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Rivista Antonianum
Informazione sulla pubblicazione

 
 
 
 
Foto , Libri nostri: M. ADINOLFI, Il femminismo della Bibbia , in Antonianum, 56/2-3 (1981) p. 524-525 .

« Il femminismo della Bibbia » può sembrare un titolo provocatorio; ma non si tratta di una trovata pubblicitaria: la provocazione proviene dalla Bibbia stessa ed ognuno che vorrà leggere con spirito critico il presente libro ne sarà pienamente convinto. Il P. Adinolfi da anni prosegue il nobile scopo di mettere in evidenza come già gli scritti dell'Antico Testamento contengono le premesse per la valorizzazione dell'amore sponsale e del ruolo femminile e come nel Vangelo e negli scritti apostolici noi ci tro­viamo di fronte a prese di posizioni in favore della donna, che si possono chiamare  rivoluzionarie.  Rivoluzione  è  la parola  esatta,  se poniamo la dottrina di Gesù e le affermazioni del Nuovo Testamento nell'ambiente storico in cui furono proclamate. Esse risaltano su quello sfondo come una novità che contrasta con la mentalità e le consuetudini del tempo e che suona come una sfida. Dobbiamo essere grati al P. Adinolfi che ha messo a servizio di questa causa la sua erudizione, di cui non sono mai riuscito  a  scorgere i limiti,  sia nel  campo  del mondo giudaico e del­l'ebraismo rabbinico, sia nel campo della cultura classica greco-romana.

Come il lettore potrà rendersene conto, la conoscenza approfondita del mondo greco-romano fa cadere certi luoghi comuni sulla libertà della donna nel paganesimo in contrasto con una presunta repressione portata dal cristianesimo. D'altra parte, certi punti dell'insegnamento di S. Paolo, già discepolo del rabbino Gamaliele, non possono essere ben compresi, se non si tengono presenti il pensiero e il metodo esegetico del giudaismo e in particolare della tradizione rabbinica. Senza questa conoscenza po­trebbe sembrare che S. Paolo si sia fatto inconsciamente portavoce della mentalità maschilista della società antica e della tendenza al misoginismo dei filosofi greci e dei sapienti giudei. Il P. Adinolfi non evita il problema delicato del rapporto tra la mentalità, l'inconscia « forma mentis » dello scrittore ispirato e quello che è il suo vero insegnamento, la dottrina che in forza della divina ispirazione, trascende la mentalità dello scrittore e addirittura in qualche caso le si dimostra in contrasto.

Quando leggevo per la prima volta le pagine sobrie e oggettive del P. Adinolfi sulla donna nella vita e nella dottrina di Gesù, sulle donne discepole e collabolatrici, sulla donna che pubblicamente prega e profe­tizza, mi veniva di riflettere sulla carica « profetica » di questo libro. Esso si tiene volutamente lontano da ogni polemica, ma il valore profetico nasce dalla realtà stessa delle cose (...).

Purtroppo la mentalità estranea, se non addirittura contraria, alla valorizzazione biblica della donna non è soltanto propria dell'antichità giudaica o classica, non è soltanto caratteristica del Medio Evo, essa persiste ancora sotto diverse forme e con variabile intensità. Il femmi­nismo è la reazione ad una realtà che esiste di fatto. Purtroppo esso prende talvolta delle direzioni sbagliate, ma allo stesso modo sbaglia chi lo com­batte senza discernimento.

Il femminismo rimane un « segno dei tempi »: esso richiama i cri­stiani alla loro responsabilità nel trovare la risposta giusta ad un'esi­genza improrogabile. La risposta è già stata data dalla Parola di Dio, ed è merito di questo libro d'illuminare tale Parola sotto ogni aspetto, così che essa non possa più rimanere nascosta, o accantonata, o male intesa. Ed è questo ciò che volevo dire attribuendo una carica profetica alla presente opera del P. Adinolfi.


 


 
 
 
 
 
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