Il presente libro raccoglie una serie di articoli che l'autrice ha scritto dal 2005 in poi per la rivista «La vita in Cristo e nella Chiesa», rielaborati per la pubblicazione in questione in quattro capitoli: 1) Le acque di Dio; 2) Dio nei suoi monti; 3) Nel regno degli animali; 4) Le piante di Dio. La Linder vuole con questa sua opera, certamente originale, mettere un pubblico medio di lettori interessati, a contatto con la Bibbia, sviluppando in particolare quattro fili rossi che attraversano tutto il libro sacro e che abbracciano l'intera compagine del creato e il rapporto di questo con Dio. Per quanto riguarda il metodo assunto, la L. si rifa in senso ampio alla concezione rabbinica postbiblica della totalità delle corrispondenze all'interno delle Scritture. Secondo tale concezione, all'interno di esse è possibile riscontrare tutto ciò che è da sapersi riguardo ad ogni disciplina e il senso di tutto questo, attraverso un gioco geniale di corrispondenze e connessioni filologiche e immaginifiche. L'autrice invoca soprattutto il contributo della «qabbalà», cioè di quel movimento mistico ed esoterico fiorito soprattutto nel medioevo europeo, non visto tuttavia di buon occhio dalla tradizione rabbinica ufficiale, dato appunto il suo carattere esoterico. In particolare, la L. fa uso della cosiddetta «ghematria», una parola greca che vuol dire «calcolo», con la quale, dato che le lettere ebraiche hanno ciascuna un valore numerico, viene fatta una specie di esegesi numerica delle parole o sintagmi della Scrittura. Un esempio: nel Genesi è detto che all'inizio Dio creò il cielo e la terra (Gn 1,1), ora, l'articolo il in ebraico si traduce con 'et, cioè con due consonanti che sono la prima e l'ultima lettera dell'alfabeto ebraico (alefe tati); ciò dà adito all'interpretazione che la parola ebraica vuol dire che all'inizio Dio ha creato tutto, noi diremmo, dall'a alla zeta.
È con queste coordinate metodologiche e teologiche che la L. porta il lettore a fare un ampio e lungo viaggio attraverso l'Antico e il Nuovo Testamento, adoperando come indicatori di rotta quattro simboliche, largamente presenti nella Bibbia: le acque, i monti, gli animali e le piante. Ne viene fuori una fantasmagorica passeggiata nel mondo topografico, naturale e sopranna-tural-immaginifico della Scrittura, che l'autrice maneggia con padronanza. Chi leggerà questo libro potrà avvantaggiarsene per due motivi: uno è la riflessione teologica e spirituale, che interessa in primo luogo alla stessa autrice; l'altro è la congerie di dati biblici che ella offre a chi non è ben introdotto nel mondo della Bibbia.