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Foto Messa Pietro , Chiara d’Assisi e le fonti clariane. Edizioni e traduzioni. Un bilancio a 35 anni da una fortunata iniziativa, 28 ottobre 2011 Universitā Cattolica di Milano, in Antonianum, 87/3 (2012) p. 627-629 .

Venerdì 9 marzo 2012 si è svolta presso la Pontificia Università “Antonianum” di Roma la Giornata di studio su Chiara d’Assisi e le fonti clariane. Edizioni e traduzioni. Un bilancio a 35 anni da una fortunata iniziativa. L’incontro – organizzato dalla Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università “Antonianum” di Roma e dal Dipartimento di Scienze Storiche della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in collaborazione con l’Istituto Francescano di Spiritualità, la Società Internazionale di Studi Francescani e il Centro Interuniversitario di Studi Francescani – ha rappresentato il proseguimento di un percorso avviato con la prima Giornata di studio su Francesco d’Assisi e le fonti francescane, incontro che il 28 ottobre 2011 ha riunito presso l’Università Cattolica di Milano molti tra i più importanti studiosi del Francescanesimo.

Ad apertura dei lavori Pietro Messa, Preside della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani, ha infatti posto l’accento su alcuni aspetti storici e filologici fondamentali della cultura francescana, emersi proprio nell’incontro milanese e che in questo secondo momento di approfondimento scientifico hanno potuto essere nuovamente esaminati in rapporto al mondo clariano attraverso un’indagine sempre compiuta, così come per le fonti francescane, a partire da diverse angolazioni e da molteplici prospettive di studio e di ricerca.

Maria Pia Alberzoni, primo relatore della giornata, si è occupata dello Status quaestionis delle edizioni e delle traduzioni delle fonti clariane. La studiosa ha sottolineato che anche il semplice parlare di Chiara d’Assisi in riferimento alle fonti proprie, ossia clariane – e non genericamente nell’ambito delle fonti francescane – è espressione del percorso svolto dagli studi, che sempre più riconosce l’individualità propria dell’Assisiate; ha inoltre specificato la distinzione tra la comunità di San Damiano in Assisi, in cui vive la stessa Chiara, l’Ordine di San Damiano, avviato col Cardinal Ugo d’Ostia, e l’Ordine di Santa Chiara, ossia le Clarisse, voluto da Urbano IV nel 1263. L’Alberzoni ha poi illustrato la differenza tra le locuzioni “scritti di” e “scritti da”, facendo notare come nel caso di Chiara – a differenza di Francesco – si è in possesso solo di “scritti di Chiara”.

Per lo studio di questi scritti il presupposto essenziale rimane in ogni caso l’indagine attenta e rigorosa della tradizione manoscritta e la ricerca presso gli archivi e le biblioteche dei diversi monasteri e conventi. Sono state infine proposte alcune vie di ulteriore ricerca: la promozione delle edizioni diplomatiche dei documenti; lo studio dei luoghi e delle modalità di conservazione degli stessi; la maggiore attenzione alla terminologia usata a seconda dell’altezza cronologica a cui la fonte si riferisce; il perfezionamento delle traduzioni.

Alla complessa questione dell’autenticità del Testamentum di Chiara d’Assisi è stata dedicata la relazione di Carlo Paolazzi il quale, attraverso una puntuale analisi filologico-linguistica, ha soprattutto fatto emergere la stratigrafia culturale nascosta dietro il lessico clariano, non poche volte plasmato sul modello della liturgia.

Jacques Dalarun, occupandosi del processo di canonizzazione, ha fatto notare che il doppio filtro linguistico – le sorelle che parlano volgare, la traduzione in latino e l’ulteriore traduzione in volgare pervenutaci – non nuoce alla validità del contenuto. Dalle fonti relative al processo risulta che le domande poste ai testimoni erano aperte e ciò ha permesso che emergessero nuovi episodi, i quali a loro volta hanno consentito di ampliare la griglia dello stesso questionario. Indicando alcune ulteriori piste di approfondimento, Dalarun ha ricordato l’importanza di proseguire la ricerca sulle fonti clariane, soprattutto in relazione a luoghi quali il Monastero delle Clarisse di Norimberga, che ebbe un ruolo importante nella diffusione di numerosi testi. Nel concludere, lo studioso ha evidenziato che l’agiografia clariana dimostra nel suo insieme non solo l’originalità, ma anche l’audacia di Chiara d’Assisi.

Marco Guida ha parlato delle Leggende latine, documentando come la stessa Chiara abbia collaborato alla costruzione ed alla conservazione dellapropria memoria attraverso la trasmissione dei diversi ricordi della sua esistenza.

Dopo essersi soffermato sull’importanza dell’individuazione delle fonti e dei modelli testuali, Guida ha preso in considerazione la Leggenda versificata,tramandata dall’importante manoscritto 338 conservato presso la Biblioteca del Sacro Convento di Assisi. Secondo lo studioso, l’opera sarebbe stata composta per essere letta al Papa ed ai cardinali, al fine di chiedere la canonizzazione di Chiara.Monica Benedetta Umiker, nel suo intervento Leggende volgari, in particolare Klara-Buch, ha offerto un dettagliato quadro sui volgarizzamenti delle fonti clariane, testi che provano la diffusione e la circolazione dei racconti agiografici clariani in luoghi molto distanti tra loro, senza che ciò abbia tuttavia impedito una omogeneità nel tramandare i nuclei contenutistici portanti dei diversi episodi.

Giovanni Boccali, in Leggende minori e liturgia di santa Chiara, ha ricordato che i testi liturgici sono il mezzo principale di diffusione della conoscenza di un determinato santo. Soffermandosi su fonti documentarie inedite o emerse recentemente, lo studioso ha messo in luce nuovi aspetti del rapporto tra Chiara ed il Papato.

L’incontro si è concluso con una tavola rotonda (Dalle traduzioni a un nuovo progetto editoriale) coordinata da Attilio Bartoli Langeli: sono intervenuti Leonard Lehmann per l’edizione tedesca, Jacques Dalarun per la nuova edizione francese, Michael Blastic per quella inglese, Marco Bartoli per l’italiana e Fernando Uribe per la spagnola.

La vivace e partecipata discussione finale ha evidenziato ulteriormente che la Giornata di studio del 2012, più che una conclusione, ha rappresentato un rinnovato avvio della ricerca sulle fonti clariane.


 
 
 
 
 
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