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Datos sobre la publicación:
Recensione: EMIL SCHÜRER, Storia del popolo giudaico al tempo di Gesù Cristo (175 a.C - 135 d.C.) , vol. III, t. I

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: EMIL SCHÜRER, Storia del popolo giudaico al tempo di Gesù Cristo (175 a.C - 135 d.C.) , vol. III, t. I , in Antonianum, 73/2 (1998) p. 366-367 .

Finalmente è apparso anche in lingua italiana il primo tomo del terzo volume di quel monumento ormai centenario che è l'opera di E. Schürer, rivista radicalmente e pubblicata in lingua inglese (l'originale era tedesco) da G. Vermes e altri studiosi fin dal lontano 1973 per le edizioni T.&T. Clark di Edinburgo. L'operazione degli studiosi di lingua inglese, aiutati da una folta équipe, è stata grande e meritevole, come abbiamo già rilevato nella recensione degli altri due volumi nella rivista Antonianum: 61 (1986) 777-779 e 63 (1988) 607-608. In realtà, ormai sono essi che potrebbero essere considerati gli autori dell'opera, nonostante permanga la grandiosità del progetto mandato in atto dallo Schürer un secolo fa e nonostante che alcune parti originarie siano rimaste; tuttavia, lo sviluppo delle ricerche e degli studi di questi decenni è stato così complesso e vertiginoso, anche a seguito di capitali scoperte come i documenti delle grotte di Qumran, che nell'opera precedente si sarebbe potuto intervenire soltanto rifondendone la maggior parte.

Per quanto riguarda il pubblico italiano, dispiace solo che il presente volume, di cui dovrà apparire ancora il secondo tomo, veda la luce dopo undici anni (l'originale inglese è del 1986) e che quindi non possa tener conto di un cospicuo ed adeguato aggiornamento bibliografico, come sarebbe dovere di un'opera come quella in questione. E tuttavia, la deficienza della quantità non tocca la qualità altamente positiva e attuale dell'impianto dell'opera,così che essa può essere tranquillamente fruita come un fondamentale strumento di consultazione sui temi affrontati.

Argomento del terzo volume e dei due tomi di cui si compone, è la storia socio-culturale, religiosa e letteraria del giudaismo della diaspora, dopo che il volume precedente si era occupato del giudaismo palestinese. Nel tomo che presentiamo, viene dapprima stesa una mappa geografica delle comunità giudaiche presenti nel mondo mediterraneo dal II sec. a.C al I d.C., alla quale segue una trattazione della loro fisionomia socio-politica e religiosa. Di particolare interesse è il tema della configurazione strutturale della comunità, ora chiamata "políteuma", ora "katoikía" o ancora "synagoghé" o altro (pp.135-160) (curiosamente, non viene detto nulla circa la possibilità dell'uso di "ekklesía", desumibile dalle Scritture greche alla pari di "synagoghé"). Interessante è anche il tema del rapporto tra i gentili e il giudaismo come si rileva dalla presenza dei "timorati di Dio" e dei proseliti, i quali vanno distinti come categorie gli uni dagli altri (pp. 211-244).

Segue la "magna pars" dell'opera, la letteratura del periodo, la quale viene distinta secondo il criterio più moderno e idoneo della lingua originale, o supposta tale, piuttosto che secondo quello ormai inaccettabile della produzione palestinese e quella della diaspora, a ciascuna delle quali veniva attribuita rispettivamente e in modo discutibile, quando non errato, la letteratura in lingua aramaica ed ebraica e quella in lingua greca, mentre si sa che in Palestina vi poteva benissimo essere della produzione greca e che ,viceversa, nella diaspora, si sarebbe benissimo potuto scrivere in aramaico o ebraico. Così, gli autori elencano e discutono le opere letterarie suddividendole dapprima in "letteratura giudaica in ebraico o aramaico" (§ 32), poi in quella "di lingua greca" (§ 33A) e infine in quella la cui lingua originale è incerta (§ 33B, che sarà però argomento del secondo tomo).

L'altro criterio scelto per elencare le opere, è quello della distinzione per generi letterari (storiografia, poesia religiosa, letteraura sapienziale, il midrash biblico, ecc.), mescolato a quello per luogo d'origine; infatti, un'ampia sezione è dedicata alle opere ebraiche o aramaiche di Qumran (pp. 495-604).

Un'opera del genere non può essere discussa in dettaglio, anche perché è un vasto e nutrito repertorio che prende atto dell'attuale appannaggio delle scienze storico-filologiche e delle scienze bibliche, per metterlo a disposizione di un vasto pubblico. Si può ad ogni modo affermare che la trattazione è ampia ed esaustiva, corredata da ricchi apparati di note e di titoli bibliografici e da indici vari. Una ricerca scientifica non può fare a meno d'intraprendere una ricerca attorno al giudaismo intertestamentario, senza adoperare come bussola il presente testo.



 
 
 
 
 
 
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