'esso provvisto del carisma magi-steriale. Un'ambizione che, come detto a causa del soggettivismo di scelta non potrà mai avverarsi. Meraviglia inoltre non poco che l'unico contemporaneo ritenuto degno di avere i propri testi citati nel commentario della presente edizione alla pari dei Padri e del Magistero risulti il Mons. Jose-maria Escrivà de Balaguer (cf. Siglas de documentos y libros, pp. 14-24). Una scelta che, con tutto rispetto per il prescelto, lascerà perplesso ogni esegeta.
Questo volume della Sagrada Biblia dell'« Opus Dei » sarà pur sempre una proficua lettura spirituale.
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