Pesce Pier Giuseppe ,
Recensione: MONTEIRO A., OFMCap., O homem fonte de inorai objectiva na Constituigào Pastoral sobre a Igreja no mundo contemporàneo ,
in
Antonianum, 56/2-3 (1981) p. 504-505
.
Il volume contiene la parte centrale della tesi di dottorato difesa presso l'Accademia Alfonsiana di Roma. Suo obiettivo è « mostrar corno, en que termos e até que ponto a referida Constituicào Pastoral propòe de facto o homem comò fonte e origem imediata da norma objectiva da moralidade conciliar » (p. 6). E difatti l'intero lavoro è costituito dall'analisi dei testi delle varie redazioni conciliari della Costituzione Gaudium et Spes che si riferiscono a questo tema, cui segue una breve sintesi che sottolinea alcune conseguenze che ne derivano.
Il tema è quanto mai suggestivo, soprattutto considerando l'attuale contesto culturale e teologico in cui la visione antropocentrica prende sempre più rilievo. Come pure è felice la scelta della Gaudium et Spes, in cui effettivamente l'uomo è preso in grande considerazione.
L'autore, al termine delle sue analisi, giunge alla conclusione che secondo la Gaudium et Spes « o homem constitui urna autèntica fonte de moralidade objectiva. Mais ainda: è a fonte del moral objectiva verda-deiramente fundamental » (p. 161).
Nessun dubbio pensiamo sia possibile sulla validità della prima affermazione, secondo cui l'uomo è fonte della morale, anche se non unica (come l'autore più volte ricorda: cf., ad es., p. 27 e p. 92): e difatti, come l'autore documenta accuratamente, la Gaudium et Spes ribadisce ripetutamente questo principio riferendosi all'uomo inteso sia nella sua globalità che nelle sue varie componenti (dignità, amore, vita, libertà, diritti, vocazione, situazione concreta...). Forse può suscitare qualche perplessità la seconda affermazione, secondo cui l'uomo è fonte fondamentale della morale. Sembra più giusto infatti riservare questo appellativo a Dio, che è il Bene fatto Persona e da cui tutto procede e dipende: anche e soprattutto l'uomo, che è fatto a sua immagine e somiglianza. L'autore, comunque, non intende affatto negare o sottovalutare la priorità di Dio e la conseguente dipendenza dell'uomo, ricordando anzi espressamente come in circa 60 passi la Gaudium et Spes presenti Dio come fonte originaria della morale (cf. p. 92).
Piuttosto, non mancano altri motivi di qualche riserva circa alcune conseguenze ricavate dall'analisi. Ne ricordiamo almeno una, che riguarda la morale in genere. Al dire dell'autore, prendendo l'uomo come criterio fondamentale della morale, si deduce che cristiani e non cristiani dovrebbero giungere in tutto e per tutto alle stesse conclusioni morali (cf. p. 165). Ora, anche a prescindere qui dalla tutt'altro che superata controversia sullo specifico della morale cristiana, non siamo molto convinti che proprio a questa conclusione conducano la Gaudium et Spes e il Concilio in genere: se, per fare un solo esempio, Cristo è colui che rivela pienamente l'uomo a se stesso (cf. GS 22) e il cristiano è l'uomo nuovo che ha come legge fondamentale di amare come Cristo ha amato (cf. LG 9), non riusciamo a comprendere bene come la morale cristiana possa essere in tutto e per tutto uguale alle altre. D'altronde, lo stesso autore ricorda che la Gaudium et Spes presenta ripetutamente Cristo e il Vangelo come fonte di morale soprattutto per i cristiani (cf. p. 92).
Ad ogni modo, nonostante questi ed altri consimili rilievi che si potrebbero aggiungere, siamo convinti che l'autore abbia reso un buon servizio agli studiosi della morale col suo accurato lavoro di analisi su un documento conciliare che ha contribuito molto a far crescere nella coscienza ecclesiale l'attenzione all'uomo e ai suoi problemi, offrendo nell'uomo stesso un valido criterio per la loro più autentica e soddisfacente soluzione.
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