> > Crisci

:
Recensione: AA.VV., L'Anima

 
 
 
Foto Crisci Angelo , Recensione: AA.VV., L'Anima , in Antonianum, 54/4 (1979) p. 747-750 .

Il volume, secondo della Collana « Problemi di attualità », è opera in collaborazione di tredici Autori, tra i più significativi e culturalmente impegnati d'Italia. Gli articoli, alcuni dal taglio prevalentemente storico, altri prevalentemente teoretici, passano in rassegna la concezione del­l'anima e dell'uomo in generale, in periodi e filosofi della massima im­portanza. Non potendo dare un resoconto dei singoli contributi, ci limi­tiamo a darne quasi soltanto i titoli, riservandoci qualche cenno su pensatori che più colpiscono.

C. Scanzillo  passa  in   rassegna   la  concezione   dell'anima  nei   primi Padri della Chiesa, culminando, com'era logico, con S. Agostino, l'instan

cabile e inquieto indagatore degli abissi dell'anima umana. Nei Padri della Chiesa rileviamo una concezione dell'uomo che, alla luce della fede cri­stiana, vissuta con l'ardore dei primi secoli, in un mondo storico im­merso nel « mondano », porta in atto gli « impegni inderogabili » di una vita nuova, atta a calare nell'« umano » tutte le dimensioni dello spirito e a determinare quella rivoluzione pacifica ma perenne e radicale che è alla base della civiltà moderna.

In Agostino si ha la più drammatica e vissuta esperienza dell'umano e del divino, di cui l'anima è « capax », la quale, a distanza sconfinata ma in autentica conformità, deve riflettere in sé il Cristo, « totus homo » e « totus Deus », per fare della « città terrestre » la « città di Dio ».

Lo studio di Scanzillo, che abbiamo appena sfiorato, si colloca molto a proposito nel volume, in quanto costituisce una « novità » in campo filosofico, poiché, sia i manuali di storia della filosofia, sia le opere a più largo raggio tutt'ora correnti in Italia, e nella storiografia filosofica in generale, sorvolano su questo periodo o lo trattano superficialmente, quando addirittura non lo considerano una semplice appendice del pen­siero classico. Il pensiero patristico, viceversa, è testimonianza di un'epoca culturale di profonda speculazione e di vissuta esperienza, che ha portato alla luce dimensioni e altezze dello spirito umano mai più superate.

Segue lo studio di E. Del Basso, sull'anima in Plotino; nel pensiero del massimo neoplatonico vediamo dispiegate le potenze della « terza ipostasi », nella specifica determinazione dell'anima umana, dalle estreme propaggini nel sensibile e nella materia, quasi « ombra » per Plotino, sino all'amplesso con l'Ineffabile, nel quale l'anima s'immerge e si potenzia all'apice del suo iter di purificazione e di mistica elevazione di « sola a solo ». E' un itinerario che pur tracciato e vissuto da un non-cristiano, mentre compendia in sé tutta l'antropologia classica, influisce potente­mente, tramite Agostino e lo PS-Dionigi, sul pensiero cristiano che mutua da esso categorie e « status » spirituali che verranno trasposti e inverati nella nuova fede.

Segue una interessante e non meno particolareggiata analisi dell'antro­pologia bonaventuriana, tracciata da L. Iammarrone, che partendo dal­l'anima in simbiosi col corpo sin dalla conoscenza sensibile, si conclude con la teoria dell'anima « imago Trinitatis », la quale, pur riecheggiando la triade agostiniana del « posse, nosse, velie », è più permeata di ardore mistico e di intima comunione col divino. In Bonaventura l'anelito della fede non manca  di  essere  sostenuto e  documentato  dall'impegno  della ragione, come si può vedere nella stessa tesi dell'immortalità dell'anima, a cui favore adduce ben dodici argomenti di carattere razionale (Ibidem, pp. 222-23).

0. Todisco, accentuando il valore dell'individuale e dello  « storico » in Duns Scoto, delinea la struttura ontologica dell'anima in un articolo dal titolo « L'uomo pellegrino dell'Assoluto », nel quale fa sentire l'acume e il vigore speculativo del « doctor subtilis », più noto per l'incontro del suo pensiero con l'« Ego sum qui sum » dell'Esodo 3,14, cui egli perviene con la teoria dell'univocità, piuttosto che per il « Cristocentrismo », che pure è dottrina teologica fondamentale di Scoto. L'anima scotiana ha il suo polo attrattivo nel  Cristo  operante e  sofferente nel  mondo per la redenzione dell'uomo, e nel Cristo trova il suo epilogo, cui non può non pervenire se essa gli si è resa simile nel dramma dell'esistenza incarnando il divino nell'umano sulla via della croce.

Seguono delle interessanti  note sull'immortalità  dell'anima in Kant, di M.G. Pagano, e sull'anima in Rosmini, di M.A. Raschini, per immetterci nella parte principale del volume, dedicata all'analisi di pensatori attuali: Scheler, per opera di G. Bosio; Hartmann, Heidegger, Jaspers, per opera di A.G. Manno;  Sciacca per A. Giordano, i  « Nouveuax Philosophes », di G. Di Napoli, Aimé-Forest del compianto F. Battaglia, mentre F. Bellino segue parallelamente l'evolversi della metodologia e delle prospettive delle « scienze umane », che oggi rifuggono dai « riduzionismi » di vario ordine (freudiano, sociologico, struttural-funzionalista, ecc.) e dagli opposti « mo-I   nismi », per aprirsi a tutte le dimensioni dello spirito umano. Tesi questa già perseguita, sulla base di una rigorosa indagine scientifica e fenome­nologica nella « Introduzione » di A.G. Manno, che ha curato l'opera in I  oggetto.

Il leit-motif di tutta l'opera è costituito dal riconoscimento e dall'aper­tura a tutti i piani e livelli ontologici dell'essere umano, emergenti l'uno sull'altro « in autonomia e dipendenza », per dirla con Hartmann, cia­scuno portando alla luce un « novum » rispetto al precedente, sul quale si basa. Tali il piano fisiologico, il biologico, lo psichico, l'intellettuale, il razionale, l'etico, l'estetico, sino al metafisico e al religioso.  Una nuova

I « palingenesi » sulla scia dei grandi pensatori elencati, che hanno vissuto e in gran parte determinato il dramma speculativo e pratico dell'uomo attuale, nel suo itinerario  « dal Nulla all'Essere », per citare Heidegger. Le molteplici dimensioni e il valore globale dell'uomo vengono ripresi nello studio finale  di N.  Petruzzellis,  il  quale,  trattando  del problema dell'immortalità, indica come l'uomo, vivente nel tempo ma partecipe col suo spirito dell'eterno, è impegnato nello « storico » ma è diretto all'Assoluto, cui non può non pervenire dopo l'esistenza che nella libera creatività di un mondo di valori rende la persona degna di unirsi a Dio.

Dagli ampi e approfonditi saggi, che abbiamo potuto solo elencare, emerge un concetto dell'uomo attuale spiritualmente ricco e pieno di fiducia nel divenire storico, che egli vuol formare attuando il valore inte­grale della persona umana.

Concludendo, il volume si presenta validissimo per il metodo e il rigore scientifico degli Scrittori, e come campo di meditazione o di rife­rimento per l'uomo di oggi, tormentato dall'angoscia del « Nulla » nello sfolgorio delle conquiste tecnologiche, sganciate dal supporto metafisico. La lettura di questo libro infonde la consapevolezza di se stessi, la fiducia nelle inesauribili potenzialità e nell'incommensurabile valore dello spirito.