Muzzi Sara ,
Cronaca dell’VIII incontro del Centro Italiano di Lullismo (E.W. Platzeck),
in
Antonianum, 84/3 (2009) p. 627-632
.
Il 22 maggio 2009, presso la Pontificia Università Antonianum, ha avuto luogo l’incontro annuale del Centro Italiano di Lullismo (E. W. Platzeck).
I saluti di benvenuto del P. Pietro Messa si sono aperti con le congratulazioni al Professor Josep Perarnau, per il titolo di doctor honoris causa conferitogli dalla Facoltà di Filologia dell’Università di Barcellona, per proseguire con il ricordo del Professor Pietro Giustini, frequentatore degli incontri del Centro, ed il ringraziamento all’Associazione Oltre il Chiostro di Napoli e alla Libreria Internazionale Francescana di Assisi, con la cui collaborazione si è svolta questa giornata. Il Professor P. Pietro Messa ha trasmesso i saluti di persone assenti che hanno manifestato il loro sostegno e apprezzamento al CIL, soprattutto il Cardinale Carlos Amigo Vallejo, arcivescovo emerito di Siviglia; Mons. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura; Mons. Luis Ladaria, Segretario della Congregazione della Dottrina della Fede, nonchè originario di Maiorca come Raimondo Lullo.
E’ seguito un riepilogo delle attività del Centro: l’arricchimento della biblioteca specializzata, realizzata in un settore della Biblioteca della Pontificia Università Antonianum, un utile strumento per quanti, in tutta Italia, hanno bisogno di materiale su Lullo; la continuità al magistero del P. E. W. Platzeck con l’organizzazione di corsi annuali su temi inerenti a Raimondo Lullo ed al lullismo: quest’anno il Professor Perarnau ha tenuto all’Antonianum un corso dedicato a Raimondo Lullo e la tradizione del “lullismo”; per quanto riguarda la pubblicazione di articoli su Lullo ed il lullismo: un articolo di Marco Bartoli, Identità e dialogo in Raimondo Lullo e l’attuale dibattito sull’incontro tra le religioni, già apparso in Frate Francesco (2008/ fasc. 1) e stato ripubblicato in un volume dello stesso autore dal titolo Vestigia Francisci. Studi di Storia del Francescanesimo, Edizioni Aracne 2008, l’intervento del Professor Maurizio Cambi su Gli studi lulliani di Paolo Rossi, e in corso di stampa in Frate Francesco (2008/ fasc. 2); il CIL e stato presente, il 26 febbraio 2009, presso la Pontificia Università Lateranense, alla presentazione della nuova edizione, cui il Centro aveva collaborato, del Sidereus Nuncius di Galileo Galilei che viene riproposto con la traduzione ed il commento di Pietro A. Giustini ed a cura di Flavia Marcacci; la Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum ed il Centro Italiano di Lullismo hanno organizzato un ciclo di lezioni pubbliche tenute dal Professor M. Jose Martinez Gazquez, sul tema Tradurre dall’arabo al latino: le antiche traduzioni latine del Corano, (Roma, 20- 24 aprile 2009); Sara Muzzi ha pubblicato articoli di alta divulgazione sull’Osservatore Romano e su varie altre Agenzie di stampa: si nota che c’e grande richiesta da parte di centri culturali e accademici di conferenze e pubblicazioni su Raimondo Lullo; per ciò che concerne la traduzione e l’aggiornamento di opere di Raimondo Lullo o di autori che si sono occupati di Lullo e del lullismo, su consiglio della Professoressa Michela Pereira, si e conclusa la “trilogia”: dopo il testo di M. Batllori sul Lullismo in Italia e quello di R. D. F. Pring-Mill, Il microcosmo lulliano, sono stati tradotti in italiano i primi due saggi del testo di Frances A. Yates, Lull & Bruno Collected essays, London: Routledge & Kegan Paul, 1982. Il testo e pubblicato, con il titolo Raimondo Lullo e la sua Arte. Saggi di lettura, nella Collana Medioevo della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani, Edizioni Antonianum (Medioevo 18), con l’indicazione CIL 3.
Sono seguiti i saluti ed i ringraziamenti del Professor Perarnau, secondo il quale la realtà più positiva della celebrazione per il conferimento del titolo di doctor honoris causa e la gioia che molti gli hanno manifestato per tale evento. La presenza del Lullo e del lullismo in Italia dovrebbe essere più conosciuta e questo potrebbe essere un modo per prepararsi per il settimo centenario della sua morte.
Il professor Maurizio Cambi, curatore dell’Introduzione del testo che viene presentato, ha manifestato il suo ringraziamento e compiacimento per essere stato scelto quale autore di tale Introduzione: ciò gli ha consentito di approfondire la sua conoscenza di Frances Yates, legata soprattutto ai suoi studi bruniani, attraverso i quali egli è poi giunto al Lullo, proprio come la stessa Yates aveva fatto, pubblicando il primo di questi articoli nel 1954. La Yates, un personaggio profondamente antiaccademico, si laureo con un corso per corrispondenza, fatto che non le venne mai perdonato, ma che si rivelo per lei una fortuna giacche le permise di non essere inquadrata nelle tipiche categorie ermeneutiche accademiche e di muoversi con una “liberta inestimabile”. Inizialmente si laureò in Letteratura Francese e studiò presso l’Accademia francese a Londra, dove incontrò quegli strani personaggi che alla fine del ‘500 frequentavano la casa dell’ambasciatore francese, John Florio, che vi insegnava l’italiano. Da vera appassionata della ricerca, la Yates ritenne di dover approfondire ogni aspetto di quella determinata situazione, occupandosi anche di chi frequentava l’Ambasciata, come Bruno. L’incontro con Giordano Bruno la portò a Lullo, negli scritti latini di Bruno c’e un interesse costante per l’arte lulliana. Inizio cosi a studiare Lullo, cosa ardua nella Londra di quel periodo; girando per l’Europa riuscì a leggere ottanta manoscritti. Soprattutto per il saggio del 1954, “fa quasi tutto da sola” , basandosi quasi esclusivamente sul testo lulliano. Legge con pazienza e costanza difficili manoscritti in catalano, pur non conoscendo tale lingua, e costruisce da sola le proprie categorie, non utilizzando quasi mai la letteratura secondaria. Nel ‘60 vengono pubblicati altri saggi che lei consulta e discute, consolidando la propria conoscenza di Lullo e offrendoci dei saggi che, per la prima volta, vengono tradotti in italiano. Il professor Cambi ha confrontato questo nuovo volume del Centro con il testo di Pring-Mill, libro bellissimo, che reca con se una lezione di metodo: tutti i brevi capitoli sono costruiti uno dentro l’altro per condurre il lettore quasi per mano all’interpretazione di Lullo. Cambi parte dai contesti e li ricostruisce, cercando di ricostruire anche ciò che Lullo non ha detto perche già noto ai suoi contemporanei e ricompreso nelle nozioni comuni. Un testo imperdibile, dal lessico comunicativo e diretto, come il suo autore. Anche il testo della Yates e bello perche e la testimonianza di una grande passione: l’autrice decide di perdersi tra gli scritti di Lullo, tralasciando quelli di Bruno, fornendoci interpretazioni basate più sulla suggestione che sul dato filologico, ma non per questo il saggio e meno valido. Frances Yates configura degli scenari pur restando pronta ad accogliere ipotesi eventualmente migliori delle sue. Il testo ci trascina perche e contagiosa la passione di Frances Yates, che, impietosa con se stessa, si corregge continuamente e ci permette di avvicinarci a Raimondo Lullo, con un lavoro persuasivo.
Anche la professoressa Michela Pereira ha espresso la sua gratitudine: teneva molto alla possibilità di dare vita italiana agli scritti della Yates, era un progetto importante anche per la personalita di Frances Yates. Ebbe la fortuna di incontrarla a Firenze e a Londra, all’Istituto Warburg, dove la Yates si recava ogni giovedì, sempre felice di ricevere le persone che frequentavano l’Istituto e di condividere con loro il suo sapere ed il suo entusiasmo. La professoressa Pereira ha concentrato la sua comunicazione sul secondo dei saggi della Yates che, meno conosciuto, ha avuto minor risalto negli studi lulliani ed eriugeniani rispetto all’articolo sulla dottrina degli elementi. Per quanto l’idea di un possibile collegamento del Periphyseon di Eriugena con alcune concezioni lulliane fosse stata lanciata gia da Probst e dal P. Platzeck, il modo in cui la Yates lo ha presentato era innovativo. La caratteristica costruttiva del saggio – l’idea che da questa iniziale ipotesi, per costruzione di ipotesi successive, non si riesca piu a capire dove collocare il rapporto tra le idee lulliane e quelle eriugeniane – e una certa diffidenza degli studiosi nei confronti della figura di Scoto Eriugena hanno fatto si che il secondo saggio sia stato accolto con molto scetticismo e recensito con molte cautele, senza concedere alla Yates il riconoscimento di un lavoro profondamente stimolante. Nella letteratura successiva non rimane quasi traccia dello studio e soltanto due articoli ne riprendono l’argomento. Si tratta di due articoli che si collocano su versanti opposti: nel 1989 Jordi Gaya ("Honori d'Autun i Ramon Llull. Raons per a una hipotesi" in La cultura mallorquina des de l'Edat Mitjana fins al segle XX. Homenatge al Pare Miquel Batllori. Estudis Balèarics 29/30, Palma de Mallorca, 1989, p. 19-24), ha ripreso il tema della Yates mettendo a fuoco il rapporto possibile tra Lullo e il Periphyseon attraverso la Clavis physicae di Onorio Augustodunense, che aveva compilato un florilegio dal testo eriugeniano. Gaya ripercorre l’ipotesi della Yates relativa ad Onorio Augustodunense.
L’ipotesi che Lullo abbia ripreso alcuni elementi da Eriugena per il tramite di Onorio e molto plausibile anche se non definitiva e Gaya si proponeva di rafforzarne la validità. Tutti i passaggi dottrinali e testuali del Periphyseon che si possono riconoscere come importanti per la formulazione delle idee di Lullo – quelli che riguardano la seconda divisione della natura, della natura creata e che crea, concentrati nella parte iniziale del terzo libro del Periphyseon – sono rintracciabili in Onorio. Il contributo apportato con sicurezza da Gaya sta nel fatto che ormai, per rilevare l’influenza eriugeniana, bisogna passare per la Clavis physicae. In questo suo breve lavoro, Gaya arriva anche ad una interessante conclusione metodologica. Quello di Gaya e il contenuto, al momento, più ricco sull’argomento. Dieci anni dopo un altro studioso di area iberica, Marc Egea i Ger ("Sobre la imposibilidad que Ramon Llull haya tenido influencia de Juan Escoto de Eriugena", in Revista Agustiniana 40 (1999), p. 533-546) torna sul tema con un intervento di segno opposto. Il fatto che egli mostri di non conoscere il lavoro di Gaya e che non si serva delle fonti primarie (il suo testo e una sorta di ampio saggio-recensione dell’articolo della Yates) fa si che questo contributo non offra elementi nuovi. Nell’ultimo numero di Studia Lulliana compare la segnalazione di una tesi di dottorato molto promettente su questo piano, ad opera di A. Bordoy Fernandez, che tratta delle radici della metafisica lulliana e analizza l’influenza neoplatonica nella filosofia lulliana. La Pereira non poteva condurre, in questo momento, una ricerca approfondita sulla bibliografia lulliana. Tuttavia, lavorando ad un progetto editoriale su Eriugena per la Fondazione Valla che lo rendera fruibile in lingua italiana, ha provato a pensare a questo tema partendo da Eriugena e ripercorrendo la ricomparsa di temi eriugeniani nel contesto della tradizione della mistica speculativa che da Margherita Porete ci mostra quale fosse l’agenda teologica dei gruppi di religiosità laica. I gruppi beghinali e spirituali che si muovevano in molti contesti europei erano molto attivi ai tempi di Lullo e di Margherita Porete, e vanno collegati all’emergere della Vernacular theology, che da questi ambienti prende il via. Una teologia che non era solo una teologia scritta nelle lingue parlate, ma una teologia diversa da quella che si costruiva nell’ambito delle scuole e che rispondeva ad esigenze diverse. Esistono talune affinità tra il Miroir di Margherita Porete e l’Arbor philosophiae amoris di Lullo, messe in evidenza in recenti lavori della Professoressa. Ci può essere un qualche interesse nell’esaminare Lullo sotto il profilo della Vernacular theology? Eriugena nello sviluppo della Vernacular theology, Lullo forse. Si potrebbe valutare se le idee eriugeniane abbiano avuto una qualche importanza in quegli ambienti dove laici di ogni provenienza si incontravano per “ammaestrarsi vicendevolmente”.
Le differenze tra i due autori vanno comunque tenute presenti come la centralità per Eriugena della teologia negativa, che non trova riscontro nell’attitudine lulliana; il rapporto dottrinale possibile riguarda il tema delle cause primordiali, lo snodo tra metafisica e cosmologia, tema individuato già dal Platzeck, dalla Yates e da Gaya. Altro aspetto interessante e il ricorso metodologico-programmatico alla ragione, al quale non è stato ancora dato il dovuto rilievo, che potrebbe rappresentare un nesso tra i due autori.
Nella seconda parte dell’incontro si e parlato della programmazione di un convegno sul lullismo in Italia, in vista del centenario del 2015 e dei lavori in corso. Marta Romano ha sottolineato l’aspetto delle tracce italiane di Raimondo Lullo fino a Giordano Bruno, seguendo un percorso tematico e documentario. Un tema interessante da trattare potrebbe essere una mappatura geografica, il passaggio dei testi contenuti nei manoscritti, chi attinge cosa e dove, partendo da una solida conoscenza delle biblioteche, della trasmigrazione dei codici, delle copiature, una geografia del lullismo italiano dei primi secoli. La Romano ha inoltre suggerito di creare una rete di interessi comuni atta a rivelare tale geografia. Tuttavia, va preso in considerazione anche un altro aspetto: lo statuto epistemologico del lullismo, che andrebbe definito anche terminologicamente. Si tratta di un tema proposto da Alessandro Musco, che ha offerto la propria disponibilità a partecipare alle iniziative che dovrebbero avere il loro centro a Roma, poichè il Centro Italiano di Lullismo e il luogo deputato a ciò. Un contributo sostanziale a tale mappatura, ha continuato P. Pietro Messa, verrà dato dal progetto RICI di Ricerca sull’Inchiesta della Congregazione dell’Indice: si stanno editando gli elenchi di tutti i testi posseduti dai vari conventi.
La Professoressa Pereira ha presentato la tesi di Dottorato di Eleonora Buonocore A Basic Handbook of Lullian Logic and Its Introduction. Edition and Study of Two Unknown Logical Texts of the Medieval Lullian Tradition: The Nove et Compendiose Introductiones Logice and the Loyca Discipuli Magistri Raymondi Lulli, Dottorato in Scienze Filosofiche, Università di Siena - Sede di Arezzo, coordinatore Prof. Ferdinando Abbri, Tutor Prof.ssa Michela Pereira. Si tratta di una ricerca che può contribuire a complicare la mappatura di cui si parlava, inserendo l’ambiente catalano. La Pereira ha aggiunto la notizia che sono stati stabiliti dei nuovi contatti di ricerca: uno da parte del Dipartimento di Filosofia e Scienze Sociali dell’Università di Siena, da lei diretto; un altro con il Centre de Documentacio Ramon Llull dell’Universitat de Barcelona, diretto da Lola Badia; ed un altro ancora tra Barcellona, la SISMEL e Friburgo. Ci sono ricerche già in atto e istituzioni italiane che possono contribuire alle iniziative coordinate dal Centro Italiano di Lullismo. Il professor Perarnau ha sottolineato le molteplici possibilità del lullismo italiano: la presenza personale di Lullo in Italia e quella dei manoscritti italiani lulliani conservati in Italia ed in altri luoghi. Intorno alla fine di quest’anno avremo una prima descrizione, da lui curata, della ventina di manoscritti lulliani medievali della Biblioteca Ambrosiana. Interessanti per il lullismo italiano perche in questi manoscritti vi sono due testi risalenti alla seconda metà del XV secolo, con una concezione di scrittura completamente nuova, che li rende degni di essere studiati. Allo stesso modo, andrebbe approfondito lo studio del periodo rinascimentale, quello del grande lullismo. Si chiede inoltre a Josep Perarnau quale sia stato il contributo italiano all’edizione moguntina.
Anche la rinascita del lullismo del XIX e del XX secolo ha visto dei contributi italiani. Si dovrà stabilire, infine, cosa rientra nel concetto di lullismo; di lullismi ce ne sono tanti. Francesco Ascani ha proposto la realizzazione di un Thesaurus multilingue per l’indicizzazione e il reperimento della documentazione lulliana, che potrebbe fornire oggi un sensibile contributo al perseguimento degli obiettivi del progetto di dialogo tra le religioni. La Professoressa Flavia Marcacci, anche a nome del Professor G. Basti, ha esposto il proposito di inserire Lullo all’interno di un progetto di ricerca più vasto di ontologia formale, portato avanti dalla Pontificia Università Lateranense. Il P. Pietro Messa ha chiuso l’incontro offrendo la disponibilità del Centro Italiano di Lullismo ad essere il luogo in cui tutte le varie ricerche possano convergere ed essere conosciute e confrontate, senza disperdere energie fondamentali.
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