La collana della RNT tiene fede ai suoi criteri editoriali, pubblicando quest'altro eccellente commentario, nella sesta edizione dell'intera raccolta, ma nella seconda dello stesso autore. La stringatezza del dettato, la rigorosità dell'informazione e l'attenzione agli aspetti catechetico-pastorali, costituiscono le sue caratteristiche. Un'altra peculiarità voluta dal programma è quella di attenersi ad una pura metodologia storico-critica, per cui non è da aspettarsi la citazione di lavori pur notevoli su Luca, come gli studi di Agnès Gueuret e di Jean-Noél Aletti, ispirati però rispettivamente alla semiotica letteraria e alla narratologia.
Il commentario si apre con una congrua ed esaustiva introduzione, nella quale viene dispiegata tutta la problematica attorno all'opera lucana. L'intento di Luca è quello di fare «storia della salvezza», un progetto teologico che fa registrare una svolta nella storia della tradizione primitiva, schiacciata piuttosto sugli aspetti escatologici e a spessore temporale zero del mistero pasquale di Cristo. La trattazione lucana si segnala per la sua originalità, in quanto sa miscelare bene l'influenza su di lui della letteratura storiografica classica con le esigenze teologiche e con la natura del materiale di tradizione a lui pervenuto. Egli ha depotenziato degli aspetti paradossali e parossistici della fine tale materiale e lo ha riadoperato per l'esistenza cristiana di ogni giorno, che si distende nel tempo della storia. Ciò non vuol dire che Luca abbia mitigato la radicalità evangelica, la quale è invece volta ad un'etica realistica e non meno esigente: la povertà, il perdono e la misericordia, l'amore e la preghiera incessante. L'Ernst corregge le interpretazioni ormai discutibili che sono state date di Luca, specialmente quella di conzelmanniana memoria di Gesù come «die Mitte der Zeit». In realtà, la storia raccontata da Luca nel vangelo e negli Atti degli Apostoli, non può essere articolata in segmenti netti e autonomi, tra i quali quello della vita terrena di Gesù sarebbe il «centro». Quello Spirito Santo, che particolarmente il terzo evangelista fa protagonista della sua opera, è la dimostrazione della continuità ininterrotta del piano di Dio e dell'intersecarsi delle linee di svilup
pò salvifico. Luca sa servirsi per i suoi scopi soprattutto di tre fonti: Marco, la fonte dei «Loghia» e materiale a lui proprio (Sondergut), rispetto agli altri evangelisti. Riguardo all'identità dell'autore del terzo vangelo, l'È. prende in considerazione la tradizione che risale a Ireneo e le notizie del cosiddetto prologo antimarcionita, circa l'autenticità della persona di Luca, anche se in definitiva non si può avere una certezza definitiva. Il tempo della redazione dev'essere posto tra gli anni 70 e gli 80, mentre il luogo di redazione accreditato da un autore che scrive per gli ex-gentili, sembra essere fuori della Palestina: la Grecia (la Beozia, secondo Girolamo) o addirittura Roma.
Il commentario si svolge secondo questo piano. Dopo il prologo di 1,1-4, seguono due ampie sezioni dedicate all' introduzione del racconto lucano: 1) la preistoria (1,5-2,52) e 2) la preparazione del ministero di Gesù (3,1-4,13); indi, seguono le tre parti di cui si compone il corpo del vangelo, distinto in a) il ministero galilaico (4,14-9,50; b) il viaggio a Gerusalemme (9,51-19,27); e) il ministero a Gerusalemme e la passione, morte e resurrezione di Gesù (19,28-24,53). Nove excursus approfondiscono aspetti particolari e tematiche peculiari del vangelo. La sequenza di fasi seguita dall'E. nell'analisi dettagliata, è quella classica: 1) analisi letteraria della pe-ricope nel suo insieme; 2) esegesi di ciascun versetto; 3) risultanze teologiche.
Una guida così ricca per il fruitore, non può che essere raccomandata.