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Rivista Antonianum
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Foto Battaglia Vincenzo , Recensione: Giovanni Iammarrone - Giovanni Odasso - Romano Penna - Alfonso Pompei, Gesù Cristo volto di Dio e volto dell'uomo , in Antonianum, 68/1 (1993) p. 122-124 .

La funzione che Gesù Cristo svolge in qualità di «rivelatore» (volto) di Dio e dell'uomo fa da filo conduttore e da criterio unificante, almeno in linea di mas­sima, per gli argomenti trattati nei quattro contributi raccolti in questo volume.

Apre Romano Penna, il quale, sulla scorta di Fil 2,6-8 e di altri passi neote­stamentari, ripercorre le quattro tappe in cui si è svolto il progressivo abbassa­mento del Figlio di Dio avvenuto a partire dall'Incarnazione, e che ha toccato, via via, i gradini della obbediente sottomissione al Padre, della povertà vissuta sul piano sociale ed economico, e, infine della morte umiliante subita sulla croce. Si evince così che l'originalità, paradossale, del concetto cristiano di Dio sta nel fatto che questo processo di «discesa», — riassunto globalmente, secondo l'autore, nella categoria di «kenosi», «svuotamento», da porsi in rapporto dialettico, ma non alternativo, con quella di «pienezza» presente in Col 2,9 —, rientra a deter­minarne la definizione in quanto viene identificato come la modalità prescelta da Dio per rendersi presente e operante nella storia umana, nel Figlio ed attraverso il Figlio (pp. 7-34).

Successivamente, Alfonso Pompei esamina in modo ampio e dettagliato la questione relativa alla «Gratuità ed efficacia della salvezza in Cristo nel dialogo cattolico luterano sulla giustificazione» (pp. 35-140). Dopo un'attenta analisi con­dotta sia sotto il profilo storico, sia sotto quello dottrinale, arriva alla conclusione che ci si trova di fronte a due interpretazioni non alternative, bensì complemen­tari ed altrettanto legittime, riguardanti l'unico e indiviso vangelo della salvezza operata da Dio mediante la croce e la risurrezione di Gesù Cristo. Se in campo luterano prevale la concezione «proclamatoria», mentre in campo cattolico pre­vale quella «trasformistica», ciò induce in ultima analisi a prendere atto che la «giustificazione» operata da Dio a favore dell'uomo comporta i due aspetti, inse­parabili, della «gratuità» assoluta e della «trasformazione» interiore.

«Consenso o concordia? — si chiede alla fine l'autore. E prosegue —. Co­munque lo si voglia chiamare, si tratta di ammettere che, all'origine delle due tra­dizioni, c'è stata e c'è la volontà di esprimere esigenze legittimamente derivate da una comune fede, secondo cui, a dire del testo CLUSA "Cristo e il suo vangelo sono la fonte, il centro e la norma della vita cristiana, individuale e collettiva, nella chiesa e nel mondo. I cristiani non hanno altro fondamento per la vita eterna e altra speranza per la salvezza finale se non il dono gratuito di Dio in Gesù Cristo comunicato loro nello Spirito Santo"» (p. 122).

A sua volta Giovanni Iammarrone fa il punto sul contributo offerto dalla ri­flessione teologica contemporanea intorno al tema di Gesù Cristo rivelazione di Dio e archetipo e modello dell'uomo (pp. 141-252). Suddivide lo studio in due parti: una a carattere analitico-espositivo, e l'altra a carattere sintetico-valutativo. Nella prima parte (pp. 146-206) distribuisce i dati raccolti dall'esame di una vasta produzione bibliografica attorno a quattro punti nodali, corrispondenti ad altret­tante prospettive in base alle quali i teologi hanno riconsiderato l'argomento in questione. Sono: l'incarnazione, la risurrezione, la croce e la vita terreno-messia­nica.

La seconda parte viene costruita su quattro passaggi logici (pp. 207-228). Dopo aver precisato il significato teologico e cristologico delle categorie sulle quali è imperniata l'intera trattazione: rivelazione, volto di Dio, archetipo, mo­dello e volto dell'uomo, l'autore sottolinea quanto risulti indispensabile, per ela­borare un discorso corretto sulla funzione rivelatrice di Gesù Cristo, sia rispet­tarne il movimento che procede in senso ascendente, cioè dalla storia terrena di Gesù alla confessione della sua identità divino-filiale, sia tenere nel debito conto la dottrina dell'unione-unità ipostatica, sia, infine, salvaguardare lo spessore della realtà storica del Cristo che ha portata escatologica. E riassumendo in poche bat­tute la sua proposta sistematica, così si esprime: «Gesù Cristo è rivelatore dell'u­mano e in e per ciò del divino (trinitario) nel suo essere uomo, nel suo vivere la realtà umana in quanto umana; è rivelatore dell'uomo e di Dio per e nel modo in cui ha realizzato e testimoniato col suo impegno di libertà la sua umanità nella sua vita; è rivelatore dell'uomo e del divino per e nel modo in cui ha fatto esperienza della sofferenza e della morte (croce); rivelatore dell'uomo e di Dio nella sua at­tuale situazione di uomo glorificato alla destra del Padre, di "assunto" nella vita gloriosa di Dio (Trinità) per e con la sua risurrezione» (p. 219).

«La Sapienza: itinerario di ricerca nella rivelazione» è il titolo dato da Gio­vanni Odasso al contributo con il quale si chiude il volume (pp. 253-277). Si tratta di un resoconto sulla tradizione sapienziale di Israele — e sulla sapienza personi­ficata in particolare — che gli consente di evidenziare come essa «sviluppa, fino alle sue ultime conseguenze, le caratteristiche proprie della rivelazione» (p. 268). Queste ultime vanno riconosciute nella dimensione interpersonale della comuni­cazione del Signore mediante la sua parola, che induce il credente a ricercare in­stancabilmente il suo Dio; nella dimensione soteriologica della rivelazione, che dà un volto preciso al futuro dell'umanità sotto la figura del banchetto definitivo del­l'alleanza eterna; e, infine, nella dimensione regale-messianica della rivelazione, da cui prende corpo la concezione «sapienziale» del Messia. A conclusione di quanto ha esposto, Odasso rammenta che «tenendo presente che per la fede del N.T. Gesù è divenuto per noi «sapienza, giustizia, santificazione e redenzione» (ICor 1,30), la ricerca della sapienza si presenta come un itinerario che avviene in Cristo: nella potenza della sua exousia pasquale, nell'ascolto della sua voce, nella luce del suo Spirito. Di questo itinerario, secondo Gv 14,6, Cristo è la via, la verità e la vita» (p.272).

Il volume inaugura egregiamente una collana che, stando all'intenzione di chi l'ha promossa così come viene dichiarata nelle pagine iniziali (pp. 5-6), deve aiutare i credenti di oggi a percorrere quel «tragitto antico e sempre nuovo» della ricerca sul quale si incontrano le «domande essenziali intorno all'uomo e intorno a Dio» cui solo Gesù Cristo è in grado di rispondere, in modo esauriente e defini­tivo.


 
 
 
 
 
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