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Recensione: ANTONÍA TRIPOLITIS, Religions of the Hellenistic-Roman Age

 
 
 
Foto Špelič Miran , Recensione: ANTONÍA TRIPOLITIS, Religions of the Hellenistic-Roman Age, in Antonianum, 78/4 (2003) p. 717-719 .

Perché scrivere e pubblicare un altro manuale sulle religioni dell'antichità tardiva? Come se si potesse dire qualcosa di nuovo su questo tema!

Un'osservazione quanto più ingiusta! Non solo perché il materiale in questione non è stato ancora né scoperto né studiato fino in fondo, ma anche perché l'autrice, studiosa competente nel suo campo di ricerca, offre un metodo molto pedagogico e un approccio imparziale, non-apologetico e nello stesso tempo non offensivo nei riguardi del cristianesimo, cosa che certi divulgatori non riuscivano a fare. Il suo scopo non era difendere né attaccare nessuno, ma offrire una panoramica sull'insieme della variegata scena del pensiero religioso nel mondo ellenistico-romano.

L'autrice parte dalla definizione dell’ellenismo e dalla sua estensione ellenistico-romana, tempo che va dalla conquista di Alessandro Magno (331 a.C.) al trionfo del cristianesimo, verso al fine del IV secolo d.C., elencando le principali caratteristiche della storia di quell'epoca. Il primo capitolo sul mondo greco-romano contiene ancora la descrizione dei culti misterici, quanto raggiungibili dalle testimonianze indirette, a causa della mancanza ovvia di quelle dirette. Sono così esemplari i culti della dea Demeter, di Dionisio/Bacco, di Iside e quello di Cibele, tutti marcati dai riti iniziatici richiedenti e purificativi, e dalle promesse di salvezza per l’aldilà. Segue la presentazione delle scuole principali di pensiero filosofico, quali stoicismo, epicureismo e medioplatonismo.

I quattro capitoli successivi trattano altrettanti sistemi religiosi principali dell'epoca. Operando questa scelta, era necessario mettere da parte alcuni aspetti della religiosità di quel tempo, che però il lettore potrà approfondire in altri studi.

Il secondo capitolo offre uno sguardo sul mitraismo. Dopo aver presentato le sue radici orientali, poche congetture sulla struttura degli adepti e sulla sua teologia (basate soprattutto sull’iconografia e perciò discutibili in una certa misura), e lo sviluppo del culto, la Tripolitis spiega anche le possibili ragioni dell’estinzione di questa religione, che godeva di un certo appoggio da parte dell’impero, e suppone tra esse come più attendibile l’elitarismo e l'esclusione delle donne. Perciò non è pertinente parlare del mitraismo come rivale formidabile del cristianesimo per più di 200 anni (p.58), asserzione che viene in seguito molto ridimensionata.

Nel capitolo dedicato al giudaismo, viene sottolineato il fatto della diaspora ebraica dopo la deportazione del 587 a.C. I giudei della diaspora venivano ellenizzati e diventarono un fattore notevole nella cultura ellenistica, specialmente con la traduzione dei loro libri sacri, la cosiddetta Settanta. Come elemento saliente viene presentato lo sviluppo della letteratura apocalittica e sapienziale. L’autore di maggior rilievo è certamente Filone di Alessandria, creatore del giudaismo ellenistico.

Nel trattare il cristianesimo appare subito il suo passaggio in un mondo diverso da quello originale, con la concomitante accettazione delle nuove categorie sociali e filosofiche. Un lettore inavvertito potrebbe supporre perciò una perdita dei contenuti base, come se il primo cristianesimo fosse opera quasi esclusiva di Paolo di Tarso e non di Gesù di Nazaret, crocifisso e risorto. L’autrice però non si sofferma tanto sullo sviluppo della teologia, quanto sui rapporti della nuova religione con il milieu circostante. Da una parte doveva demarcarne la differenza, dall’altra doveva inserirsi nel suo modo di vivere e pensare. Riguardo ciò, la Tripolitis presenta le dottrine: dell’apologeta Giustino, del grande polemista Celso e una trattazione sommaria, ma assai completa, di Origene, creatore della prima grande sintesi tra cristianesimo e filosofia greca, di cui viene esposta l’esegesi e le dottrine principali, inclusa quella dell’apocatastasi, nonché il suo metodo teologico. In una pregevole pagina, l’autrice riassume poi le ragioni esterne e interne (ma non quelle teologiche) che hanno portato il cristianesimo al trionfo (apertura generale, filantropia, organizzazione, dottrina compatta).

L’ultimo capitolo ci presenta lo gnosticismo. Gli ultimi decenni hanno dato luogo a interpretazioni divergenti. La Tripolitis segue il filone che vede lo gnosticismo come un sistema (post)cristiano (cioè non precedente al cristianesimo), esistente però anche fuori dal cristianesimo, ma in misura minore (ermetismo pagano, gnosticismo giudaico). Dopo una rassegna dei punti comuni (dualismo cosmico, rigetto della materia, salvezza tramite la conoscenza, tipologia umana, salvezza nel ritorno a far parte della divinità) descrive le principali scuole gnostiche: di Basilide, di Valentino; tra esse annovera anche Marcione pur avanzando molte riserve, a causa delle quali molti non lo ritengono uno gnostico. Dal paragone tra gnosticismo e cristianesimo, trae infine le ragioni della graduale estinzione del primo e rileva (forse un po’ esageratamente) le sue impronte nel tessuto cristiano.

In conclusione, l’autrice mostra di padroneggiare gli studi in questo campo e li ripropone in una veste manualistica molto leggibile. La sua espressione è molto chiara, concisa e senza inutili ripetizioni, si avverte però qualche contraddizione. Ben tre volte viene dato un riassunto, sempre in una diversa chiave, che facilita la lettura e aiuta a formare un insieme sistematico: già nell’indice, ogni capitolo viene presentato con una decina di righe riguardo al metodo e al contenuto. L’introduzione in 6 pagine propone una specie di assaggio per invogliarci alla lettura. Il sommario finale in 7 pagine riassume i temi principali, e aiuta a giungere dal particolare al tutto del quadro presentato.

L’ultimo paragrafo rivela un altro scopo dell’opera: quasi come tra parentesi, vengono offerti i paralleli tra il mondo tardoantico e quello odierno, anche dal punto di vista religioso. Lo studio di questo libro sarà dunque utile anche per capire il risorgere delle forme neo-gnostiche e neo-pagane moderne.

Il manuale è proposto soprattutto agli studenti dell’antichità classica e cristiana per dare a loro un primo approccio alla materia religiosa; nonostante la sua brevità non contiene grandi omissioni. Gli studenti troveranno in esso uno strumento valido. La bibliografia aggiunta alla fine del volume, però, è quasi tutta in inglese (eccetto certo i testi originali). Un’auspicabile traduzione italiana dovrà senz’altro ampliarla.

 



 
 
 
 
 
 
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