Amerise Marilena ,
Atto Accademico inerente il libro Joseph Ratzinger, San Bonaventura. La teologia della storia,
in
Antonianum, 83/3 (2008) p. 544-546
.
Martedì 26 febbraio, si è svolto presso la Pontificia Università Antonia-num un importante Atto Accademico nel quale è stata presentata la traduzione italiana della tesi di abilitazione di Joseph Ratzinger, Papa Benedetto XVI, intitolata "San Bonaventura. La teologia della storia", apparsa nella versione originale tedesca nel 1957. Il testo è stato pubblicato per i tipi delle Edizioni Porziuncola. A presentare la ragguardevole iniziativa sono intervenute personalità di rilievo: il Cardinale Claudio Hummes, Prefetto della Congregazione per il Clero, che ha presieduto l'Atto Accademico, S.E.R. Mons. Angelo Amato, Segretario della Congregazione per la Dottrina della
Fede, P. Johannes Baptist Freyer, Rettore della Pontificia Università Antonia-num, il Prof. Paolo Vian, Biblioteca Apostolica Vaticana e la Prof. Barbara Faes de Mottoni, Consiglio Nazionale delle Ricerche, che ha moderato il dibattito con accurato stile e rigore scientifico.
Il Cardinale Hummes, nel suo indirizzo di saluti, ha sottolineato l'importanza dell'iniziativa di rilanciare il libro, sia come omaggio al Pontefice, teologo di alto magistero e di chiara fama, sia come iniziativa scientifica legata al valore teologico del libro. La dettagliata ed articolata relazione del Prof. Vian si è soffermata sul significato e sulla novità di questo libro nell'ambito degli studi teologici. L'allora teologo Ratzinger, nell'elaborare la sua tesi di abilitazione per conseguire il titolo di "Privat Dozent", ha proposto una ipotesi innovativa che ha suscitato diverse reazioni. L'idea di fondo del testo infatti considera la teologia della storia di Bonaventura nella sua relazione con la teologia della storia di Gioacchino da Fiore. Questi intese la storia come preparazione dell'età dello Spirito Santo. Una corrente francescana vide in Francesco il rappresentante di questa terza età indicata da Gioacchino. Bonaventura tenne un dialogo critico nei confronti di tale corrente francescana e di conseguenza dovette confrontarsi con la teologia della storia di Giacchino da Fiore. L'aspetto innovativo della monografia consiste proprio nell'aver individuato questa relazione tra Bonaventura e Gioacchino ed aver chiarito in che termini essa si pone, tesi che andava in senso opposto a quanto affermato da altri studiosi, come ad esempio Gilson, secondo cui i termini di una relazione tra Bonaventura e Gioacchino si risolvevano nel senso di una netta contrapposizione. Il teologo Ratzinger da un lato evidenzia l'influsso che Gioacchino ha avuto su Bonaventura, dall'altro separa Gioacchino dai gioachimiti.
Mons. Amato ha richiamato l'attenzione sull'importanza di questo libro per comprendere non solo la profondità della visione teologica ma anche l'anima del pontificato di Benedetto XVT. Egli ha quindi dimostrato, con accurata dottrina e puntuale competenza, come la profonda concezione teologica di questo testo rimane presente nelle diverse tappe di Joseph Ratzinger, come teologo e docente, come teologo del Concilio Vaticano II, come Prefetto pei la Congregazione della Dottrina della Fede, come Pontefice. La rigorosa conoscenza dei Padri e dei teologi medievali ha formato la mens di Joseph Ratzinger e questa sua solida formazione teologica ha caratterizzato il suo servizio sia come teologo che come Prefetto e contraddistingue il magistero teologico del suo pontificato.
P. Freyer ha collocato l'elaborazione della tesi, discussa nel 1953, nell'ambito dell'ambiente delle università tedesche dell'epoca, fornendo un prezioso quadro di riferimento per comprendere la condizione culturale nel quale è maturata la scelta di questo argomento. Il testo presenta un pensiero teologico che si basa sull'ermeneutica biblica ed individua in Bonaventura una adesione alla teologia francescana la quale rappresenta Cristo al centro della storia, colui che unisce antico e nuovo, e vede in Francesco il fondatore di un nuovo ordine di salvezza, un uomo pieno in senso escatologico.
La Prof.ssa Faes ha concluso l'Atto Accademico sottolineando il merito dell'Antonianum nel farsi promotore di questa importante iniziativa scientifica e nel ricordare anche i copisti e i curatori delle edizioni critiche i quali, spesso dimenticati, lavorando "dietro le quinte", hanno tramandato e ricostituito i testi e reso quindi possibile lo studio di essi da parte di menti eccellenti. Un richiamo alla gratitudine verso tutti coloro che, lavorando in maniera non visibile, hanno reso possibile questa traduzione italiana di un testo che ancora oggi riveste una grande attualità ed uno spiccato interesse teologico.
|