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Saluti inaugurali: 2. Parole di saluto del nuovo Rettore

 
 
 
Foto Conti Martino , Saluti inaugurali: 2. Parole di saluto del nuovo Rettore, in Antonianum, 62/2-3 (1987) p. 375-378 .

Rev.mo P. Generale e Gran Cancelliere, P. John Vaughn; M.  Rev.   P.   Vicario-Generale   e   Vice-Gran   Cancelliere   P.   Romain Mailleux;

MM. RR. PP. Definitori Generali;

Autorità Accademiche, Professori, Studenti, Ufficiali, Personale au­siliario del P.A.A.;

P. Guardiano, P. Rettore degli Studenti, Confratelli tutti del Colle­gio S. Antonio;

Quanti altri, fratelli e sorelle, sono qui riuniti con noi per la circo­stanza;

A tutti — con le parole del Padre san Francesco — porgo il mio devoto ossequio (obsequium cum reverentia), e insieme auguro « pace vera dal cielo e sincera carità nel Signore » (EpFid 11,1).

Sono qui nella mia povertà per iniziare un servizio che non ho né cercato né desiderato, che mi avete chiesto, per il quale mi sento impreparato e del quale sento tutto il peso.

Non ho e non mi presento con un programma. Il mio programma è quello degli Statuti dell'Ateneo, che cercherò con l'aiuto del Signore, dei Superiori dell'Ordine e vostro di attuare.

Sarà mio preciso dovere far funzionare gli organismi collegiali e avvalermi della collaborazione di tutti — in particolare di coloro che con me saranno chiamati a prestare un preciso servizio all'Antonianum nel triennio che sta per iniziare.

Ringrazio il Rettore uscente, P. Tommaso Larranaga, e tutte le Autorità Accademiche che con lui hanno collaborato per il bene dell' Ateneo nel triennio del suo rettorato.

Amo l'Antonianum, dal quale, prima come Studente poi come Professore (17 anni!), ho ricevuto tutto.

Amo l'Antonianum, nel quale ho sempre creduto (anche nei mo­menti più difficili!) e per il quale ho dato senza riserve le mie poche energie.

Amo l'Antonianum, perché sono convinto (come scrive anche il P. Generale e Gran Cancelliere nella sua lettera del 23 aprile 1987) che l'Ordine ne ha bisogno e perché, nonostante le molteplici difficoltà, è ancora in grado di offrire all'Ordine e alla Chiesa un valido e quali­ficato servizio. La cultura non ha prezzi!!!

Conosco i miei limiti, e non sono pochi! Limiti che voi conoscete come me e meglio di me. Che gli stessi non abbiano a condizionare né me né voi! Non fermatevi ai limiti. Guardate al di là della corteccia, e scoprirete tanta buona volontà e molta comprensione. Sarò al vostro fianco come uno di voi, in tutto e per tutto, e solo per servire. Se e dove sbaglio, ditemelo. È questo il modo migliore di aiutarmi a servire ciascuno di voi e l'Ateneo, che tutti amiamo.

Al P. Generale e Gran Cancelliere del P.A.A. dichiaro tutta la mia e la vostra disponibilità nel collaborare perché sia portato a compi­mento il rinnovamento dell'Ateneo secondo le indicazioni del Capitolo Generale del 1985 e quelle del Definitorio Generale. E questo perché riconosce all'Ordine il diritto-dovere inalienabile di dire come vuole questo suo centro culturale, anche  se accademicamente dovrà fun­zionare a norma della Costituzione Apostolica « Sapientia Christiana », degli Statuti dell'Ateneo approvati dalla S. Sede e delle Ordinazioni, che dovremo preparare. Mi sia consentito in questo contesto di dire un grazie sincero al P. Vicario-Generale e Vice-Gran Cancelliere del­l'Ateneo, P. Romain Mailleux, al Segretario generale per la Formazione e gli Studi, P. Sebastiano Kremer, e a tutta la Commissione degli Statuti per il lavoro fin qui svolto con tanto sacrificio e competenza. Al P. Generale e Gran Cancelliere dell'Ateneo chiedo la sua pa­terna, vigile e necessaria presenza per il buon funzionamento di questa benemerita istituzione, che è il Pontificio Ateneo « Antonianum ». Sarà mio dovere tenerlo informato di tutto, per avere da lui e dal suo De­finitorio le indicazioni necessarie alla soluzione dei problemi che man mano si presenteranno. E non sono pochi: da quelli del personale do­cente ed ausiliario, alla sistemazione della Sede Accademica, un pro­blema indilazionabile.

Desidero dire al P. Generale e Gran Cancelliere del P.A.A. che sen­tiamo fortemente il bisogno della sua presenza e del suo incoraggia­mento, perché non abbia a venire meno in noi la certezza che stiamo offrendo un qualificato servizio all'Ordine, alla Chiesa e al mondo. Non mi lascerò sfuggire occasione per favorire incontri col P. Gene­rale e Gran Cancelliere sia in Cuiria che nella sede dell'Antonianum. Per quanto dipende da me, il P. Generale e Gran Cancelliere non deve avere   dispiaceri   dall'Antonianum,  ma   solo   consolazioni  per  quello che siamo, per quello che facciamo e per la leale collaborazione che gli offriremo.

Quanto ai problemi dell'Ateneo con la Santa Sede non desidero trattarli personalmente, ma solo e sempre tramite il Gran Cancel­liere. Se qualche volta dovrò andare in Congregazione, desidero an­darci di preferenza con la persona che il P. Generale e Gran Cancel­liere mi indicherà. E questo perché riconosco che responsabile del­l'Ateneo davanti alla Santa Sede non è il Rettore, ma il Gran Can­celliere.

Mi sia consentita una parola ai cari Studenti, agli Ufficiali, al per­sonale ausiliario, ai membri dell'Ufficio editoriale e della Rivista « An-tonianum ».

Gli Studenti sanno quanto li amo e quanto sono loro vicino. Lo sarò ancora di più come Rettore. Devono sapere che tutto il nostro lavoro è in funzione della loro preparazione spirituale e culturale. Al personale ausiliario della Segreteria, della Biblioteca e dell'Eco­nomato dico il mio grazie sincero, per un lavoro nascosto e prezioso (che ben conosco). Carissimi, siete voi che offrite la prima e più au­tentica immagine del nostro Ateneo. Non dimenticatelo mai!!!

Ai membri dell'Ufficio editoriale e della rivista « Antonianum » un grazie sincero per tutto il lavoro che comporta la cura delle edi­zioni e della rivista. E attraverso la rivista « Antonianum » e le di­verse pubblicazioni della nostra editrice che ci rendiamo presenti nel campo della ricerca scientifica e del dibattito teologico, giuridico e filosofico in atto nella Chiesa e nel mondo. Nessun Professore del P.A.A. deve sottrarsi a questo preciso impegno universitario. È anche vero che la ricerca necessita di un ambiente sereno!

A tutti chiedo una preghiera perché possa assolvere con fedeltà e libertà interiore il mio compito; a tutti assicuro la mia costante preghiera.

Che il motto del nostro Ateneo: « In sanctitate et doctrina » — le due pareti sulle quali, secondo Giovanni da Parma (1247-1257), si deve costruire l'edificio dell'Ordine (Tommaso da Eccleston, De adventu, 90) —, sia per tutti e per ciascuno un imperativo categorico e insieme una « vitale esigenza »:

- Solo così saremo fedeli alle finalità per le quali il Padre san Francesco — come ricordano i nuovi Statuti — ha fondato la prima Scuola di Teologia dell'Ordine e ha nominato sant'Antonio da Padova primo maestro di teologia della stessa (EpAnt);

- Solo così, come ci ha ricordato Giovanni Paolo II nella sto­rica visita al nostro Ateneo del 16 gennaio 1982, saremo « nel mondo di oggi, autentici testimoni della speranza che non delude » (Discorso del 16 gennaio 1982);

- Solo così, come scrive il P. Generale e Gran Cancelliere nella sua lettera del 23 aprile 1987, saremo posseduti dalla verità che ci trascende e di essa ci faremo testimoni.

Pongo questo mio servizio di Rettore del Pontificio Ateneo « An-tonianum » sotto la protezione della « Madre del Redentore, la « Ver­gine fatta Chiesa », Regina dell'Ordine Serafico — servizio che coincide con l'inizio dell'Anno Mariano — perché sorretto dalla sua materna in­tercessione mi sia dato, insieme a tutti voi — in comunione di fede con la Chiesa e di obbedienza alla direttive dell'Ordine —, di lavo­rare a lode di Dio e per il progresso spirituale e culturale di tanti fra­telli e sorelle, che da questo Ateneo usciranno per andare a lavorare nella vigna del Signore. E così sia! Amen!



 
 
 
 
 
 
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