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Recensione: Carlo FantappièCarlo, Storia del diritto canonico e delle istituzioni della Chiesa

 
 
 
Foto Paolini Simona , Recensione: Carlo FantappièCarlo, Storia del diritto canonico e delle istituzioni della Chiesa, in Antonianum, 87/3 (2012) p. 617-619 .

Il Professor Fantappiè – Ordinario di Storia del diritto canonico presso l’Università di Urbino – presenta un nuovo saggio sulla storia del diritto canonico e delle sue istituzioni; frutto maturo di un lavoro lungo e importante che lo ha visto interessarsi già da molto tempo a dettagli del cammino della Chiesa, a periodi storici circoscritti, a personaggi peculiari, fino alla produzione di testi più generali come l’Introduzione storica al diritto canonico o il più recente Chiesa romana e modernita giuridica.

Il testo proposto offre al mondo canonico una lettura sincronica della sua storia legislativa ed istituzionale, che passa in rassegna fonti canoniche, esercizio della scienza giuridica ed istituzioni ecclesiali. Un quadro generale eppure completo e dettagliato, sempre pronto a sollecitare il lettore oltre la mera conoscenza di date, luoghi-nomi, conducendolo piuttosto ad un’intelligenza più profonda del cammino della Chiesa, mosso dall’azione congiunta dell’esercizio della potestas del munus regendi e dalla capacitas di recezione delle realtà ecclesiali particolari.

Un manuale il cui soggetto è radicato nel passato, ma è studiato con una metodologia moderna.

L’Autore scrive di fonti antiche ed istituti remoti, tuttavia risponde ad esigenze contemporanee ed attuali, che richiedono una dialettica tra ecclesiologia e canonistica, un nesso di correlazione tra l’istituzione e la norma regolatrice.

Il testo studia con sorprendente attenzione i passaggi fondamentali della produzione e della recezione delle fonti e delle istituzioni canoniche, quindi la relazione tra ciò che è movimento ecclesiale e ciò che è istituzione gerarchica, o il rapporto tra teologia e diritto, oppure il variare della comprensione ecclesiologica e la sua implementazione in organi e strutture, o ancora il rinnovato sistema tra gli stati di vita nella Chiesa e le sue differenti espressioni, fino all’assetto originario tra Romano Pontefice, Vescovi e altri soggetti della Sede Apostolica.

A seguito delle debite premesse, l’Autore entra nel merito delle singole fonti ed istituzioni, ricercando l’origine del diritto nel tempo fecondo della Chiesa nascente, partendo dagli albori delle strutture ecclesiastiche, allorché le ordinarie istanze pastorali e liturgiche sollecitavano risposte mediante prescrizioni di carattere pratico. A ciò seguì il definirsi del diritto canonico, tra esigenze di sinodalità celebrate in concili, tanto ecumenici quanto locali, con l’intento di tracciare un unico cammino. Dal diritto carolingio a quello gregoriano, l’Autore lascia emergere le istituzioni protagoniste della scena canonica poi regolate nello ius novum subito riconosciuto come un classicum, un definito sicuro sul quale fondare il futuro del diritto canonico universale.

Un grande merito di questo studio è quello di non aver abbassato il tono rispetto al post-corpus iuris canonici, una tentazione frequentemente subita dalla manualistica più diffusa.

Fantappiè studia attentamente come il diritto classico sia stato capace di influenzare e determinare lo ius novissimum, ma anche come questo abbia saputo recepire quello, secondo forme ed autorità legislative proprie e nuove e dunque come esso lo abbia di fatto condotto fino alle soglie del contemporaneo, passando per la modernità giuridica.

Un percorso lungo e fecondo dal quale emerge il proprium del diritto canonico, cristallizzato prima in un corpus, per poi esser formalizzato in un Codex.

L’Autore guida il lettore lungo questi storici passaggi, indica l’essenziale del diritto canonico che nella Chiesa, secolo dopo secolo, tra concili e Pontefici, si definisce come il valore da mantenere, sebbene in forme differenti da modificare; e così proprio questo excursus educa rispetto ad un duraturo da assumere e da trasmettere, e ad un perituro da sottoporre alla naturale necessità del cambiamento.

Storia del diritto canonico e delle istituzioni della Chiesa è un manuale storico, redatto in complementarietà con un’ecclesiologia tipicamente conciliare (del Concilio Vaticano II), secondo una comprensione più profonda della tradizione,

che evidenzia le radici giuridiche-teologiche-etiche di ogni istituzione, applicando nella conoscenza quell’ermeneutica di continuita oggi individuata come opportuna e migliore chiave interpretativa dell’evoluzione storica della Chiesa.

Utilissimo e da rilevare – con gratitudine! – l’apparato delle appendici posto alla fine dello studio. L’Autore offre una puntuale presentazione cronologica dei maggiori eventi della storia canonica, nonché uno schema sulla nascita della struttura gerarchica formatasi nei primi quattro secoli della vita della Chiesa. Viene inoltre presentata una cartina con le sedi di tutti i concili – ecumenici, plenari, provinciali, diocesani – celebrati fino al Vaticano II; un’altra sulla presenza dei monasteri nell’Europa Occidentale tra IX e XIII secolo.

Infine una tabella esplicativa e puntuale mostra l’evoluzione, dal Medioevo fino ad oggi, dei documenti utilizzati dal Romano Pontefice. La parte dedicata alle appendici termina con una serie di schemi sulla Curia Romana e le strutture ecclesiali vigenti, secondo la disposizione del CIC 1983.

Le ultime battute del libro parlano della nostra Chiesa contemporanea, del Romano Pontefice Benedetto XVI, del CIC vigente del 1983, e conducono fino alle questioni con le quali quotidianamente siamo chiamati a confrontarci.

Il lettore ha come la percezione che aver percorso la storia istituzionale e giuridica della Chiesa di questi due millenni, cogliendo il vero senso del falso delle Pseudo-Isidoriane, o il valore giuridico del Liber Extra, o il lento definirsi post-tridentino della Curia Romana, possa agevolare la sua comprensione dell’oggi ecclesiale, detto inoltre dal suo diritto, come il Motu proprio Summorum Pontificum del 2007 o l’Anglicanorum coetibus del 2009.

Questo manuale storico conferma come una migliore conoscenza del passato faciliti la comprensione del presente e di conseguenza la migliore applicazione del diritto vigente, e come solo chi si è sforzato di seguire l’essenziale dipanarsi del diritto tra le diverse contingenze storiche sappia poi riconoscerlo anche nel suo momento attuale.



 
 
 
 
 
 
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