Conti Martino - Stanzione Ciro,
3° Corso di formazione francescana (8-13) ottobre 1979) ,
in
Antonianum, 55/1-2 (1980) p. 315-321
.
Presso il Pontificio Ateneo « Antonianum » nei giorni 8-13 ottobre 1979 ha avuto luogo il terzo Corso di formazione francescana. All'inaugurazione era presente il Rev.mo Padre Generale e Gran Cancelliere dell'Ateneo, P. Giovanni Vaughn, nonché alcune Madri Generali degli Istituti Francescani femminili, e la stessa Presidente del MO.RE.FRA., Madre Ro-mualda Trincherà. Giovedì 11 è stato presente il Ministro Generale dei Padri Cappuccini, P. Pasquale Riwalski, e, a chiusura del corso, il P. Vitale Bonmarco, Ministro Generale dei Minori Conventuali. Tutti e due i menzionati Padri Generali hanno rivolto alcune parole ai corsisti. Il numero dei partecipanti è stato di 250, tra religiosi, religiose e laici.
Il tema del 3° Corso era: Lettura spirituale e apostolica delle Fonti Francescane: « Avvicinare Cristo alla Chiesa e al mondo di oggi ». Attraverso un confronto tra la società di oggi e quella di ieri, gli organizzatori si sono preoccupati di aiutare i partecipanti ad attualizzare alcune tematiche di fondo delle Fonti Francescane, come la centralità di Cristo nella vita spirituale e nell'attività apostolica dei francescani.
Presentando il Corso, il Rettore Magnifico dell'Ateneo, P. Gerardo Cardaropoli, ha trattato il tema: Vocazione francescana e centralità di Cristo. La scelta del tema del 3° Corso è stata suggerita dalla coincidenza di fattori importantissimi: la centralità di Cristo, che da sempre ha caratterizzato il pensiero, la spiritualità e l'apostolato francescano, veniva assunto da Giovanni Paolo II come nucleo del suo ministero pontificale, che contenuto già nel messaggio rivolto al mondo il 22 ottobre 1978, era ripreso ed esposto sistematicamente nell'enciclica Redemptor hominis. Si tratta della tematica di fondo sottostante alla prima parte della Gaudìum et spes, che il Papa ha voluto assumere come « messaggio al mondo », spezzando così una diffusa tendenza al pessimismo e alla diffidenza. Il tema sarà ripreso dalla loggia del sacro convento di Assisi il 5 novembre 1978 e rivolto specificamente a tutti i francescani in forma di appello, perché ridiventassero apostoli di questa verità fondamentale, e ripetuto ai capitolari dei Frati Minori nell'udienza del 21 giugno 1979. A questo punto, affermava il Rettore P. Gerardo Cardaropoli, è sembrato dare al terzo corso il taglio che veniva suggerito dal Papa in persona: Avvicinare Cristo alla Chiesa e al mondo di oggi.
La prolusione al Corso è stata tenuta dal prof. Pietro Prini, Ordinario di Storia della filosofia all'Università di Roma, sul tema: Società e cultura di fronte a Cristo: coincidenze e differenze tra l'epoca di S. Francesco e la nostra. Il relatore ha sottolineato la perversione della civiltà moderna — nata nel rinascimento —, che fa di tutto per distruggere, e per pervertire la natura, dominando, possedendo e distruggendo. Al primato dell'avere e del fare per avere, san Francesco contrappone il primato dell'essere e dell'amore, e l'ideale della povertà nella fraternità degli umili. Alle malattie tipiche del nostro tempo: malattia del linguaggio, malattia del desiderio, malattia del bisogno, corrispondenti rispettivamente all'umanesimo positivista, all'umanesimo psico-analittico e all'umanesimo marxista, san Francesco propone come rimedio per l'uomo d'oggi il ritrovare se stesso e la sua ragion d'essere, essendo destinatario di una vocazione assoluta. La gioiosa fraternità, realizzata nell'umiltà in cui si dissolvono le tensioni delle prevaricazioni e delle permissività, costituisce, secondo Prini, l'elemento liberante che consente all'uomo di espandersi in una comunione cosmica, non per immergersi in essa, ma per ritrovarvi lo slancio liberatore di dire-di-sì al dono dell'Essere.
A conclusione della giornata ha preso la parola il Rev.mo Padre Generale, il quale ha rimarcato il fatto che l'iniziativa dell'Ateneo Antonianum rappresenta in concreto la via per giungere ad un adeguato ed autentico rinnovamento dell'Ordine.
Nei giorni 9-12 sono state affrontate alcune tematiche fondamentali, riguardanti la centralità di Cristo nella storia e nel cosmo e il suo rapporto di causalità salvifica (9 ottobre), la centralità di Cristo nella vita spirituale (10 ottobre) e nell'attività apostolica svolta dai frati (11 ottobre), dalle Suore Francescane e dai Francescani Secolari (12 ottobre). Anche il 3° Corso, come i due precedenti, è stato organizzato in modo che al mattino si tenevano due relazioni e al pomeriggio ricerche « guidate ». Le ricerche del pomeriggio, come metodo, prevedevano la lettura di uno o più testi inerenti al tema trattato nelle lezioni del mattino, l'esegesi degli stessi, tenuto conto del linguaggio biblico-teologico, del contesto e dei passi paralleli. Con queste ricerche, trasformate in autentici lavori di seminario, gli organizzatori si sono proposti di introdurre concretamente i partecipanti a scoprire ì contenuti spirituali e apostolici presenti nelle Fonti Francescane e a tradurli nella realtà odierna, e di aiutare gli stessi a diventare a loro volta guide per altri.
P. Alfonso Pompei, O.F.M.Conv., trattando il tema Cristo nella storia e nel cosmo: le matrici francescane della Redemptor hominis, ha illustrato le tesi francescane del primato assoluto di Cristo sulla creazione e le caratteristiche del cristocentrismo francescano. Infine ha stabilito un confronto tra la Redemptor hominis e la visione francescana riguardo a Cristo e alla sua centralità nella storia.
P. Orlando Todisco, O.F.M.Conv., indagando sul rapporto di causalità salvifica, ha presentato Cristo salvatore in relazione alle aspirazioni profonde dell'uomo contemporaneo. Tutto ciò egli ha fatto tenendo conto della dissacrazione del mondo in atto e delle difficoltà che l'uomo moderno incontra nel trascendere le aspirazioni terrene dal vuoto lasciato nell'uomo dalla scienza e dalla tecnica, a motivo della loro incapacità di rivelare allo stesso il destino ultimo della vita umana, e nella possibilità da parte dell'uomo di riscoprire la centralità della coscienza e il suo rapporto dialogale con Dio. Egli ha indicato nel cristocentrismo la forza che consente all'uomo di essere totalmente se stesso e di scoprire il senso profondo dell'esistenza umana, ordinata al soprannaturale.
P. Martino Conti, O.F.M., introducendo l'argomento della centralità di Cristo nella vita spirituale, ha svolto il tema Eremo ed evangelizzazione nella vita dei francescani. Studiando i termini « eremo » ed « evangelizzazione » nella vita apostolica (Cristo-Apostoli), nella vita di san Francesco e nella Regola francescana, ha evidenziato la dimensione insieme contemplativa ed attiva di ogni autentica vita francescana. Tenendo presenti i dati biblici e provenienti dalle Fonti Francescane, ha concluso che l'eremo, in quanto componente essenziale della vita apostolica-francescana, è e rimane ancora oggi, come nel passato, un approdo sicuro per l'ascolto della parola di Dio. E' infatti nell'eremo che l'evangelizzatore francescano ascolta dalla viva voce di Cristo il messaggio che dovrà portare agli uomini del suo tempo.
P. Lodovico Profili, O.F.M., ha offerto alcune indicazioni metodologiche dell'esperienza francescana di Cristo nella contemplazione. Premessi alcuni concetti riguardanti la contemplazione, ribadito il fatto che l'esperienza contemplativa francescana passa per Cristo e che la stessa, in quanto opera dello Spirito Santo, è irrepetibile, il relatore si è soffermato su alcuni esercizi che, secondo san Bonaventura e altri teologi francescani di vita spirituale, favoriscono il cammino verso la contemplazione. Questi esercizi, chiamati vie, sono rappresentati dalla triplice via: purgativa, illuminativa, unitiva. Non si tratta di tre tappe successive, cioè una dopo l'altra, ma una con l'altra: nascono infatti da una stessa radice, l'amore; si sviluppano in un'unico processo vitale; tendono all'unica finalità di riprodurre il mistero di Cristo fino alla « piena maturità ». L'attenzione dell'ascesi alla vetta della contemplazione è sostenuta dal desiderio, fatto preghiera e speculazione, ed è favorita dalla letizia spirituale.
P. Atanasio Matanic, O.F.M., ha illustrato la spiritualità cristocentrica della fraternità francescana. Premesse alcune riflessioni metodologiche e bibliografiche sul cristocentrismo, la spiritualità cristocentrica e la visione cristocentrica della vita e della spiritualità francescana, egli si è soffermato sulle idee cristologiche di san Francesco, come premessa del suo cristocentrismo pratico, spirituale e pastorale, e sul rapporto concreto di Francesco con Cristo modello, maestro e fine. Prima di concludere ha segnalato alcune istanze da soddisfare, perché il cristocentrismo spirituale francescano sia meglio accettato e recepito: una conoscenza dei fondamenti biblico-teologici del cristocentrismo francescano, una maggior giustificazione e comprensione della tradizione francescana, un più forte riferimento alla prassi autoeducativa ed educativa, l'apostolato cri-stocentrico.
P. Optatus van Asseldonk, O.F.M.Cap., ha presentato Francesco e i suoi seguaci come testimoni della gioia di Cristo. Un tema richiamato da Paolo VI nell'Esortazione Apostolica Gaudete in Domino, e recentemente da Giovanni Paolo II nel discorso di Assisi del 5 novembre 1978. Seguendo l'esperienza giovanile di san Francesco, i suoi scritti e le biografie sanfrancescane, il relatore ha messo in luce le origini e le motivazioni profonde della gioia di san Francesco e dei suoi seguaci, e ha indicato nella stessa una valida testimonianza di vita e di apostolato oggi. Sr. Romualda Trincherà, FMCIM, ha rimarcato la Centralità di Cristo nelle attività svolte dalle Suore Francescane di vita attiva, che si ispirano all'ideale di san Francesco e cercano di vivere la spiritualità cristocentrica propria del francescanesimo. Dopo una breve presentazione del MO.RE.FRA. dal punto di vista storico e statistico (origine, numero degli Istituti e relativi membri), la Presidente del MO.RE.FRA. ha offerto un quadro realistico della presenza rinnovata delle Suore Francescane nelle attività tradizionali, nelle nuove iniziative prese dalle stesse per rispondere alle esigenze della Chiesa e del mondo, e infine nella loro presenza apostolica nelle missioni.
La Sig.ra Manuela Mattioli, OFS, ha trattato della Centralità di Cristo nelle attività svolte dai Francescani Secolari. Cristo è visto dai Francescani Secolari come sorgente e fondamento della loro vocazione-missione. La Presidente mondiale dell'OFS ha cercato di individuare alcuni atteggiamenti tipici di Francesco, condivisi dai cristiani suoi seguaci, come l'andare a Cristo nei suoi misteri umani, il portare l'amore, l'annunzio della conversione, e ha indicato nel binomio orazione (vedere e stare con Cristo) ed evangelizzazione (annunzio e assistenza) la centralità del modo di vivere dei Francescani Secolari nel corso dei secoli. Attraverso un'analisi della Regola dell'OFS, Manuela ha illustrato la centralità di Cristo richiesta dal nuovo documento per tutti i Francescani Secolari in tutte le manifestazioni della loro vita: nell'azione ecclesiale, nell'azione individuale e comunitaria, nell'azione da svolgersi nella società e nel mondo.
Nella mattinata del 13 ottobre, a conclusione, del Corso, dopo la concelebrazione presieduta dal Rettore Magnifico P. Gerardo Cardaropoli, è tenuto un « Panel », guidato dallo stesso Rettore, tra l'assemblea dei
partecipanti e i coordinatori. Erano presenti i Padri Jacques-Guy Bougerol, Martino Conti, Ermenegildo Frascadore, Atanasio Matanic,Optatusvan Asseldonk.
Premesse alcune precisazioni sul metodo « Panel », il Rettore P. Cardaropoli ha dato la parola al Segretario dell'Ateneo, P. Ciro Stanzione che, insieme a P. Luigi Perugini, aveva preparato la sintesi del questionario, precedentemente consegnato ai convegnisti.
Il P. Stanzione ha riferito circa le risposte date a ciascuna delle domande contenute nel questionario.
1) « Ritieni opportuno approfondire ed estendere ad altri le acquisizioni dottrinali emerse durante questi tre corsi? Come? ».
Molteplici le iniziative suggerite:
- Impegno dei singoli partecipanti a trasmettere ai confratelli e consorelle delle proprie comunità quanto hanno appreso in questi giorni.
- Diffusione degli Atti e della loro lettura nelle comunità specialmente nei capitoli conventuali, nei ritiri ecc.
- Sensibilizzazione attraverso la stampa o con corsi per corrispondenza.
- Ripetizione di questi corsi a livello provinciale, interprovinciale e interreligioso. Per la loro buona riuscita si rendano disponibili équipes specializzate ed itineranti e professori di questo Ateneo.
2) « Come risolvere il problema della "ricerca di Dio" con la molteplicità delle attività da soddisfare? ».
Da tutti è stata espressa la necessità dell'equilibrio della contemplazione e azione. Per la realizzazione vari sono i suggerimenti. Prima di tutto operando scelte precise in modo che l'attività « non estingua lo spirito della santa orazione alla quale tutte le altre cose sono subordinate ».
Per questo viene richiesto di modificare le strutture interne e chiarire meglio il concetto di apostolato; inoltre viene consigliato di ridimensionare con coraggio le attività in modo che tutti possano disporre di un periodo di tempo (un giorno al mese o alla settimana, 15 giorni in un anno) da dedicare alla preghiera o ad esperienze di deserto, di eremo.
Le condizioni suggerite da qualcuno, perché si tenga presente prima l'essere e poi l'agire, sono: ogni provincia abbia una casa di preghiera, venga meglio puntualizzato l'orario giornaliero distinguendo momenti di preghiera personale e comunitaria.
3) « Come attuare un programma comune di apostolato Cristocentrico e come armonizzarlo con le esigenze della Chiesa locale? ».
Viene sottolineata, da qualcuno, la possibilità di realizzare un apostolato Cristocentrico facendo prima di tutto conoscere a tutti i francescani il Cristocentrismo e poi attraverso incontri per una programmazione interobbedienziale ed intercongregazionale. Altri richiedono schemi di predicazione e di riflessione sul cristocentrismo; tale sussidio potrebbe essere offerto dagli animatori di formazione permanente.
Per armonizzare questo programma con le esigenze della chiesa locale, basterebbe, secondo qualcuno, mettere in atto, insieme, diocesi e famiglie francescane, il documento « Mutuae Relationes ».
Secondo altri il cristocentrismo non è una esclusività dei francescani, tutta la chiesa vive e si preoccupa di attuare la stessa cosa (cf. il Concilio Vaticano II e la « Redemptor hominis »).
4) « L'Antonianum deve continuare a programmare ogni anno un incontro-corso per tutti i francescani? Con le stesse modalità? Ancora sulle Fonti Francescane o su altri temi? ».
Tutti hanno risposto che l'Ateneo deve continuare se gli sta a cuore la formazione alla vita francescana, scegliendo però periodi più adatti.
Per quanto concerne le modalità, quasi tutti ritengono valide quelle del corso. Possono evidentemente essere modificate di volta in volta secondo la natura e le finalità che il corso si prefigge.
Infine diversi sono i pareri se i corsi devono continuare ad interessarsi delle Fonti Francescane o di altre tematiche.
I più preferiscono ancora corsi sulle Fonti Francescane, o per argomenti (fraternità, povertà, preghiera, vocazione) o per corsi monografici (scritti di s. Francesco, scritti di s. Chiara) o per tematiche di teologia francescana (Cristologia, Ecclesiologia, Mariologia).
Pochi suggeriscono altre tematiche: sociali, politiche, teologiche o di pressante interesse ed attualità ecclesiale.
A cura dell'Antonianum sono usciti gli Atti del 1° e del 2° Corso di Formazione Francescana, ed è in preparazione la pubblicazione del 3° Corso che, come si spera, sarà pronto per la Pasqua del 1980.
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