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Recensione: ORLANDO, L' Apocalisse dì San Giovanni

 
 
 
Foto Iodice Fabrizio , Recensione: ORLANDO, L' Apocalisse dì San Giovanni, in Antonianum, 83/1 (2008) p. 129-130 .

L'autore, docente di esegesi neotestamentaria presso la Pontificia Universi-tà Antonianum a Roma e la Facoltà Teologica Pugliese, pubblica questa dispen­sa dei corsi sull'Apocalisse (Ap) tenuti ali'Antonianum negli anni precedenti.

L'intenzione dell'A. è quella di offrire un buon manuale scolastico, utile per introdurre lo studente ad una lettura corretta e fruttuosa dell'Apocalisse. Il volume si avvale della lusinghiera presentazione di Marco Nobile, Rettore dell'Antonianum. Esso è articolato in 4 sezioni di diversa ampiezza.

Nella prima sezione vengono affrontate le questioni generali e intro­duttive. Presentiamo brevemente le posizioni adottate dall'A. L'autore dell'Apocalisse sarebbe un discepolo che si ricollega idealmente all'apostolo Giovanni e scrive alla fine del regno di Domiziano (Ireneo). In questo, come nelle sue precedenti opere sul Quarto Vangelo e sulle Lettere giovannee, l'A. segue la posizione di M. Hengel {La questione giovannea, Brescia 1998). Giustamente l'Ap viene presentata all'interno del contesto socio-religioso del tempo, esaminando le influenze del mondo romano, ellenistico, giudaico e cristiano (pp. 22-23). La struttura adottata, oltre alla distinzione in due blocchi narrativi principali (Ap 1-3 e 4-22), si fonda su di una successione di settenari, che forse appare troppo rigida, considerata l'estrema creatività e li­bertà con cui chi scrive l'Ap adotta gli schemi. A pp. 25-33, viene offerta una buona presentazione del genere letterario apocalittico-profetico a cui appar­tiene l'Ap. Una presentazione delle tecniche narrative (34-36) ed un ottimo capitolo sul simbolismo (pp. 37-44) concludono questa prima sezione.

La seconda sezione (pp. 47-63) è dedicata all'analisi teologica del libro bi­blico. Oltre alle valide presentazioni della teologia, cristologia, pneumatologia ecc., troviamo un prezioso capitolo sull'angelologia, molto utile per affrontare seriamente questo tema che nella cultura attuale appare sempre alla ribalta.

La terza sezione offre un utile confronto tra i due blocchi narrativi prin­cipali (Ap 1-3 e 4-22), per coglierne le specificità e le differenze.

La quarta ed ultima sezione, quella più estesa (pp.79-198), è dedicata ai saggi esegetici dei brani più importanti o esemplari. Essi riguardano i capp. de­lla prima parte (Ap 1-3), "Il trono di Dio" (4,l-6a), "L'agnello immolato" (5,1-14), "Le due visioni di Ap 7", "I due testimoni di Ap 11,1-13"; "La visione della donna e del drago di Ap 12", "I simboli di Ap 14,1-5", "Il Drago e le due Bestie nei capp. 12, 13 e 14", "La Gerusalemme nuova di Ap 21,1-22,5. Come si può osservare, il lettore riesce ad avere un'idea completa sia dell'andamento narrativo del libro, sia delle difficoltà inerenti alla sua interpretazione.

Una buona scelta bibliografica (pp. 9-11), una conclusione generale (pp. 199-202) e l'indice degli autori (pp. 203-206) completano l'opera.

Come è abitudine dell'A., per ogni argomento e per ogni pericope ven­gono presentate le posizioni degli autori contemporanei più importanti, in maniera tale che lo studente abbia una visione abbastanza completa del pa­norama degli studi attuali.

Il metodo esegetico è quello comunemente applicato oggi all'Ap, vale a dire di tipo sincronico, alla ricerca della struttura letteraria, dell'organizzazione interna e dei procedimenti stilistici, con la valorizzazione propria dell'esegesi di Ap, dell'aspetto simbolico. L'esegesi appare sempre puntuale e chiara.

Anche da un punto di vista tipografico, il libro appare ben curato anche se qua e là si incontrano alcune sviste (ad es. n. 20 a p. 14; n. 31 a p. 31, 3° rigo: "ricorre" invece di "ricorrere"; n. 59 a p. 44 3° rigo: "laeinischer" invece di "lateinischer"). A p. 120, invece, sarebbe stato utile spiegare il simbolismo e l'identità dei quattro esseri viventi di 4,6-8 e 5,6-7, argomento che non viene approfondito neppure altrove.

In conclusione, anche questa volta dobbiamo ringraziare FA. per il suo manuale che, nel panorama degli studi biblici italiani, rappresenta un ulte­riore suo validissimo contributo alla formazione degli studenti di teologia su di un argomento così difficile come l'interpretazione corretta del Libro dell'Apocalisse.



 
 
 
 
 
 
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