Van Asseldonk Optatus ,
Recensione: IGNAZIO BRADY, OFM, San Francesco Uomo dello Spirito,
in
Antonianum, 55/3 (1980) p. 517-518
.
In questo libretto divulgativo, frutto di una settimana di studio e di spiritualità francescana, Passo della Mendola, 1977, il solido e serio studioso delle fonti francescane cerca di raccogliere i risultati di molti studi analitici in modo sintetico. Dopo una ottima introduzione agli scritti di Francesco e di Chiara, e alle biografie francescane, l'autore tratta delle Ammonizioni, della crociata eucaristica del Santo, dello Spirito Santo negli scritti, dell'uomo e maestro di preghiera, contemplazione, della esperienza dello Spirito, della povertà, fraternità e obbedienza. La sua preoccupazione principale sta nel far vedere che Francesco sia per eccellenza l'uomo « carismatico », pieno dello Spirito Santo. E perciò anche per i nostri carismatici un esempio ispiratore di rara profondità. « L'esperienza e il messaggio di S. Francesco sono rivoluzionari anche ai nostri giorni per il semplice fatto che noi ci siamo scostati dal Vangelo, impostando la nostra vita più sulla legge che sull'obbedienza allo Spirito » (p. 6). In questo avvertimento si legge il criterio ermeneutico seguito dall'autore per affrontare le fonti francescane.
Davvero, le conclusioni dell'autore suonano molto attraenti, come p.e.: «A parte qualche breve lettera, quasi tutti questi scritti [di Francesco] richiamano alla vita nello Spirito» (p. 57); «Francesco possedeva per esperienza un vero intuito, e in realtà tutta una teologia dello Spirito operante in noi. Purtroppo, difficilmente troveremo un commento sulla Regola che si accosti veramente a questa visione. Forse solo John di Wales, alla fine del tredicesimo secolo, colse qualcosa di ciò. Ugo di Digne, John Pecham (ps. - Bonaventura) e anche Pietro Olivi sembrano averne perso il senso. Ancor più le glosse legalistiche posteriori! » (p. 61-62). E, infine, non manca la grave accusa di aver cercato i fondamenti della nostra spiritualità fuori dell'Ordine, dimenticando le nostre ricchezze francescane (cf. p. 93-94).
Purtroppo, probabilmente queste affermazioni sono vere. E peccato però che l'autore, a motivo dello stile del libretto, non abbia potuto sempre provare in modo più esteso e analitico la verità del contenuto così sostanzioso e importante del suo studio.
|