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Revista Antonianum
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Foto Nobile Marco , Recensione: Rudolf Schnackenburg, La persona di Gesù Cristo nei quattro vangeli , in Antonianum, 71/2 (1996) p. 357 .

Questa monografia sulla persona di Gesù non è né una ricerca sul Gesù sto­rico, come voleva la Leben-Jesuforschung di alcuni decenni fa, né vuole riprendere in mano la questione circa il rapporto tra il Gesù della storia e il Cristo della fede kerygmatica della comunità primitiva. Lo S. compie un atto coraggioso e sensato, che fa comprendere come il problema attorno al tipo di relazione tra il Gesù della storia e quello della fede, sia un falso problema. Quando si ricerca l'identità storica di Gesù Cristo, si hanno a disposizione solo i vangeli. Ora, questi sono senza dub­bio la proiezione di una entità e identità realmente storiche, tuttavia tale fonda­mento incontrovertibile è accessibile solo nella mediazione offerta dalla lunga e complessa tradizione delle comunità primitive e, in definitiva, dalla sua cristallizza­zione redazionale nell'opera degli evangelisti. Quando, allora, noi desideriamo ri­spondere alla domanda «chi era Gesù Cristo?», abbiamo come unico supporto la fonte dei quattro vangeli, i quali rendono teologicamente rilevante quell'evento sto­rico verificatosi duemila anni fa con la comparsa del Rabbi di Nazaret, che, senza la reazione ermeneutica della chiesa delle origini, sarebbe stato un fenomeno sto­rico tra gli altri. Insomma, la componente della fede è essenziale per agganciare la persona totale, storica e kerygmatica, del Cristo; al contrario, chi vuole soddisfare una pura curiosità biografica, seppur devota, rimarrà deluso.

Posta questa premessa (cap. I), lo S. articola il suo lavoro lungo due linee: dapprima cerca di ricostruire l'immagine che ciascuno dei vangeli offre del Cristo (capp. II-V); in un secondo momento, a mo' di sintesi, mostra come il vangelo qua­driforme sia da un lato la testimonianza dell'unitarietà delle varie esperienze eccle­siali primitive del mistero di Cristo, e, dall'altro, la manifestazione della dinamicità e della pluriformità della fruizione della persona di Cristo, nel tempo e nello spazio (cap. VI). Naturalmente, ciò è gravido di conseguenze per il nostro attuale atteg­giamento di fede nei riguardi del Cristo, e per la relativa prassi.

Il discorso dello S. si snoda lungo i suddetti capitoli in forma piana e chiara, adducendo letteratura scientifica essenziale, toccando lievemente i vari problemi che ciascun vangelo e ciascuna delle tematiche da essi affrontate pongono, senza però tralasciarne alcuno. Così, siamo di fronte ad un mirabile risultato. Il libro dona un'aggiornata e serena informazione su tutto quel che oggi si può dire attorno ai quattro vangeli. A questo è da aggiungere che la disamina non è aridamente tecni­ca: al contrario, la sperimentata annosa conoscenza che lo S. ha della materia, gli permette il lusso degli anziani maestri, quello di non calcare la mano sugli elementi tecnici, ma piuttosto quello di condurre l'indagine con tocchi sapienziali, che ne fanno anche occasione di meditazione spirituale. Un piccolo capolavoro della scienza esegetica.


 
 
 
 
 
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