Pesce Pier Giuseppe ,
Recensione: GIORDAKO A., Fede e Politica. Documenti rosminiani su Lamennais,
in
Antonianum, 54/1 (1979) p. 138-140
.
Per oltre un trentennio (almeno dal 1823 e praticamente fino alla morte) è durato l'appassionato interessamento del Rosmini verso la persona e il pensiero del Lamennais.
All'atteggiamento di notevole convergenza con le idee dell'abate bretone verificatosi negli anni giovanili, subentrò progressivamente nel Rosmini (specialmente dopo il loro unico incontro diretto a Torino nel giugno 1828, che si trasformò in un'accesa disputa) una posizione maggiormente critica, soprattutto nei confronti di due complessi problemi: uno, di carattere più filosofico, circa il criterio razionale della certezza (identificato dal Lamennais troppo sbrigativamente nel senso comune, di cui sarebbe depositaria l'umanità in quanto tale più che i singoli individui); uno, di carattere più ecclesiale, circa il modo di intendere i rapporti della chiesa col mondo moderno (inteso troppo unilateralmente dal Lamennais come l'instaurazione di un connubio indissolubile tra cattolicesimo e libertà, come se ogni richiesta avanzata in nome della libertà fosse automaticamente in armonia col Vangelo).
La polemica del Rosmini è quasi interamente a senso unico, in quanto il Lamennais lasciò praticamente senza risposta ogni suo intervento. Non è però assoluta, in quanto anche il filosofo roveretano accetta in parte alcune intuizioni e affermazioni del pensatore francese, soprattutto in merito al secondo punto (basti pensare, per es., a certe pagine del suo « Delle Cinque Piaghe della Santa Chiesa »).
Una interessante documentazione e presentazione di queste polemiche ci viene offerta dal presente volume del Giordano, che divide opportunamente il suo lavoro in due parti: nella prima raccoglie in ordine cronologico e con appropriate osservazioni pressoché tutti gli scritti in cui il Rosmini fa riferimento più o meno esplicito al Lamennais; nella seconda parte espone in una sintesi organica il pensiero del Rosmini nei confronti delle dottrine lamennesiane.
L'autore ha affrontato questa fatica convinto che la ricostruzione della polemica che ha contrapposto due tra le più note figure cattoliche della prima metà del secolo scorso abbia importanza non solo sul piano storico, ma anche e « soprattutto per la straordinaria attualità dei motivi umani e dottrinali, ecclesiologici e politici che sostengono e decidono le scelte e gli atteggiamenti, irrimediabilmente contrapposti, dei due eccezionali interlocutori » (p. 5). Effettivamente, si può convenire che sia illuminante nella attuale situazione « riprendere, in tutta la loro pregnante e profetica esemplarità, i motivi e le istanze, le suggestioni e le indicazioni dell'incontro-scontro Rosmini-Lamennais per la determinazione del rapporto autentico fra teologia e filosofia, fede e politica, religione e storia » (ibid.).
In questa prospettiva, senza nulla togliere alla seconda, riteniamo particolarmente preziosa la prima parte: la raccolta di ben 57 scritti (tra maggiori e minori) in cui il Rosmini tocca in un modo o nell'altro le predette questioni può offrire a quanti ne hanno interesse più di uno spunto e di uno stimolo per ulteriori verifiche e approfondimenti.
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