Matanic Anastasio ,
Recensione: Carlo Paolazzi, Lettura degli Ģ scritti ģ di Francesco d'Assisi. Milano,
in
Antonianum, 63/2-3 (1988) p. 439-440
.
Questo volume rappresenta e vuol essere una « lettura » degli scritti del nostro san Francesco; esso è frutto di lezioni impartite dall'autore sulla spiritualità francescana (p. Vili, Prefazione). Di qui pure veniamo a sapere che l'autore è «valente studioso di Dante» (p. VII).
P. Paolazzi ha organizzato le sue « lezioni » in tre parti, precedute da una proporzionata ed apprezzabile introduzione generale. Le tre parti hanno i titoli secondo una abbastanza appropriata sistemazione degli scritti del Santo: 1. laudi e preghiere, 2. ammonizioni e lettere, 3. regole e testamento. La lettura del Paolazzi ci pare pluridimensionale: essa è insieme storico-critica, testuale e teologico-spirituale. Vi si sottolinea, e crediamo a ragione, frequente ispirazione liturgica da parte di Francesco, il che è già acquisito in questo studio. Il volume si legge volentieri, anche perché lo stile è bello e moderno, forse talora un po' retorico.
Per chi conosce la più recente produzione scientifica concernente gli scritti sanfrancescani, non farà meraviglia se diciamo che il Paolazzi deve molto al P. Esser ed alla sua edizione degli scritti di san Francesco. Tuttavia P. Paolazzi si discosta talora da Esser, forse con più o meno ragione (cf. per es. pp. XI-XII; oppure pp. 149ss. dove la « lettera » ai fedeli viene presentata come unica). D'altra parte si sa che sono ormai passati 10 anni dall'edizione Esseriana, e certamente non tutto rimane al punto come fu lasciato dal P. Esser. Quindi ammettiamo che ci si possa allontanare da lui, ma, s'intende, con buone ragioni.
|