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Datos sobre la publicación:
Recensione: AA.VV., Código de Derecho Canónico. Edición bilingüe comentada per los Profesores de la Facultad de Derecho Canónico de la Universidad de Salamanca, 3a Ed

 
 
 
Foto Boni Andrea , Recensione: AA.VV., Código de Derecho Canónico. Edición bilingüe comentada per los Profesores de la Facultad de Derecho Canónico de la Universidad de Salamanca, 3a Ed, in Antonianum, 59/3-4 (1984) p. 579-581 .

Come   ultimo   atto   del   Concilio   Ecuménico   Vaticano   II   (Giovanni Paolo II) il Nuovo Códice di Diritto Canónico si inserisce, anche a livello editoriale, nella linea pubblicistica di tutti gli altri documenti conciliari: anche se è« concilio » tutto ciò che è stato consegnato alla lingua latina e non altro, tuttavia i documenti conciliari, a livello di traduzioni, hanno conseguito una diffusione che diversamente sarebbe stata impensabile. Oggi è il momento delle grandi traduzioni del Nuovo Codice di Diritto Canonico. Tra tutte le traduzioni, la traduzione spagnola si avvale di una posizione di privilegio, perché l'attuale traduzione è il prosieguo ideale di un discorso già iniziato nel lontano 1945 con la traduzione-commento del Vecchio Codice del 1917. La traduzione-commento del Vecchio Codice del 1917 fu realizzata in collaborazione dalla Pontificia Università di Salamanca e dalla prestigiosa Editrice « Biblioteca degli autori Cristiani » di Madrid: conobbe un esito di ben duecentomila copie. Questa preziosa esperienza rifiorisce oggi in tutto il suo vigore nella edizione bilingue del Nuovo Codice di Diritto Canonico. Questa volta la traduzione del testo latino è stata realizzata in collaborazione dalla Uni­versità di Salamanca e dalla Università di Navarra ed è la traduzione approvata dalla Conferenza Episcopale Spagnola per tutta la Spagna. Anche se, come per tutte le traduzioni, non mancheranno rilievi e sfumature di diverso apprezzamento, tuttavia si deve dire che si tratta di un « classico » nel suo genere.

Preceduto da una ampia introduzione (La codificación de 1983 vista desde la historia) di A. Garcia y Garcia (pp. XXVII-LIX), dove l'Autore non omette di valutare criticamente l'attuale contesto socio-culturale in rapporto al Nuovo CIC, il lavoro di commento è stato realizzato dai professori della Facoltà di Diritto Canonico della Università di Salamanca J.L. Acebal, F. Aznar, T.I. Jiménez Urresti, J. Manzanares, J. Sànchez y Sànchez, sotto la direzione dell'insigne maestro del diritto Lamberto de Echeverria. Si tratta di annotazioni a carattere esegetico, ridotte all'es­senziale per la comprensione del testo legislativo. Perché elaborate all'inse­gna della brevità e della chiarezza, queste annotazioni escludono qualsiasi altro riferimento che non sia di ordine legislativo. Il lavoro è diretto primieramente agli esperti di diritto canonico, ma non esclude l'interesse di tutti coloro che desiderano rendersi conto della struttura normativa dell'ordinamento giuridico della Chiesa.

Molto opportunamente sono state accolte nell'opera tre « appendici » di ordine legislativo, che conservano tutto il loro valore giuridico,.anche se non accolte nella legislazione del CIC. Si tratta precisamente di questi tre documenti:  1) Cost. Apost. Regimini Ecclesiae universae del 15 agosto 1967 di Paolo VI (parte normativa): la Cost. Apost. conserva il proprio valore a norma del can. 360 del Nuovo CIC (pp. 849-874); 2) Instructio prò solu-tione matrimonii in favorem fidei della S. Congr. per la Dottrina della Fede, del 6 dicembre 1973 (parte normativa): si tratta di disposizioni! che, dibattute negli schemi preparatori del Nuovo CIC (Cf. Communicationes 11 (1979), 280-283), non sono state accolte nel testo definitivo (pp. 875-881); 3) Cost. Apost. Divinus perfectionis Magister di Giovanni Paolo II, del 25 gennaio 1983 (parte normativa): si tratta delle nuove norme per le cause dei santi, non più inserite, come in precedenza, nel testo del Codice di Diritto Canonico (pp. 883-892). L'opera si conclude con un ricco indice delle materie.

Poiché quest'opera si raccomanda di per se stessa, non ci rimane altro che felicitarci cordialmente con i Maestri che l'hanno realizzata.



 
 
 
 
 
 
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