Nobile Marco ,
Recensione: VICTOR MORLA ASENSIO, Libri sapienziali e altri scritti; ANTONIO BONORA-MICHELANGELO PRIOTTO e coli., Libri sapienziali e altri scritti ,
in
Antonianum, 73/1 (1998) p. 155-157
.
Si recensiscono insieme questi due volumi appena apparsi, perché trattano della stessa materia e addirittura hanno lo stesso titolo. Non possiamo che salutare positivamente questo affollarsi di pubblicazioni bibliche di livello scientifico nel panorama italiano, anche se, come osserva nella premessa al libro del Morla J.M. Sàn-chez Caro, coordinatore della collana originale spagnola, talora sul mercato italiano la pubblicistica biblica di alto livello, specialmente nel campo sapienziale, sia ancora povera. Vale allora la pena di dare risalto a due opere moderne, come quelle in questione, perché vengono a riempire una lacuna non più sopportabile nella generale considerazione (scarsa...) della letteratura sapienziale.
I due libri, pur trattando gli stessi argomenti, hanno caratteristiche proprie, in modo tale che l'uno non rende superfluo l'altro. Possiamo dire anzi che s'integrino a vicenda. Quello del Morla continua l'eccellente collana «Introduzione allo studio della Bibbia» ed ha il pregio di essere un'opera compatta, perché scritta da uno stesso autore; inoltre, il volume lascia un'ampio spazio alla trattazione problematica, come si ricava soprattutto dalla notevole introduzione, che costituisce la prima parte: «la letteratura sapienziale d'Israele». Pur essendo uno studio per studenti e appassionati colti, il discorso del M. è ampio e argomentativo e costruisce i risultati dell'indagine pezzo per pezzo. Comincia con il considerare la posizione di quattro autori significativi, G. Von Rad, R.N. Whybray, J.L. Crenshaw e R.E. Murphy, attorno a una definizione di sapienza israelitica e mostra quanto difficile sia trovarne una, anche se si può concludere con un buon margine di sicurezza, che la sapienza fosse un umanesimo che partiva da una tradizione antica, tradizione che sì è perpetuata e si è coltivata anche in modo alto in ambienti intellettuali e di corte. Questa descrizione, più che definizione, permette d'inglobare le varie opinioni previamente presentate. Tra l'altro, la sottolineatura della natura di tradizione della sapienza, rende il concetto di «letteratura sapienziale» alquanto restrittivo, nonostante che la sapienza sia arrivata a noi in forme letterarie talvolta di alto pregio. Un' altra qualità della trattazione del M., è di aver rilevato l'importanza centrale nell'esegesi e nella teologia, dell'argomento sapienziale e di una teologia della creazione, al contrario di una passata convinzione, ancora perdurante, circa il valore assoluto e totalizzante del concetto di «storia della salvezza», con la conseguente considerazione privilegiata dei soli libri storici e profetici.
La seconda parte è dedicata ai libri sapienziali, propriamente detti, cioè ai Proverbi, Giobbe, Ecclesiaste, Ecclesiastico e il Libro della Sapienza, mentre la terza ed ultima parte tratta la letteratura lirica: i Salmi, il Cantico dei Cantici e le Lamentazioni. Come si può notare, un'articolazione originale che si attiene a criteri strettamente letterari. La presentazione di ciascun libro è svolta nel modo tradizionale, discutendo in modo essenziale questioni storico-critiche e tecniche; viene dato un buon spazio ogni volta alle tematiche, quindi ai contenuti di ciascuna opera, alla storia dell'interpretazione e al commento di una bibliografia scelta. Dato che il libro fa finalmente posto a titoli bibliografici spagnoli e italiani, meraviglia che per il Siracide o Ecclesiastico non venga menzionato lo studio ormai noto di G.L. Prato, Il problema della teodicea in Ben Sira (Roma 1975).
Ad ogni modo, il libro del M. ha saputo coniugare bene la trattazione tradizionale con l'informazione moderna, aggiungendo un pizzico di piacevolezza alla sua trattazione meditata e analitica.
Il volume della collana «Logos», che viene a sostituire quella del «Messaggio della Salvezza», perché più aggiornata, si presenta a sua volta con una sua fisionomia peculiare, che merita di essere sottolineata. L'opera doveva essere curata dal compianto Antonio Bonora, il quale, per la sua morte improvvisa, ha lasciato l'impresa incompiuta. Il lavoro è stato egregiamente continuato e terminato dal Priotto e dai collaboratori, i quali tuttavia hanno tenuto a lasciare come autore principale il Bonora, che peraltro aveva già curato molti capitoli. Che dire di questo volume rispetto all'altro? Certo, esso si presenta con un tratto meno discorsivo e meno problematico, com'è del resto nei criteri della collana, volta in particolare a studenti di seminario, tuttavia, l'articolazione degli argomenti, oltre ad avere un tono più riccamente informativo, presenta anche una sua originalità, lasciando spazio ad argomenti di solito tralasciati (vedi libro precedente) e finalmente presenti in un manuale, come «la letteratura giudaica non canonica», curata da Claudio Gianotto alle pp. 437-474.
Il volume, suddiviso in tre sezioni, secondo il solito programma della collana (introduzione, saggi di esegesi e temi di teologia biblica), si apre con un'introduzione essenziale, senza eccessiva problematizzazione, alla sapienza in Israele e nel Vicino Oriente antico (curatrice Donatella Scaiola). La prima sezione si continua con l'introduzione ai singoli libri, anche in questo volume distinti in sapienziali (Proverbi, Giobbe, Qoélet, Siracide e Sapienza) e in poetici (Salmi, Cantico, Lamentazioni); vi si aggiungono, però, i «libri midrashici» (Tobia, Giuditta, Ester, Rut). Quasi tutti i libri riportano come curatore il Bonora (gli altri sono D. Scaiola e G. Di Palma). La trattazione è rapida ed essenziale ed è dotata di una sufficiente bibliografia (vi è anche una bibliografia generale, all'inizio del volume, curata da Gianluigi Prato).
La seconda sezione offre dei saggi di esegesi di testi presi dalla letteratura appena trattata; i curatori sono numerosi e ormai noti nel panorama scientifico italiano. La terza sezione si occupa invece della selezione e dello sviluppo di alcune tematiche di teologia biblica: a) il cosmo nel libro della Sapienza (L. Mazzinghi); b) educazione e insegnamento nei libri sapienziali (M. Cimosa); e) le donne nei libri sapienziali (alquanto originale) (V. D'Alario); d) il lavoro nei libri sapienziali (G. Di Palma). Come si è detto, l'appendice sulla letteratura giudaica non canonica chiude questa ennesima fatica, che ha mantenuto con onore l'impegno della collana. I fruitori potranno attingere nella congerie di argomenti ad ampie mani.
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