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Rivista Antonianum
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Foto Etzi Priamo , Recensione: ENRIQUE DE LEÓN, La «cognado spiritualis» según Graciano , in Antonianum, 72/2 (1997) p. 340-342 .

L'opera che ci accingiamo a recensire, pubblicata dalla prestigiosa casa editrice Giuffré é presentata ai lettori dal Cardinale salesiano Alfons M. Stickler, noto storico del diritto canonico, é la monografía di un giovane docente del Pontificio Ateneo della S. Croce in Roma, il prof. Enrique De León il quale, puó vantare tra i suoi Maestri illustri studiosi della storia del «diritto canonico classico» (1140-1348), come il prof. Rudolf Weingand dell'Universitá di Würzburg e il prof. Peter Landau direttore del «Leopold-Wenger-Institut für Rechtgeschichte» di Monaco e presidente dell'internazionale «Institute of Medieval Canon Law di Berkeley».

II tema affrontato é quello della cognatio spiritualis secondo la dottrina del Maestro Graziano e l'interpretazione che di questa fanno i discepoli piú vicini al Magister decretorum cioé i cosiddetti «Decretisti».

L'argomento é affrontato e sviluppato in tre grandi sezioni (storica, filologico-critica, dottrinale), che corrispondono ad altrettanti densi capitoli. II primo capitolo analizza il tema della cognatio spiritualis nel primo millennio cristiano ossia dalle origini fino a Graziano, al fine di localizzare e studiare le fonti formali e materiali utilizzate o, quanto meno, conosciute dal Maestro di Bologna (p. 9-104). II secondo capitolo affronta «direttamente» il testo della C. 30 q. 1, 3 e 4 della Concordia o Decretum grazianeo che, appunto, tratta della parentela spirituale. Si puó diré fin da ora che é questo il cuore dell'ampio studio; infatti l'Autore compie un encomiabile e minuzioso lavoro per risalire dal «testo divulgato» di Maestro Graziano al «testo origínale» o, almeno, piü affidabile e sicuro (p. 104).

Per giungere a fissare questo testo, l'Autore compie una previa opera di «fi­lologia giuridica» che, secondo quanto insegna il prof. Stephan Kuttner, vera autorita' in materia, consiste nello studio critico e nell'edizione dei testi non come fine ma come mezzo o requisito previo e indispensabile per interpretare validamente la storia e la dottrina.

II prof. De León collaziona all'uopo una serie di venti manoscritti del Decreto. Si tratta di redazioni risalenti esclusivamente alia seconda meta del XII secolo anzi, sette di questi manoscritti sono datati tra gli anni 1150 e 1175 perció molto vicini a Maestro Graziano, morto intorno al 1140 (p. 116-117). Di questi venti codici, quat-tordici sonstati minuziosamente selezionati dal prof. Titus Lenherr che, pionieri-sticamente, li ha utilizzati per proporre un «testo critico» della C. 24 q. 1; quattro sono stati raccolti e utilizzati dalla professoressa svizzera Regula Gujer per le sue investigazioni sulla D. 16 (p. 124); due «nuovi» sono incorporati dallo stesso prof. De León: si tratta del manoscritto A. 1, siglato dall'Autore con le lettere Bm, della Biblioteca Annibale De Leo di Brindisi, datato da Weingand intorno all'ultimo trentennio del secólo XII e il manoscritto 6, siglato Cg, del Gonville and Caius Col-lege di Cambridge, redatto sempre nel XII secólo utilizzando una copia molto antica del Decretum giacché contiene solo una palea autentica (p. 128).

Di Lenherr l'Autore utilizza, se pur criticamente, anche i criteri di composizione o ricostruzione dei testi, integrandoli con i successivi miglioramenti tecnici proposti da Weingand («recensio mixta» in luogo dell'individuazione di un unico «manoscritto-base»), e Gujer (studio congiunto del testo del Decreto e delle glosse che lo accompagnano), per giungere con un personale orientamento - che, sostanzialmente, aderisce alie norme fissate dall'«Institute of Medieval Canon Law» per le edizioni critiche delle opere dei «Decretisti» e dei «Decretalisti» - ad un «suo» te­sto di lavoro della C. 30 q. 1, 3 e 4 (p. 134-168). Segue uno excursus sulle fonti for­mali della Causa in questione, al fine d'individuare e determinare che collezioni canoniche usó effettivamente Graziano per la composizione del suo Decreto (p. 169-183).

Notevoli per numero e perizia ed utilissime per muoversi nel dédalo delle dif-ferenti redazioni le tavole comparative (o grafici), che l'Autore compila alio scopo di rendere piü immediatamente intelligibili le corrispondenze delle sequenze coincidenti o prossime tra il Decreto e le collezioni pregrazianee (p. 190-196).

I faticosi accertamenti critici -autenticitá, trasmissione e valutazione - sono fondamentali per ogni lavoro veramente scientifico sul testo del Decreto, su quest'enorme opera che é la piü grandiosa raccolta di diritto esistente e, insieme, quale Concordia discordantium canonum anche il primo trattato di diritto canonico. Di tutto ció il prof. De León é profundamente consapevole e realizza, anche se in ri­fe rimento alia sola C. 30 q. 1, 3 e 4, un'impresa che é molto sentita dagli studiosi del diritto canónico classico: l'edizione critica del Decreto di Graziano che sostituisca la preziosa ed encomiabile edizione del Friedberg oggi pero' criticamente insufficiente.

Nel terzo capitolo (p. 234-295), sulla base del testo ricostruito criticamente, l'Autore elabora un'analisi della dottrina sulla cognatio spiritualis cosi come appare, per il primo millennio della Chiesa, nella testimonianza del Decreto (le auctoritates riportate dal Maestro di Bologna), negli specifici apporti di Graziano (p.257-283) e nelle ulteriori elaborazioni contenute nelle varié Summae super Decreto, definite dal De León «letture immediate del Decreto» (p. 273), a partiré da quella celebér­rima di Paucapalea, composta tra il 1146 e il 1150, per giungere alia cosiddetta Summa Lipsiensis nota anche, dalle sue parole iniziali, come Summa «Omnes qui in­ste iudicat», redatta probabilmente a Parigi nel 1186.

Notevole l'indice bibliografico - di fonti sia manoscritte che stampate e di letteratura - (p. 297-310), per cui esso risulta utilissimo anche come aggiornamento bibliografico e per acquisire una buona idea delle piü recenti «imprese e conquiste» in riferimento alia storiografia del diritto canonico classico.

L'opera del prof. De León é certamente esemplare per rigore scientifico, completezza e chiarezza espositiva e, pur trattando di un argomento scomparso dalla legislazione canónica latina, paradigmatica per fondare nella storia - che é sempre, anche per il diritto canónico, «Magistra vitae» - l'ulteriore sviluppo e la permanen­te vitalitá dello lus Ecclesiae.


 
 
 
 
 
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