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Foto Sardi Martino , Recensione: ADOLFO HONTAŅĶN, La Doctrina Acerca de la Infalibilidad a partir de la Declaration Mysterium Ecclesiae (1973) , in Antonianum, 75/3 (2000) p. 594-597 .

Il Concilio Vaticano I, nella prima costituzione dogmatica sulla Chiesa, Pastor Aeternus, per la prima volta in modo ufficiale ha fatto dogma sull’infallibilità del Sommo Pontefice. Dopo trattato il suo fondamento, cioè il primato di Pietro, i padri conciliari del Concilio Vaticano I hanno pronunciato in modo solenne: «per noi, aderendo fedelmente alla tradizione accolta fin dall’inizio della fede cristiana, per la gloria di Dio, nostro salvatore, per l’esaltazione della religione cattolica e la salvezza dei popoli cristiani, con l’approvazione del santo concilio, insegniamo e definiamo essere dogma divinamente rivelato che il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando, adempiendo il suo ufficio di pastore e di dottore di tutti i cristiani, definisce, in virtù della sua suprema autorità apostolica, che una dottrina in materia di fede o di costumi deve essere ammessa da tutta la Chiesa, gode, per quell’assistenza divina che gli è stata promessa nella persona del beato Pietro, di quella infallibilità, di cui il divino Redentore ha voluto fosse dotata la sua Chiesa, quando definisce la dottrina riguardante la fede o i costumi. Di conseguenza queste definizioni del Romano Pontefice sono irreformabili per se stesse, e non in virtù del consenso della Chiesa» (Pastor Aeternus, 4, in: Conciliorum Oecumenicum Decreta, a cura di G. Alberigo et al., Bologna 1991, p. 816). A partire dalla dottrina dell’infallibilità pronunciata nel Vaticano I, il magistero ecclesiastico lo ha svilupatto in modo più sistematico nel Codex Iuris Canonici del 1917, can. 1323 , nella Lumen Gentium, 25, nel Codex Iuris Canonici del 1983, can. 749 e nel Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium, can. 597.

L’insegnamento dell’infallibilità diventa un argomento di dibattimento mai cessato fino ad oggi. In realtà la Chiesa fin dal suo pronunciamento di questa dottrina, ha stabilito soltanto due volte sull’infallibilità, la prima è la dogma dell’infallibilità stessa nel Vaticano I, e la secondo la dogma della Maria Assunta in cielo in corpo e in anima, il primo novembre del 1950 dal Pio XII. Dopo quest’insegnamento infallibile fino ad oggi, Romano Pontefice non ha pronunciato mai un’altra dogma, però la questione dell’infallibilità è sempre come un argomento teologico e dottrinale da discutere, da approfondire e da trattare in modo giusto.

Questo libro, intitolato La Doctrina Acerca de la Infalibilidad a partir de la Declaration Mysterium Ecclesiae (1973), presenta un argomento così attuale. L’autore ha trattato questo argomento a partire della dichiarazione Mysterium Ecclesia, emanata dalla Sacra Congregazione per Dottrina della Fede del 24 giugno 1973, circa la dottrina cattolica sulla Chiesa contro gli errori di oggi. Certamente questa dichiarazione non è una dottrina infallibile, ma insegna come la dottrina cattolica stessa sull’infallibilità. Il libro contiene tre parte, cioè la prima parte: «la declaración Mysterium Ecclesia, contenido y contexto teológico», la seconda parte: «la doctrina del la infallibilidad en el Magistero posterior a Mysterium Ecclesia», e la terza parte: «Repercosión de la declaración Mysterium Ecclesia en el Ámbito Ecuménico». L’autore ha tracciato l’insegnamento della Chiesa sull’infallibilità e la sua attuazione nella vita della Chiesa cattolica stessa e nell’ambito ecumenico. La domanda urgente è che significa dottrina dell’infallibilità per la vita della Chiesa cattolica di oggi? La risposta si trova nella dichiarazione Mysterium Ecclesia, che ha spiegato dell’infallibilità di tutta la Chiesa (n.2), l’infallibilità del magistero della Chiesa (n.3), e per tale motivo, questo documento avverte di non si deve attenuare il dono dell’infallibilità della Chiesa (n.4), di non si deve falsificare il concetto di infallibilità della Chiesa (n.5). Da una parte la dottrina dell’infallibilità è un dono per la Chiesa, ma da altra parte è una questione di dibattimento e di discussione mai finita.

Possiamo verificare due esempi così attuale di oggi. Per quanto riguarda l'attuazione dell'infallibilità del Romano Pontefice, ci sono almeno due opinioni che oggi attribuisce così grande discussione. Da una parte ci sono tanti esperti affermano che il tempo dell'infallibilità sarebbe migliore di chiudere, perché oggi è il millennio di dialogo, di discussione, e di trattare in modo democratico; ed anche oggi è l'ora della globalizazione. Il mondo sembra diventa così più piccolo con i mezzi di comunicazione sociale. Di conseguenza, tanti dicono che parlare dell'infallibilità è ovvio, non adatta al tempo moderno e l'era della globalizazione di oggi. Però dall'altra parte ci sono anche i movimenti che chiedono al Romano Pontefice che venga a pronunciare la dottrina dell'infallibilità su certi aspetti. Un esempio, il Movimento Vox Populi Mariae Mediatrici, guidato dal un teologo Dr. Mark Miravalle, come presidente di questo movimento, ha raccolto più di quattro milioni di firme da tutto il mondo, compressi tanti cardinali, vescovi, sacerdoti e gli intellettuali  per chiedere al Papa Giovanni Paolo II di pronunciare un dogma infallibile sulla Maria: Corredemptrix, Mediatrix et Advocata nostra. Per Movimento Vox Populi, con la grande speranza almeno in questo anno giubileo o l’anno santo del 2000, Giovanni Paolo II pronuncerà questo dogma. Gli esperti della teologia mariologica non sono favorevoli a questa richiesta, e hanno dato un parere negativo.

Ci sono anche la discussione così vivace e tenace sull'ordinazione sacerdotale delle donne in tanti ambienti ecclesiali e nella società civile. Questo tema trattato cos’ lungo in questo libro. Il 15 ottobre 1976, la Sacra Congregazione per la dottrina della fede ha emanato una dichiarazione Inter Insigniores circa la questione dell'ammissione delle donne al sacerdozio ministeriale. Quando questo documento è stato emanato, c'era un commento chiaro: «questo documento disciplinare, autorevole e ufficiale, ma non infallibile né irreformabile». In questo documento, firmato dal Franjo Card. Seper e Mons Jerome Hamer, afferma: «La chiesa cattolica non ha mai ritenuto che le donne potessero ricevere validamente l'ordinazione presbiterale o episcopale. Alcune sette eretiche dei primi secoli, soprattutto gnostiche, vollero affidare l'esercizio del ministero sacerdotale a delle donne: tale innovazione fu subito rilevata e biasimata dai padri, i quali la giudicarono come inaccettabile nella chiesa. E' pur vero che nei loro scritti si può rintracciare l'innegabile influsso di pregiudizi sfavorevoli alla donna, i quali tuttavia - occorre sottolinearlo - ebbero ben poca incidenza sulla loro azione pastorale e, meno ancora, sulla loro direzione spirituale. Ma al di là di queste considerazioni, suggerite dallo spirito dei tempi, si trova espresso, soprattutto nei documenti canonici della tradizione antiochena ed egiziana, questo motivo essenziale che la chiesa, chiamando unicamente uomini all'ordine sacro e al ministero propriamente sacerdotale, intende restare fedele al tipo di ministero ordinato, voluto dal signore Gesù Cristo e scrupolosamente conservato dagli apostoli… Le donne che formulano la loro richiesta in ordine al sacerdozio ministeriale sono certo ispirate dal desiderio di servire Cristo e la chiesa. Né desta sorpresa il fatto che esse, al momento in cui prendono coscienza delle discriminazioni di cui sono state oggetto, giungano al punto di desiderare lo stesso sacerdozio ministeriale. Non bisogna, tuttavia, dimenticare che il sacerdozio non fa parte dei diritti della persona, ma dipende dall’economia del mistero di Cristo e della chiesa. La funzione del sacerdote non può essere ambita come termine di una promozione sociale; nessun progresso puramente umano della società o della persona può di per se stesso darvi accesso: si tratta di un ordine diverso».

Il 22 maggio 1994, Giovanni Paolo II ha emanato la lettera apostolica Ordinatio Sacerdotalis, sull'ordinazione sacerdotale da riservare soltanto agli uomini. E poi altri documenti su tale questione. In questo documento il Papa Giovanni Paolo II afferma chiaramente: «benché la dottrina circa l'ordinazione sacerdotale da riservare soltanto agli uomini sia conservata dalla costante e universale tradizione della Chiesa e sia insegnata con fermezza dal Magistero nei documenti più recenti, tuttavia nel nostro tempo in diversi luoghi la si ritiene discutibile o anche si attribuisce alla decisione della Chiesa di non ammettere le donne a tale ordinazione un valore meramente disciplinare. Per tanto, al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli (cf. Lc. 22, 32), dichiarò che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l'ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa» (n.4). Dopo l’emanazione di questo documento, ci sono tanti commentatori che hanno scritto che questo insegnamento è l'infallibile, la discussione è chiusa e i fedeli devono obbedire a questa dottrina. Questo è vero? L’insegnamento della lettera apostolica Ordinatio Sacerdotalis,  è si tratta di una dottrina non infallibile, come stabilito del Codex Iuris Canonici del 1983, canone 752. Nella sua sintesi conclusiva in questo libro l’autore ha scritto: «la carta apostolica Ordinatio Sacerdotalis constituye un acto del Magisterio ordinario - es decir, no ex cathedra, y por tanto non infalible por sí mismo - del Romano Pontífice, al que, come tal, se le debe un ‘obsequio religioso de la volondad y del entendimiento’. En ella se declara que la doctrina acerca de la no potestad de la Iglesia para ordenar mujeres pertenece al ámbito de lo que debe ‘ser mantenido por todos los fieles de modo definitivo’. Esto implica - aunque no haya sido dícho por el Papa explícitamente - que es algo necesario para custodiar y ezpresar con fidelídad el depósito de la Revelación, es decir, que entra dentro de la extensión de la infalibilidad de la Iglesia - si no fuera así no podría exigirse un asentimiento definitivo. Pero no sólo implica que está dentro de lo que la Iglesia puede enseñar infaliblemente, sino que de hecho la Iglesia lo ha enseñando de esta forma. Como no existe una definición solemne, ni conciliar ni pontificia, acerca de esta doctrina - la presente Carta Apostólica tampoco lo es -, se puede inferiri de lo dicho por el Papa que se trata de algo enseñando infaliblemente por el Magistero ordinario y universal; esto, que no estaba dicho explícitamente es Ordinatio Sacerdotalis, ha sido aclarado por el Responsum de la Congregación para Doctrina de la Fe: ‘Esta doctrina ...ha sido propuesta infaliblemente por el magisterio ordinario y universal’. Tenemos por tanto que el Romano Pontífice enseña mediante su Magisterio auténtico - no ex cathedra - cuál es la doctrina ya enseñada y vivida en la Iglesia anteriormente con garantías de infalibilidad» (p.215-216).

La garanzia della Chiesa per vivere nel mondo di oggi non è la dottrina dell’infallibilità, ma di vivere in modo giusto e degno davanti al Signore e agli altri. La Chiesa che è ‘simul iustus et peccator’ deve convertire e chiedere perdono per le sue colpe del passato e del tempo recente, e di seguire il Signore Gesù con la testimonianza della fede. L’autorità della Chiesa è un servizio per i fedeli a compiere la missione di Cristo affidata alla Chiesa stessa. Di fronte alle esigenze del mondo di oggi, la sfida della Chiesa è la sua capacità di tutelare i fedeli secondo la volontà di Dio adatta al tempo di globalizazione. Non è opportuno per la Chiesa di oggi, a pronunciare la dottrina dell’infallibilità, quando la questione è ancora discussa. La Chiesa deve sempre mantenere il suo compito come si manifesta nel Codice di Diritto Canonico, can. 747, § 2: «È compito della Chiesa annunciare sempre e dovunque i principi morali anche circa l’ordine sociale, e così pure pronunciare il giudizio su qualsiasi realtà umana, in quanto lo esigono i diritti fondamentali della persona umana o la salvezza delle anime».


 
 
 
 
 
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