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Recensione: Walter Burkert, I Greci. Preistoria; Epoca minoico-micenea; Secoli bui (sino al sec. IX) tomo 1;Idem, / Greci. Età arcaica; Età classica (sec. IX-IV) tomo 2

 
 
 
Foto Nobile Marco , Recensione: Walter Burkert, I Greci. Preistoria; Epoca minoico-micenea; Secoli bui (sino al sec. IX) tomo 1;Idem, / Greci. Età arcaica; Età classica (sec. IX-IV) tomo 2 , in Antonianum, 60/2-3 (1985) p. 522-524 .

Con quest'opera eccellente, continua la serie di volumi della « Storia delle Religioni » che la Jaca Book ha pianificato con sapiente e aggior­nata scelta.

I difetti editoriali riscontrati nel precedente volume, Gli Egizi (cf. recens. in Antonianum 60 [1985] 190s), con questo libro sono pratica­mente scomparsi, per cui al recensore rimane solo... l'arduo compito di presentare un'opera ponderosa come quella del prof. Burkert, grecista dell'università di Zurigo.

Lo studioso si è già segnalato in Italia con la sua famosa opera Homo necans (Torino 1981), nella quale espone la sua teoria molto di­scussa dell'origine antropologica del sacrificio cruento nell'antica Grecia.

L'A. rinuncia ampiamente nell'opera presente a quella teoria, anche se rimane fortemente legato alla convinzione che dei due pilastri definienti la religione greca, il rito e il mito, il primo abbia una priorità sul se­condo, il quale riveste perlopiù il ruolo di fondazione logico-eziologica. Ciò non vuol dire, però, che il B. intenda esaurire l'essenza del mito, per il quale egli ammette che esso « si sottragga ad ogni analisi e classifica­zione unidimensionale » (p. 13).

In realtà, qualunque sia la peculiare posizione teoretica dell'A., bi­sogna riconoscere a tutto il presente studio un'impostazione scientifica­mente corretta ed equilibrata. Questo perché, rispetto alle tante ipotesi d'interpretazione della religione greca, è lasciato il passo piuttosto alla copiosità e all'oggettività della documentazione; in particolare è da rile­vare il frequente riferimento dell'A. al mondo medio-orientale con il quale la Grecia ha usufruito di un'interazione ideologico-culturale. Certo, dalle pagine del B. non promana il fascino avvincente di W. Otto e di K. Kerényi, i quali ci hanno offerto un'interpretazione dei Greci, che è profonda e, direi, « metafisica »; ma è anche vero che quelle interpreta­zioni si sottraggono in definitiva a una verifica documentaria positiva. Così, il Nostro offre al lettore un'ulteriore sintesi dell'universo reli­gioso greco, volutamente limitato nella scelta.

Essa non vuole dire tutto, né cronologicamente (il B. considera sostan­zialmente la religione greca che va dal IX/VIII sec. in poi) né contenu-!isticamente (vi sono già dei classici ancora insuperati, come la Geschichte di P.M. Nilsson): l'universo greco è troppo ampio e complesso. Tuttavia, l'A. non può rinunciare a tracciare all'inizi una breve quanto solida panoramica della precedente religione minoico-micenea, a cui quella greca strettamente si riconnette (pp. 15-80); né d'altra parte, nella sua ucida analisi, egli può impedire quegli effetti di globalità che scaturi­scono dalla considerazione degli elementi ideologico-culturali greci, tanto ari e ricchi nelle diverse località e collettività, quanto però nel contempo radicalmente unitari. Così, l'indagine del B. permette di buttare un ampio sguardo sul modo tipicamente greco di leggere e vivere la realtà, in par-Irolare quella religiosa.

Tale grecità si deduce dalla considerazione del rituale e del santuario (cap. 2) (da notare l'opzione teoretica dell'A.) o dal modo d'immaginare i propri dei ed eroi (ce. 3-4), anche se per quanto riguarda gli argomenti del econdo capitolo, mi chiedo se tutto sia specificamente greco o non piut-osto spesso comune ad altre religioni o « tout court » all'immaginario religioso.

L'indagine del B., a volte pesante di dati, altre volte più aerea nelle considerazioni teoretiche, ma sempre stimolante, si dipana magistralmente fino alla presentazione della religione filosofica (cap. 7), dopo essere passata dalla funzione sociale del politeismo greco (cap. 5) e dalla con­siderazione dei misteri (cap. 6).

Da segnalare l'utile prefazione all'edizione italiana di Giulia Sfameni Gasparro.



 
 
 
 
 
 
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