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Recensione: AA.VV., L'ethique chretienne face au defi de la morale seculiere

 
 
 
Foto Pesce Pier Giuseppe , Recensione: AA.VV., L'ethique chretienne face au defi de la morale seculiere, in Antonianum, 59/1-2 (1984) p. 322-323 .

Mons. Filippo Delhaye, Segretario della Commissione Teologica Inter-nazionale dal 1972, non ha certo bisogno di presentazioni: a tutti sono ben noti, per es., il suo diuturno insegnamento in varie Universita cattoliche, le sue numerose pubblicazioni in molteplici settori della mo­rale, la sua dinamica attivita di perito conciliare, ecc.

Il « Colloquio », organizzato dalla Facoltà Teologica di Lovanio in occasione del suo 70° compleanno' ed effettuato il 20 novembre 1982, è dunque ampiamente giustificato. Ci rallegriamo di questa iniziativa anche perché, assieme ai comprensibili discorsi di circostanza, ha offerto l'oc­casione per una riflessione a più voci su un tema di grande e conturbante attualità: come la morale cristiana può rispondere alle « provocazioni » della morale secolarizzata.

Il tema, vasto e complesso, viene affrontato da prospettive comple­mentari, che ne colgono alcuni tra gli aspetti più significativi. P. Grelot, sulla base di pertinenti rimandi a numerosi passi biblici, mette in evi­denza le ragioni che conferiscono alla morale biblica una perenne attua­lità in ogni epoca storica: intimamente connessa al finalismo storico-salvifico del progetto di Dio, essa ne esprime dinamicamente le esigenze esistenziali, conservando una intrinseca unitarietà nelle sue varie tappe evolutive e facendosi spesso contestatrice di non poche espressioni « cul­turali » dei vari popoli. H. Wattiaux, sullo sfondo di alcune problematiche oggi molto avvertite (quali l'autonomia della morale, la specificità della morale cristiana, ecc.), elabora una articolata sintesi degli elementi bi­blici che più da vicino concorrono a dare autenticità (e, quindi, identità) alla morale cristiana e da cui, per conseguenza, essa non può prescindere. P. Daubercies, partendo da una incisiva disamina di alcuni risvolti antro­pologici dell'attuale contesto socio-culturale (più scopertamente negativi, ma non privi di potenzialità positive), traccia a grandi linee una specie di itinerario pedagogico per un discorso morale che voglia avere qualche speranza di aggancio e di incidenza.

Come si può intuire da questi semplici cenni, si tratta di tre saggi impegnati e dalla cui lettura possono scaturire non pochi stimoli per una riflessione sempre più attenta e critica sui problemi presi in esame. In particolare, non sembra del tutto fuori luogo richiamare l'attenzione sul discorso sviluppato ampiamente (pp. 13-60) dal Grelot: i moralisti, per es., troveranno forse più di un motivo per interrogarsi se il loro modo di avvicinarsi alla Bibbia e di interrogarla sul contributo che può offrire alla soluzione degli attuali problemi etici è sempre corretto e quindi proficuo.


 



 
 
 
 
 
 
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