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Recensione: Heinz Schreckenberg, Die christlichen Adversus-Judaeos-Texte und ihr literarisches und historisches Umfeld (l.-ll. Jh.) 2., ùberarbeitete Auflage; Idem, Die christlichen Adversus-Judaeos-Texte (11.-13.- Jh.). Mit einer Ikonogra-phie des Juden

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: Heinz Schreckenberg, Die christlichen Adversus-Judaeos-Texte und ihr literarisches und historisches Umfeld (l.-ll. Jh.) 2., ùberarbeitete Auflage; Idem, Die christlichen Adversus-Judaeos-Texte (11.-13.- Jh.). Mit einer Ikonogra-phie des Juden, in Antonianum, 66/2-3 (1991) p. 442-444 .

Bisogna salutare con soddisfazione scientifica e umana un'opera come quella dello S. Essa si presenta nuova e originale nel suo genere, quanto monumentale nella quantità (ben due volumi di più di settecento pagine ciascuno!). L'intento dell'autore è di raccogliere la maggior parte possibile di testi rappresentativi di un lasso di tempo che va dal I secolo dopo Cristo al XIII, che hanno come argo­mento la questione ebraica e, più precisamente, le polemiche che tradizionalmente e da secoli sono elevate nei riguardi degli ebrei. Perché quest'operazione faticosa? Lo S., come spiega ampiamente nell'introduzione al primo volume, giunto già alla seconda edizione (la prima è del 1982), vuole dare uno sguardo panoramico di or­dine storico e letterario su tutte le varie opinioni che sono state espresse al ri­guardo degli ebrei, a partire dal Nuovo Testamento. L'ambito nel quale egli si muove è quasi esclusivamente quello teologico-religioso, consapevole di lasciare da parte l'altrettanto importante studio del problema dal punto di vista sociologico, politico e civile. La scelta di campo ha però una sua lodevole finalità. L'a. desidera andare al cuore del problema ebraico e questo è soprattutto di ordine ideologico/teologico. Egli, nell'elencare le varie disposizioni ufficiali e non, perso­nali o istituzionali rappresentate dalle fonti alle quali attinge, fa opera di chiarifi­cazione circa la genesi e lo snodarsi di quelle linee che partono da un antigiudai­smo teologico-esistenziale (l'epoca neotestamentaria), e, via via, lungo la storia si solidificano in convinzioni pregiudiziali che con le fonti hanno poco a che spartire o che perlomeno non hanno fatto i giusti conti con esse, interpretandole nel loro quadro storico. Certo, bisogna distinguere l'antisemitismo dall'antigiudaismo, es­sendo il primo un'ideologia aberrante, sviluppatasi nell'epoca moderna, tuttavia, non si può negare che il primo ha trovato davanti a sé una secolare «atmosfera» creata dal secondo.

Ad ogni modo, l'opera dello S. fa chiarezza anche circa i pregiudizi sui pre­giudizi. Come si è detto, l'antisemitismo non ha nulla a che fare con le diatribe neotestamentarie tra due gruppi giudaici, quali erano la sinagoga e la chiesa del primo secolo, che cercavano uno spazio vitale, specialmente i cristiani, al fine di definire una propria identità. Quelle lotte avevano uno sfondo storico ed esisten­ziale che ne relativizza molte affermazioni, talora feroci, ma che purtroppo sono state assunte acriticamente dai Padri della Chiesa prima e dai teologi e canonisti dell'alto, medio e tardo medioevo poi, per farne le armi del combattimento teolo­gico in mano ai fedeli cristiani. Naturalmente, bisogna distinguere poi tra Padre e Padre e tra teologo e teologo.

In ogni caso, pur avendo da fare un ampio «mea culpa», la tradizione uffi­ciale della Chiesa non ha fatto di solito opera sistematica e dottrinale antiebraica. Un antiebraismo rozzo e persecutorio è stato condotto, piuttosto, come dice lo S., soprattutto da basso clero incolto e da masse ignoranti e violente. Bisogna ag­giungere, però, che niente giustifica perlomeno il silenzio tenuto di fronte a que­sti fenomeni da parte di personalità autorevoli, sia sul piano istituzionale che su quello della dottrina. Tutto sommato, l'atmosfera sociale circostante non è stata mai favorevole agli ebrei.

Di tutto questo e d'altro tratta lo S. in questa poderosa raccolta.

Nel primo volume l'a. apre la sua ricerca con le fonti per eccellenza, l'Antico e il Nuovo Testamento, mettendjo in risalto le tematiche di fondo circa la consi­stenza d'Israele nell'uno e neiraltro e al riguardo della più autentica itnerpreta-zione del primo ed alle interpretazioni di esso da parte del secondo. Un interes­sante discorso panoramico ex sintetico di teologia biblica nel quadro monografico che l'a. si propone. Naturalmente, l'estensione della materia non permette appro­fondimenti, ma l'intento dello S., consapevole di tale limitazione in questo e negli altri ambiti in seguito toccati, non è quello di affrontare temi particolari in modo specialistico, bensì quanto espresso più sopra.

La sezione che segue, riguardante la letteratura rabbinica, mostra che l'a. qui ed altrove non lascia da parte le testimonianze di parte ebraica, anche se di quan­tità inferiore, rispetto a quelle cristiane, che praticamente occupano quasi tutta l'opera. La scarsezza di testimonianze può essere ricondotta a due motivi: la com­prensibile prudenza... e soprattutto la diversità di peso e di prospettiva teologica che, rispetto ai cristiani, aveva ed ha il confronto tradizionale, «fondato» sulla Bibbia, con gli ebrei. Per questi ultimi, il confronto con i cristiani, pur presente, è in ultima analisi secondario di fronte alla gelosa custodia del proprio patrimonio biblico e postbiblico.

Seguendo, come già detto l'ordine cronologico, lo S. procede oltre con le te­stimonianze dei padri apostolici, degli apologeti e dei Padri della Chiesa. Dopo quest'ampia rivisitazione, entrano in gioco i testi del primo medioevo fino all'ini­zio delle Crociate (metà dell'VIII fino all'XI sec).

Nel secondo volume, che ha il compito di proseguire l'analisi fino al XIII sec, dopo un'introduzione del cui tenore si è già parlato più sopra, segue la espo­sizione della materia suddivisa ancora cronologicamente nel testo e per argo­menti nell'indice (utile per venire a capo di tanto materiale che si snoda fitto e con scarsi segni di articolazione): trattati sul tema, documenti pontifici, conciliari e canonici, testi giuridici, storiografici e cronistici, trattazione della questione ebraica nella letteratura religiosa e secolare e testimonianze di parte ebraica.

L'opera dello S. rimane un punto fermo sia per gl'intellettuali impegnati, che per gli stessi studiosi specialisti, i quali possono disporre di un'ampia raccolta di dati, utili per se stessi, ma soprattutto per la verifica di quella meravigliosa idea che l'autore ha voluto realizzare. Certo, non ci si potrà accontentare, ai fini di quanto egli si propone, della consultazione di questa sola opera. Dopo tale passo previo necessario, bisognerà via via approfondire i vari argomenti e le varie testi­monianze per raggiungere dei risultati sempre più completi. Ad es., chi vorrà ap­prezzare una figura della statura di Rashì, non dovrà accontentarsi delle poche righe che gli vengono dedicate ai fini del tema (II voi., 36-40), ma dovrà in seguito accedere alle sue opere. La conoscenza positiva e diretta delle fonti ebraiche po-stbibliche è il secondo passo necessario da fare per rendere quella giustizia che lo S. si propone con questa sua opera meritoria.



 
 
 
 
 
 
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