Carbajo Núñez Martín ,
Custodia dell'umano ed economia del dono,
in
Il Cantico, 12 (2014) p. 6-12
.
Benedetto XVI, nell'enciclica "Caritas in Veritate", afferma: "nulla di materiale o formale “può assicurare l'essenziale di cui l'uomo sofferente - ogni uomo - ha bisogno: l'amorevole dedizione personale” .
Custodire l'umano, infatti, significa prendersi cura della persona concreta, di carne ed ossa, per farla sentire degna e amata come un fratello. L'economia, nel suo significato etimologico (οἶκος – casa, famiglia – e νομος – norma –) ha anche questo scopo primordiale: il fare del nostro mondo una casa abitabile e accogliente, dove tutti possano vivere in famiglia, senza che ci siano degli esclusi . Pertanto, si tratta di un'economia del dono, che privilegia i beni relazionali sui beni economici, il capitale sociale sul capitale economico; il benessere sul bene-stare; la felicità sull'efficienza nell'aumentare il prodotto lordo.
Sommario
1. Il "non-tuismo"
1.1. Un'economia senza beni relazionali
1.2. La persona è ridotta a semplice oggetto
1.3. La mancanza di felicità pubblica
2. Il custodire francescano
2.1. Chiave di lettura: l'inter-esse
2.2. Un aiuto personalizzato
2.3. Redimere la persona: farla sentirsi degna
3. Un'economia dal volto umano
3.1. La persona concreta al centro
3.2. Il mercato come spazio relazionale
3.3. La competizione come collaborazione
3.4. Il lavoro come dono di sé
4. Per un cambio di mentalità in chiave personalista
4.1. Una "fraternitas" anziché una "comunitas"
4.1.1. Il modello di frate
4.1.2. Un modo personalizzato di affrontare i conflitti
4.1.3. L'esercizio dell'autorità e dell'obbedienza
4.2. Liberi per amare
4.2.1. La povertà in chiave relazionale
4.2.2. La ascesi e la mortificazione
4.2.3. L'elemosina
Conclusione
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