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Recensione: ERNST JENNI, Studien zur Sprachwelt des Alten Testaments

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: ERNST JENNI, Studien zur Sprachwelt des Alten Testaments , in Antonianum, 73/4 (1998) p. 743-744 .

Questo agile libro raccoglie una serie di brevi ma illuminanti saggi, venti in tutto, scritti dall'autore in occasione di "Festschriften" o miscellanee gratulatorie (il diciassettesimo contributo è inedito). La raccolta è stata curata da Beat Huwyler e Klaus Seybold, i quali con tale atto non vogliono soltanto fare un regalo al famoso ebraista e semitista di Basilea per il suo settantesimo compleanno, "bensì desiderano soprattutto far fare a lui un regalo agli amici della Bibbia ebraica" (dalla prefazione).

I saggi coprono un arco di tempo che va dal 1967 al 1994. Il criterio che guida la selezione è mostrare come, attraverso l'acuto studio della filologia ebraica, si ottengano dei "flashes" assimilabili a dei mosaici idonei a comporre un discorso di teologia dell'Antico Testamento. L'intento sembra sufficientemente riuscito, anche se a tutta prima i titoli degli articoli possono sembrare tecnici e destinati agli addetti ai lavori:

1) Il fattitivo e il causativo di 'abad, "andare in rovina

2) "Venire" nell'uso teologico dell'AT

3) "Volere" e "non volere" in ebraico

4) Sull'uso di 'atta, "ora" nell'AT

5) Sulla funzione della forma riflessiva e passiva nell'ebraico biblico

6) ZAQEN: osservazioni sulla differenza tra la proposizione nominale e quella verbale

7) "Fuggire" in accadico e in ebraico

8) "Ciò è stato fatto dal Signore", Sal 118,23

9) La preposizione min nell'uso temporale del Deuteroisaia

10) Dtn 19,16: sara, falsità"

11) Sulle forme dossologiche conclusive del Salterio

12) "Va' in pace (lšalwm/bšalwm)!"

13) Ger 3,17, "verso Gerusalemme": un aramaismo

14) Riflessioni su Gen 1,1: "All'inizio"

15) Verba gesticulationis in ebraico

16) Causativo e verbo di funzione. Osservazioni linguistiche attorno alla preghiera: "Non c'indurre in tentazione".

17) Problemi filologici e linguistici circa le preposizioni ebraiche

18) "Colpire" in 2 Sam 2,31 e nei libri storici

19) Differenze di struttura semantico-lessicali:  HDL = cessare/tralasciare

20) Espressioni pleonastiche per il paragone (Sal 55,14; 58,5).

Come si può notare, il carnet è nutrito e gli argomenti di ordine linguistico e filologico i più svariati, tanto da non poterli affrontare singolarmente. Tuttavia, con la pazienza è possibile rintracciare quei "mosaici" di teologia che intendono i curatori, come nel sedicesimo studio, dall'autore stesso definito "il più valido" (der wertvollste), nel quale proprio l'analisi filologica (il retroterra ebraico-aramaico di una forma causativa e il carattere greco del verbo di funzione) permette di superare lo scandalo che proviene dal tratto del "Padre nostro": "Non c'indurre in tentazione". Nella preghiera sarebbe da vedersi sia una forma di "permissività" (causativo) che mitiga la durezza dell'azione diretta ("Non permettere..."), sia la flessibilità semantica di un verbo di funzione che viene usato senza specificare con precisione il dettaglio del sintagma e che quindi può ricevere un significato più acconcio dal contesto.

Una serie di indici completa questa felice operazione editoriale.



 
 
 
 
 
 
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