Inicio > Revista Antonianum > Artículos > Mariani Jueves 21 Noviembre 2024
 

Revista Antonianum
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Foto Mariani Eliodoro , Recensione: Enrique L. Dóriga, El universo de Newton y de Einstein. Introducción a la filosofia de la naturaleza, in Antonianum, 61/2-3 (1986) p. 499-500 .

L'Autore, gesuita, allievo di Karl Rahner a Innsbruck, dove si laureò in teologia nel 1962, è attualmente professore nella Facoltà teologica di Lima, nel Perù. Prima di dedicarsi agli studi teologici aveva avuto una formazione letterario-filosofica e d'ingegneria elettromeccanica a Madrid, sua patria, e questo giustifica la ricerca, contenuta in questo volume, intesa a offrire la base fisico-matematica agli interrogativi fondamentali sulla filosofia del cosmo. In realtà i problemi trattati con indubbia competenza si riferiscono in gran parte alla fisica (l'energia, la luce, l'etere, la relatività ristretta, la relatività generale, l'origine dell'universo) e ne restano esclusi quelli della biologia e della genetica, cioè della materia vivente. Tuttavia, anche nel campo più ristretto, non sfugge ad alcuno la stretta connessione che intercorre — quasi a conferma ben più rigorosa dell'intuizione dei fisici presocratici — tra visione filosofica e immagine fisica del mondo. L'Autore, col ricorso minimo indispensabile all'apparato matematico, preserva perciò i due grandi modelli di « visione del mondo »: quello di Newton (25-130) e quello di Einstein (131-196); e fa seguire a questo una sintesi affascinante delle teorie post-einsteiniane. Ma poiché egli è un metafisico e un cosmologo, non si può arrestare alla descrizione feno­menica e alla loro lettura matematica: « Accettato che il cosmo sia derivato dalla nebulosa neutronica e sia ordinato secondo le attuali leggi fisiche; accettato che protoni, neutroni, elettroni, fotoni costituiscano le particelle elementari della materia e interagiscano in quattro modi fondamentali... rimangono alcuni interrogativi che vanno oltre la fisica: quale l'origine dell'uovo cosmico e delle particelle elementari? Perché quello e queste? Perché esistono cose anziché non esistere? Perché l'essere e non il nulla? » (p. 229). A questo perché il credente risponde intuitivamente con la fede; lo scienziato-filosofo ponendo al vertice della sua costruzione, come si espri-meva Max Planck, l'esistenza di Dio (cfr. pp. 243-245).


 
 
 
 
 
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