Herman Z.I. ,
Recensione: K. ALAND, Neutestamentliche Entwiirfc ,
in
Antonianum, 56/2-3 (1981) p. 479-480
.
Kurt Aland, il notissimo esperto di critica testuale del NT e l'editore del Novum Testamentum Graece (261979), ha avuto l'ottima idea di raccogliere in questo volume i suoi studi (alcuni inediti) riguardanti la storia del cristianesimo primitivo, diversi temi particolari dell'esegesi neotestamentaria nonché quelli più specifici della critica testuale. Quasi tutti i contrbuti sono stati riveduti e ampliati di modo che FA. rivolge giustamente la preghiera ai lettori di citarli d'ora in poi in base al presente volume (cf. p. 7).
Come indica il titolo, si tratta di « Entwurfe », di « abbozzi », il che non dovrebbe far pensare che ci troviamo di fronte ad alcune « rasch hingeworfene Skizzen », perché ogni contributo si sforza « der jeweils gestelten Aufgabe mit aller Grundlichkeit und unter Aufbietung alien Materials nachzugehen (manchmal vielleicht, wie es dem Leser scheinen konnte, sogar mit zu vieil davon) » (p. 8). Il titolo vuole indicare soprattutto la provvisorietà di ogni lavoro scientifico che rimane pur sempre un « Stiickwerk"... wie der Apostel Paulus sagt, und einen Entwurf auf die in der Zukunft liegende wirkliche Losung hin bedeutet » (p. 8).
Fatta questa debita premessa, presentiamo brevemente i dodici contributi raccolti nel volume. Ci sono prima di tutto quattro studi inediti: 1) una lunga discussione di cento pagine sui rapporti tra chiesa e stato secondo il NT e le affermazioni del 2° secolo (pp. 26-123). Nella gran parte della letteratura del 2° secolo si riscontra ancora una fervente attesa della fine (parusia), che ha condizionato fortemente le relazioni tra stato e chiesa. E' sbagliato quindi dire che l'attesa della fine imminente sia arrivata al termine con l'opera letteraria di Luca. Lo conferma anche - 2) il secondo contributo inedito intitolato: Das Ende der Zeiten. Ueber die Naherwartung im Neuen Testament und in der friihen Kirche (pp. 124-182) che completa da vicino il primo. - 3) un altro studio inedito riguarda il problema della finale della lettera ai Romani e la sua « ursprùn-gliche Gestalt » (pp. 284-301): il cap. 16 di Rm apparterrebbe originariamente al corpus di Rm. - Il 4° contributo, dedicato all'origine del corpus paulinum (pp. 303-350), presenta i risultati a cui è arrivata l'equipe del-l'Institut jilr neutestamentliche Textforschung di Mùnster che fa capo a K. Aland: sono stati confrontati 256 passi delle lettere paoline in 634 manoscritti. Il risultato: agli inizi il corpus paulinum non era completo.
La raccolta più antica potrebbe aver contenuto 1-2 Cor, Ebr, Rm, Gal, Ef e Fil. D'altra parte dovrebbero essere prese con molta cautela le ipotesi, oggi così in voga tra gli esegeti tedeschi, secondo cui alcune attuali lettere paoline conterrebbero la raccolta o le parti di altre lettere dell'Apostolo che attualmente risultano perdute (basti citare le congetture di J. Gnilka nel suo commentario ai Fil e quelle recenti di Ollrog su 1-2 Cor e Fil).
Altri otto studi raccolgono in maniera rielaborata le pubblicazioni precedenti dell'Autore. Citiamone solo i titoli: Das Neue Testament in der frilhen Kirche (pp. 9-25); Zur Vorgeschichte der christlichen Taufe (pp. 183-197); Die Stellung der Kinder in den -frilhen christlichen Gemeinden - una ihre Taufe (pp. 198-232); Der Herrenbruder Jakobus und der Jakobusbrief (pp. 233-245); Der Schluss des Markusevangeliums (pp. 246-283); Ueber die Bedeutung eines Punktes. Eine Untersuchung tu Joh. 1,3.4 (pp. 351-391); Das koptische Neue Testament (pp. 392-402); Die heutigen Ausgaben des griechischen Neuen Testaments (pp. 403-413).
I lettori sono grati al Chr. Kaiser Verlag di Monaco per aver messo a disposizione di un vasto pubblico una raccolta di studi così importanti, frutto di un lungo e paziente lavoro scientifico dell'eminente studioso.
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